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Gli Ulivisti son tutti pro Bersani ?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Gli Ulivisti son tutti pro Bersani ?

Messaggioda Loredana Poncini il 19/08/2009, 8:17

La convincente analisi di Luca mi porta a chiedermi, cioè a chiederVi, quanto segue:
premesso che con la caduta del Muro, son crollati i partiti classici, e che si sono messi in moto i "movimenti", in Italia;
e constatato che l'Ulivo non riesce a partorire unioni valide ;
visto che il PD non riesce a cavare il ragno ( S.B.) dal buco ( in cui è finita l'Italia col cavaliere che allegramente la cavalca !) ;
trovo lievemente folle la domanda da me posta : " Gli ulivisti son tutti pro Bersani ? " !
Per cui, proprio per salvare il salvabile degli zebedei, mi pare sia davvero il momento di spostare il tiro, andando a vedere quanto l' Avversario è riuscito a combinare dal '94 a tutt'oggi, e vedendo, nei particolari, che razza di "popolo" ha messo insieme sotto il vessillo della Libertà...
E' possibile aprire un forum intitolandolo : " CHE POPOLO ? CHE LIBERTA' ? " ?
...eventualmene chiedendo a MARIO PIRANI di La Repubblica di condurre, online ed offline, l'inchiesta insieme a noi internauti...
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Re: Gli Ulivisti son tutti pro Bersani ?

Messaggioda mariok il 19/08/2009, 10:16

Malgrado le giuste argomentazioni di Luca, io continuo a pensare che questo bipolarismo all'italiana, di cui sono tutt'altro che felice, non ha al momento credibili alternative. Nè credo che sia stata semplicemente un'invenzione di Prodi funzionale al suo premierato.

Non vedo alternative non per motivi di principio (e qui condivido la critica di Luca a certi prodiani che considerano il bipolarismo un valore), ma perchè intorno a Berlusconi, che non è solo un grande corruttore con spinte attitudini a delinquere, si è formato un vero e proprio blocco sociale non omogeneo, ma che ha trovato solidissimi motivi per rimanere compatto ed essere impermeabile a qualunque scenario politico alternativo. E l'abilità di Berlusconi, che si è rivelato in questo anche un politico capace, sta appunto nel saper tenere in vita queste motivazioni giocando il ruolo di perno intorno al quale resta incardinato questo blocco sociale.

Una eccezionale potenza economica ed un controllo ormai quasi totale del sistema dell'informazione hanno fatto il resto.

A conferma del fatto che il "berlusconismo" è un fenomeno politico-sociale che va al di là di una formula di governo o della capacità egemone di una persona, può esser utile guardare a ciò che è successo in Rai. Il suo asservimento al "capo" anche durante il pur breve governo Prodi, è la dimostrazione che esso non è solo il risultato di uno spoil system o dell'attitudine a saltare sul carro del vincitore, ma di una egemonia "culturale" che la destra, attraverso la forma del berlusconismo, è riuscita ad esercitare su ampi settori del paese. I fenomeni tipo Vespa sono qualcosa di più della semplice acquiescenza al potere, ma sono espressioni politico-culturali, oltre che di interessi, che si riconoscono pienamente in Berlusconi e nel berlusconismo.

E qui credo che sia interessante il suggerimento di Loredana, che ci invita a chiederci di cosa sia fatto "questo popolo e questa libertà", superando l'impostazione di Sartori tutta focalizzata sul problema degli schieramenti partitici e delle formule di governo. Impostazione, secondo me, insufficiente a capire ciò che è accaduto in questi ultimi 20 anni nel nostro paese.
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Re: Gli Ulivisti son tutti pro Bersani ?

Messaggioda lucameni il 19/08/2009, 10:34

Mi permetto ancora: ritengo che una cosa sia il livello strettamente governativo, le prospettive inerenti le coalizioni partitiche, le regole parlamentari, un discorso sull'architettura dei rapporti tra parlamento e governo; che tanto più non possono coincidere con la politica di un Cs che - giustamente - non voglia inciuciare. E' altro.
L'inciucio peraltro avviene in settori dove accordi proprio non ci dovrebbero essere; mentre proprio per salvaguardare "questo" bipolarismo, confondendo il livello del nostro governo parlamentare con le aspirazioni a coalizioni del tutto granitiche (e adatte ad un premier senza partito), ha indotto a chiudere un occhio su un avversario che si vedeva come speculare e, appunto, funzionale ai propri intendimenti.
Insomma si è preferito inseguire i sogni di un bipolarismo-bipartitismo all'italiana, mediato magari dall'esperienza USA, e con pochissima coerenza col nostro sistema parlamentare, sacrificando quella che secondo me doveva essere la priorità: contrastare l'anomalia berlusconiana.
Non si può descrivere il paese come normale, e perciò pretendere un bipolarismo "normale" (che non è sinonimo di "granitico"), quando non c'è nessuna normalità.
Questa la mia interpretazione cattiva e poco conciliante nei confronti dei nostri leader di Cs, sopratutto quelli passati.
Detto questo è interpretazione sul perchè questa situazione di passività nei confronti di B. si sia trascinata per 15 anni, oltre al fatto ovvio che "cane non mangia cane" (riferito agli appartenenti ad una casta). Insomma secondo me vi erano anche - ma non solo - delle motivazioni "istituzionali" e nel contempo ideologiche: un casino, per dirla breve.
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Re: Gli Ulivisti son tutti pro Bersani ?

Messaggioda ranvit il 19/08/2009, 10:54

Credo sia nota la mia feroce critica alle classi dirigenti di questo Cs : mediocrità. ingessatura mentale, mestieranti della politica etc.

Quello che accade da 15 anni a questa parte è per me abbastanza chiaro : è sceso in campo un signore che, ci piaccia o no, ha fantasia e capacità da vendere. Certo partendo dai grandi mezzi economici a sua disposizione....ma anche questo è stata una carenza dei "nostri" campioni che non sono stati capaci di mettere in pista una legge sul conflitto di interessi.

Inciuci? Troppo semplice....sono proprio degli incapaci!

Io credo che se Berlusconi non si azzoppa da solo ce lo terremo finchè campa!

Non me ne voglia lucameni....ma io continuo a non capire quale sia la sua critica a questo centrosinistra.

Vittorio
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Re: Gli Ulivisti son tutti pro Bersani ?

Messaggioda lucameni il 19/08/2009, 11:05

Uno ci prova a spiegare; se poi non ci riesce pazienza.
Io francamente credo che qualcuno l'abbia capita la mia critica, anche se magari non concorda.

Succede.
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Re: Gli Ulivisti son tutti pro Bersani ?

Messaggioda ranvit il 19/08/2009, 11:11

lucameni ha scritto:Uno ci prova a spiegare; se poi non ci riesce pazienza.
Io francamente credo che qualcuno l'abbia capita la mia critica, anche se magari non concorda.

Succede.



Comunque, grazie lo stesso....
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Re: Gli Ulivisti son tutti pro Bersani ?

Messaggioda mariok il 19/08/2009, 12:02

Non si può descrivere il paese come normale, e perciò pretendere un bipolarismo "normale" (che non è sinonimo di "granitico"), quando non c'è nessuna normalità.


Credo che stia qui il punto di dissenso con Luca, col quale per molti versi concordo, soprattutto con riferimento alla sua "interpretazione cattiva e poco conciliante nei confronti dei nostri leader di Cs, sopratutto quelli passati".

Se è vero che non si può pretendere un bipolarismo "normale", quando non c'è nessuna normalità, è altrettanto vero che non si può pretendere nemmeno un parlamentarismo normale.

Sono d'accordo che il c-s ha commesso l'errore di legittimare Berlusconi mediante l'invenzione di un meccanismo bipolare che consentisse un'alternanza al potere. Della serie...facciamoci la guerra in pubblico, ma sotto sotto (vedi riforme istituzionali) mettiamoci d'accordo per governare un pò per uno.

Il punto di disaccordo consiste forse nella (mia) convinzione che ciò non basta a giustificare la vittoria del berlusconismo e la sconfitta di qualunque ipotesi alternativa, culturale prima ancora che politica.

In alto thread ho postato l'articolo di Prodi apparso sul Messaggero del 14 agosto.

Ha certamente ragione da vendere chi dice che Prodi predica bene e razzola male e che ha avuto responsabilità di primo piano nel fallimento del riformismo italiano.

Tuttavia, come dargli torto quando indica il fallimento del riformismo nell'incapacità di dare risposte a
una crescente disparità nelle distribuzione dei redditi, un dominio assoluto e incontrastato del mercato, un diffuso disprezzo del ruolo dello Stato e dell’uso delle politiche fiscali, una presenza sempre più limitata degli interventi pubblici di carattere sociale.


Ed aggiunge:

Il riformismo ha cioè perso la fiducia in se stesso e preferisce inseguire le piattaforme e i programmi degli altri, pensando che, per rovesciare le fortune elettorali, sia sufficiente criticare gli errori e i comportamenti dei governanti.
A cambiare gli equilibri politici tutto ciò non basta, anche perché la rapidità con cui gli “estremisti” del mercato si sono impadroniti del linguaggio dei riformisti è davvero degna di un premio Nobel. Per vincere i riformisti debbono elaborare nuove idee e nuovi progetti su tutti i temi elencati in precedenza. Ribadendo con forza il ruolo dello Stato come regolatore di un mercato finalmente pulito.
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Re: Gli Ulivisti son tutti pro Bersani ?

Messaggioda ranvit il 19/08/2009, 12:22

mariok : >Sono d'accordo che il c-s ha commesso l'errore di legittimare Berlusconi mediante l'invenzione di un meccanismo bipolare che consentisse un'alternanza al potere. Della serie...facciamoci la guerra in pubblico, ma sotto sotto (vedi riforme istituzionali) mettiamoci d'accordo per governare un pò per uno.<


Ma questa pretesa legittimazione di Berlusconi è una grande cantonata!
E' Berlusconi che ha imposto il bipolarismo!
Come ho spiegato qualche post fa, Berlusconi aveva bisogno del bipolarismo per battere un centrosinistra che nel '94 non aveva rivali dopo il disfacimento della Dc e del Psi. Per cui si alleo' con Msi e Lega e comincio' la battaglia ai "comunisti".

I "ns campioni" non hanno fatto una mazza! Subiscono semplicemente perchè non hanno le capacità di fare altro!
E' riconoscergli delle qualità che non hanno attribuendo loro l'inciuciare con il Cd per governare un po' per uno!
Tanto è vero che nella realtà è solo lui a governare....l'unico che gli creo' problemi, oltre Prodi, fu Scalfaro. Che con un azione piratesca (anche se formalmente corretta) lo tenne fuori dai giochi tra il '95 e il 2000!

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Re: Gli Ulivisti son tutti pro Bersani ?

Messaggioda mariok il 19/08/2009, 12:39

Ho già detto che andare a stabilire chi ha inventato questo bipolarismo all'italiana è un pò come porsi il famoso dilemma dell'uovo e la gallina. Non dimentichiamo, tra l'altro, che c'è stato anche un referendum che ha espresso il rifiuto degli italiani delle politiche dei due forni, dei pentapartiti e di tutte le delizie della prima repubblica.

Allo stesso modo ritengo che sia tutto sommato poco importante analizzare in che misura abbia prevalso nel c-s l'incapacità rispetto a miserabili calcoli di potere.

Ciò che ribadisco è che il problema vero sta nelle motivazioni che hanno cementato un vero e proprio blocco sociale (nel senso gramsciano del termine) intorno a Berlusconi e nelle ragioni che hanno impedito l'emergere di uno schieramento riformista capace di contrastarne l'ascesa.
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Re: Gli Ulivisti son tutti pro Bersani ?

Messaggioda lucameni il 19/08/2009, 12:43

L'analisi di Prodi non è peregrina e credo, se approfondita, si possa concordare.
Il mio dissenso non sta tanto nelle interpretazioni di riformismo etc etc (ottima la risposta di Franco Monaco ad un recente ed incredibile articolo di Panebianco) quanto nella sua traduzione nel contesto istituzionale e parlamentare.
Secondo me in questi anni ha prevalso la voglia di un partito e di coalizioni artificiali spacciate per dogmaticamente come inevitabili e necessarie, piuttosto che la necessità di disinnescare la presenza berlusconiana nella politica; presenza altresì concepita come utile proprio per raggiungere quegli obiettivi di centrosinistra senza trattino.
Obiettivo politicamente legittimo, ma non tale da sovrastare tutto quello che si doveva fare e non si è fatto, anche con coloro che potevano non essere in sintonia con un'idea di partito unico del centrosinistra.
A mio avviso, pur di impedire l'ascesa di B. si poteva tranquillamente, per qualche legislatura, accettare l'idea di qualche coalizione "con" trattino", e ovviamente sulla base di un programma condiviso, o quanto meno, senza tornare alle vecchie diatribe, dare comunque priorità a provvedimenti "riformisti" autentici piuttosto che orientare tutta la discussione politica sull'impermeabilità dei poli e sul pericolo dei centristi (ma poi centristi di quale centro? Inteso come la politica dei due forni o semplicemente come luogo ideale di coloro che non sono propriamente di sinistra ma che poi scelgono dove stare a priori e non a posteriori?).
Insomma non mi pareva che il pericolo supremo per l'Italia fosse il rischio di prendere il voto di Follini al posto di quello di Malabarba, salvo - ovviamente - la coerenza del programma di governo votato dagli elettori.
In un sistema parlamentare non ci sarebbe stato alcuno scandalo (sarebbero stati semmai comportamenti discutibili ma non tali da ricorrere subito alle urne causa lesione della coalizione impermeabile e marmorea), e questo non credo volesse dire tradimento degli elettori, non fosse altro che poi i voti (vedi quelli sulla politica estera sia dall'estrema sinistra sia dal Polo) via via sui singoli provvedimenti sono arrivati: ovvero una flessibilità, in questo caso neppure troppo limpida e foriera di chissà quali scambi sotto banco, c'è stata eccome.
Purtroppo si torna al vizio di origine, sempre secondo la mia opinione: la voluta confusione tra aspirazioni di nuovo partito (di chi non aveva partito) e le esigenze di governo (e perciò di politiche quali la legge sul conflitto d'interessi etc etc); la confusione tra discussioni sull'architettura istituzionale dello stato (con connessa legge elettorale e coalizioni accluse) ed esigenza di porre in essere politiche autenticamente riformiste e non inciuciste.
Insomma avrei decisamente preferito che i "principi" e i "valori", piuttosto che incentrarsi sul "nuovo" del partito all'americana e delle coalizioni senza confini e con dentro tutti, si fossero orientati ad emanare i provvedimenti cardine di un paese liberale e democratico (abrogare le leggi vergogna, riformare il sistema televisivo, la politica fiscale, limitare le lobby che condizionano economia e mercato del lavoro etc etc) e che invece non sono stati fatti forse anche per preservare quel personaggio utile alla propria idea di partito e di bipolarismo.
Avere un'idea poco mitica e concreta del bipolarismo, ovvero legata al sistema parlamentare tutt'ora esistente, non vuol dire auspicare o avere atteggiamento conciliante con chi propugna la politica dei due forni.
Per quanto sia i giochi si riaprono sempre ad inizio legislatura e quando si costruiscono le coalizioni o il partito che si presenterà alle elezioni: una normalità che a mio avviso non può essere scissa dal nostro contesto parlamentare, per forza di cose flessibile e non dogmatico.
Poi sono le scelte politiche, quelle che sono mancate, a fare la differenza; non certo le costruzioni dogmaticamente considerate intoccabili di partiti o di coalizioni.
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