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Il vicolo cieco della sinistra.

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Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda mariok il 30/08/2009, 12:55

Insomma tutto lentamente cambia e mentre si risolvono alcuni problemi ne generiamo sempre di nuovi, che necessitano nuove soluzioni, nuove "scienze", nuovi metodi.


Perchè allora invece di parlare di "nuove soluzioni" (per quello che possono essere, non per quello che non devono essere) continuiamo a far finta che la soluzione sia quella di mettere in soffitta il marxismo?

A parte qualche sparuto gruppo di nostalgici nostrani o qualche dittatura militare ai margini del mondo, quanti sono quelli che ancora si dichiarano marxisti?

E vogliamo convincerci (o farci convincere) che sia questo il vero problema, mentre riacquistano virulenza i fondamentalismi religiosi, forme sempre più aggressive di razzismo e di intolleranza, barriere sociali e "identitarie", mentre una finanza globalizzata ha sostituito il profitto di impresa con la speculazione attuata mediante il controllo di risorse critiche come cibo acqua ed energia?
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda Loredana Poncini il 30/08/2009, 13:44

mariok ha scritto:Credo che il problema non sia quello di voler difendere a tutti i costi il marxismo come "scienza politica", ma quello di superare quell'esperienza andando avanti, non tornando indietro.

Dichiarare fallita l'esperienza storica che si è fondata su quella "scienza politica" non basta a risolvere il problema.

Bisogna chiarire non solo quello da cui ci vogliamo giustamente liberare, ma anche dove vogliamo andare.

E' giusto fare riferimento all'esperienza socialdemocratica tedesca per contrapporla ai disastri del comunismo. Non vorrei però che immediatamente dopo aggiungessimo che anche l'esperienza socialdemocratica è fallita, per l'insostenibilità dello stato sociale da essa messo in piedi, per picconare un altro patrimonio della "sinistra".

Non è lecito il dubbio, a questo punto, che a furia di picconate le uniche prospettive che ci vengano lasciate siano quelle del libero mercato sul piano economico e delle "radici cristiane" su quello etico e sociale?

Detta in maniera più "terra terra", credo che il problema del tipo di sviluppo che vogliamo perseguire e quello (più attuale) dell'utilizzo razionale e "sostenibile" delle risorse rimanga tutto intero davanti a noi, anche dopo aver giustamente ripudiato il marxismo come "scienza politica". A meno di non voler credere che basti la capacità di autoregolamentazione del mercato a dispetto di tutte le evidenze contrarie che ci provengono dall'esperienza anche più recente.

Francamente mi lasciano sconcertato, oltre ai sottili distinguo, anche le lezioni di coloro che si limitano a dirci tutto ciò che di sbagliato vi è stato nella storia della sinistra, senza però indicare con altrettanta chiarezza le soluzioni alle questioni che la sinistra non è stata capace di risolvere.


In www.costituentedemocratica.net, nel forum aperto anche lì sul "VICOLO CIECO DELLA SINISTRA", Massimo Amodio mi rimprovera, analogamente a quanto scrive qui Mariok, la mancanza di una pars construens, per uscire dai vicoli ciechi.
La mia risposta è che la dottrina sociale della Chiesa, con CARITAS IN VERITATE, affronta questa crisi economica offrendo i rimedi socio-economici che possono farci uscir fuori da questo vicolo cieco globale .
L'enciclica punta il dito contro Mammona e ricorda che se non ci sono i giusti, anche la giustizia non c'è, e che le strutture buone non si realizzano se vi si oppone l'egoismo anche di persone competenti.
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Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda mariok il 30/08/2009, 14:01

Loredana Poncini ha scritto:La mia risposta è che la dottrina sociale della Chiesa, con CARITAS IN VERITATE, affronta questa crisi economica offrendo i rimedi socio-economici che possono farci uscir fuori da questo vicolo cieco globale .
L'enciclica punta il dito contro Mammona e ricorda che se non ci sono i giusti, anche la giustizia non c'è, e che le strutture buone non si realizzano se vi si oppone l'egoismo anche di persone competenti.


Grazie Loredana per la risposta chiara e sincera.

Confermi il mio dubbio già espresso quando ho scritto appunto:

Non è lecito il dubbio, a questo punto, che a furia di picconate le uniche prospettive che ci vengano lasciate siano quelle del libero mercato sul piano economico e delle "radici cristiane" su quello etico e sociale?


Rispetto il tuo punto di vista, ma non è quello nel quale possa riconoscermi non solo per ragioni di merito, ma anche storiche e di principio che mi fanno rifiutare qualunque commistione tra dimensione religiosa e dimensione politica.
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Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda franz il 30/08/2009, 15:51

mariok ha scritto:Perchè allora invece di parlare di "nuove soluzioni" (per quello che possono essere, non per quello che non devono essere) continuiamo a far finta che la soluzione sia quella di mettere in soffitta il marxismo?

Perché è evidente che fintanto avremo innamorati delle vecchie metodologie, sarà difficile affermare le nuove.
E questo vale anche se il vecchiume rilancia altri fondamentalismi.
Ciao,
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Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda mariok il 30/08/2009, 21:38

franz ha scritto:
mariok ha scritto:Perchè allora invece di parlare di "nuove soluzioni" (per quello che possono essere, non per quello che non devono essere) continuiamo a far finta che la soluzione sia quella di mettere in soffitta il marxismo?

Perché è evidente che fintanto avremo innamorati delle vecchie metodologie, sarà difficile affermare le nuove.
E questo vale anche se il vecchiume rilancia altri fondamentalismi.
Ciao,
Franz


Sinceramente non capisco.

Ma veramente dobbiamo credere che le nuove "metodologie" non vengono fuori perchè ci sono ancora gli "innamorati" delle vecchie?

Parlando dell'Italia, per esempio, dobbiamo ritenere che non nascano nuove idee o, peggio, continuano ad essere contrabbandate dalla destra vecchie ricette facendole passare per nuove (come la Banca del sud o la nuova cassa per il mezzogiorno), solo perchè ci sono ancora in giro personaggi come Ferrero e Diliberto?

Non che voglia sottovalutare le pesanti responsabilità di una sinistra obsoleta e minoritaria, ma non è un pò troppo farne l'alibi per tutto ciò che non va?
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Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda franz il 30/08/2009, 22:44

mariok ha scritto:Parlando dell'Italia, per esempio, dobbiamo ritenere che non nascano nuove idee o, peggio, continuano ad essere contrabbandate dalla destra vecchie ricette facendole passare per nuove (come la Banca del sud o la nuova cassa per il mezzogiorno), solo perchè ci sono ancora in giro personaggi come Ferrero e Diliberto?

Come sempre il problema (del dito e della Luna) non sono i personaggi (Diliberto, Ferrero, Berlusconi, Di Pietro, Grillo) ma il popolo che vota ed i fantasmi che si agitano dentro e dietro. Contano le idee ritenute vere (come le leggende metrolpolitane ed il complottismo) anche se notoriamente false. Ma lo sai quanta gente ancora crede negli oroscopi?
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Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda pierodm il 30/08/2009, 23:38

Popper, giust'appunto come dicevo, ha fatto altra cosa che proporre un progetto politico: difficile che possa quindi dimostrarsi "sbagliato", o in qualunque modo discutibile, politicamente. Su che cosa, poi, abbia realmente fatto Popper se ne potrebbe discutere, oltre al fatto che di sfuggita ha deciso di dichiarare inesistente "la storia".

Marx e i suoi colleghi sociologi e filosofi che hanno sviluppato teorie economico-politiche sono tutti, invece, a rischio di smentita, o necessariamente legati al tempo e al luogo nei quali le loro teorie sono state applicate, e prima ancora intepretate: vale per il marxismo come vale per il liberalismo e per la socialdemocrazia.
Giudicare il marxismo da Pol Pot è grottesco, sicuramente più arbitrario che giudicare il capitalismo da Pinochet.
La storia di queste teorie è la storia delle nostre società, e per questo è semplicemente stupido ravanare intorno alla loro obsolescenza: da un lato si fa la scoperta dell'acqua calda - come dire che "il tempo passa per tutti" - dall'altro si calpesta il concetto elementare di continuità storica e culturale, per cui l'oggi è il prodotto di ieri, ed è difficile immaginare la nostra democrazia, la nostra società recidendone le radici illuministiche, liberali, marxiste, socialiste, socialdemocratiche.

Tutto ciò detto, mi sembra che ci sia tutt'altro che un senso di superamento e di abbandono del marxismo, nella comunità sociologico-filosofica mondiale, ma anzi che ci sia una forte ripresa dello studio delle teorie marxiste.
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Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda lucameni il 31/08/2009, 0:02

Eppure già alla fine degli anni '50 la SPD ha fatto una scelta politica in merito al marxismo.
Politica.
Non vedo proprio perchè in Italia una scelta - politica - del genere, esattamente 50 anni dopo, dovrebbe essere letta - non so - come un esercizio di particolare superficialità o addirittura di virus destrorso. insomma dove sarebbe questo gran problema?
Vabbè sono io che ho i miei limiti, è noto.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda mariok il 31/08/2009, 1:21

Onestamente mi sembra che quella che stiamo trascinando sia una discussione difficile da comprendere.

Manca innanzitutto il soggetto. Chi dovrebbe fare questa scelta politica (di abbandono del marxismo) fatta in Germania dai socialdemocratici già negli anni '50?

Il PD? Franceschini, Bersani, D'Alema? A parte il fatto che Veltroni ha già detto di non essere mai stato comunista, ma poi a noi, tutto sommato, che ce ne frega?

Se ci riferiamo invece ad un problema "culturale" che attraversa la nostra società, mi sembra che gli ultimi risultati elettorali in Germania, che hanno visto se non erro un buon successo di Lafontaine, ci dicano che gli orientamenti politici di un paese non sono mai determinati una volta per tutte.

Nè serve a molto pretendere abiure, che oltre tutto, come metodo, non mi sembrano il massimo della modernità.
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Re: Il vicolo cieco della sinistra.

Messaggioda Loredana Poncini il 31/08/2009, 7:37

C'è un nuovo MARX, in Germania, ed ha pubblicato un libro, tradotto in italiano: " Il capitale. Una critica cristiana alle ragioni del mercato" (Rizzoli).
Si chiama Reinhard Marx, è un docente in dottrina sociale della Chiesa, di cui questo testo può essere considerato un compendio.
Facendo leva sulla sua omonimia con Karl Marx, dedica l'introduzione a una pungente critica del filosofo, non mancando tuttavia di sottolineare alcuni aspetti positivi, come la sua sostanzialmente giusta analisi del capitalismo, mentre la soluzione proposta da Karl era sbagliata. Afferma infatti Reinhard che non si può correggere un'ingiustizia, lo sfruttamento dei lavoratori, attraverso un'altra ingiustizia, cioè la dittatura del proletariato.
Per Reinhard la storia del capitalismo conosce, a partire dal '900, molti correttivi sia a un capitalismo selvaggio sia alla stessa teoria marxista, grazie ai sindacati ed ai partiti democratici, che hanno dato il loro contributo alla nascita dello "Stato sociale" attraverso una vasta legislazione a tutela dei lavoratori. Dopo il 1989 si è tornati indietro, pensando erroneamente che il mercato avesse delle leggi interne che ne permettessero l'autoregolamentazione.
Reinhard Marx scrive che ora occorre recuperare l'esperienza di un secolo attraverso misure che, pur non negando l'economia di mercato, le pongano però limiti precisi per il comune benessere. " E -perché no ? -pensare a una forma di governo mondiale dell'economia, come dice Benedetto XVI nella sua enciclica Caritas in veritate. "

In sintesi, le nostre esistenze contano ben di più di tutti i capitali di questo mondo !
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