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pierodm ha scritto:
Infine.
E' passata quasi in sordina la notizia dei due coniugi, ricercatori, costretti ad andarsene dall'Italia per una sporca vicenda ricattatoria, che hanno poi avuto buon successo all'estero.
Una notizia da prima pagina, non da rubrica delle curiosità, in quanto archetipo di un fenomeno.
Una notizia che però nessuno, nell'ambito politico, e quindi giornalistico, ha interesse a cavalcare, perché nessuno ha la coscienza pulita in materia.
mariok ha scritto:.... credo in alcuni principi basilari.
Il primo è che la politica fiscale, ovviamente basata sul principio della progressività, serva a finanziare i servizi e non a togliere soldi a presunti ricchi per distribuirli, più o meno a pioggia, a presunti poveri.
Servizi pubblici efficienti, come scuola, sanità, assistenza agli invalidi ecc. sono l'unico valido strumento di "redistribuzione" sociale.
Il secondo principio è che la giustizia sociale non può attuarsi esclusivamente attraverso la leva fiscale. E' illusorio pensare di compensare con i "bonus" fiscali una politica economica e industriale basata sui bassi salari e su basso valore aggiunto.
Il terzo è che oltre ad avere un mercato giustamente regolamentato, trasparente e libero da posizioni di privilegio, occorre anche ripensare, sulla base dell'esperienza, fino a che punto è concretamente realizzabile un regime di libera concorrenza in alcuni settori come ad esempio quello dell'energia.
mariok ha scritto:E poi comunque ritengo che il mercato da solo non basti, ma un qualche ruolo pubblico è ineliminabile.
Inanzitutto perchè certe scelte di fondo sulle fonti (nucleare sì/no, quali altre fonti alternative ecc.) hanno tali impatti ambientali, economici e sociali, che non possono essere lasciati nelle mani dei privati. La necessità di ragionare con approccio srategico richiede piani energetici di lungo periodo che implicano elevata autorità politica e legittimazione democratica.
mariok ha scritto:Che libero mercato è mai questo?
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