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Italia fanalino di coda

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Italia fanalino di coda

Messaggioda franz il 14/08/2009, 12:03

mariok ha scritto:
Prodotto interno lordo di Eurolandia -0,1% rispetto ai tre mesi precedenti (Francia e Germania +0,3%), -4,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Nei Ventisette il calo è stato rispettivamente -0,3% e -4,8%.

L'Italia ha segnato -0,5% su trimestre e -6% su anno


IL BOLLETTINO della bce «Recessione globale al punto di svolta» «L'incertezza resta elevata» ma la fase critica sta finendo. Sorpresa in Francia e Germania: il Pil torna a salire

Ma che importanza ha? Da noi governo ed opposizione sono impegnati contro la Giustizia Amministrativa, che pretende di discriminare gli insegnanti di religione (nominati dai Vescovi)!


Certo, non ha importanza perché ritengo che tutto sommato il lavoro dei governi puo' solo alleviare il disagio di chi è colpito dalla crisi ma non puo' risollevare le sorti del PIL. Fosse vero che le sorti del PIL dipendono cosi' fortemente dall'azione del governo allora viva il comunismo! Consegnamo le redini dell'economia ai governi e lasciamo fare a loro. Ritengo che Francia e Germania, per la loro struttura economica storica, siano piu' resistenti e siano anche pronti prima di altri ad uscire dalla crisi. Da noi invece è l'opposto. Siamo strutturalmente piu' deboli, subiamo piu' fortemente gli effetti della crisi (anc he per il welfare inadeguato) e ci mettiamo piu' tempo ad uscirne. Qui il massimo che potremmo fare e cercare di adeguare le nostre strutture, portandole gradualmente, ma con determinazione, verso traguardi "tedeschi".
Ma oltre a questo non vedo grandi possibilità di intervento dello stato nell'econimia.
I governi in economia possono fare poco ma possono fare molti disastri. Si discute da tempo sull'effetto delle politiche keinesiane e gli economisti sono divisi. Se sono divisi loro, figuriamoci noi. Una tesi sostiene che le politiche keinesiane hanno avuto il solo effetto di fare durare la crisi del 29 piu' a lungo (tre o quattro anni). Quindi un effetto c'è ma non è dei migliori. La cosa mi ricorda un tema che sembra c'entrare poco (e immagino che ci porterà anche questo fuori strada) e che è quello dell'epidemia di inflienza "suina". Le misure di contenimento basate sul rallentamento dei contatti umani (blocco di manifestazioni sportive di massa, fiere, mercati, ventilata chiusura delle scuole) possono fare in modo che l'epidemia invece di manifestarsi in modo virulento in poco tempo, bloccando 1/3 della popolazione a letto in due o tre settimane, sia diradata e depotenziata. In questo modo l'epidemia è, settimana per settimana, meno forte. Tuttavia ci sono ragionevoli motivi per pensare che cosi' durerà di piu'. Alla fine colpirà sempre 1/3 della popolazione ma invece di farlo in un tempo breve, ci metterà il triplo o il quadruplo. Cosi' facendo l'enonomia ne soffre meno perché non avremo il minacciaot blocco dei trasporti, dei rifornimenti di cibo alla grandi città e di merci alla fabbriche. Il rischio pero' è che avendo piu' tempo per diffondersi, il virus muti, come avvenne con la spagnola.
Ovviamente popolazioni piu' robuste e nutrite (come la germania) ne usciranno prima. L'alternativa è vaccinarsi, se la cosa non dà fastidio ai nemici delle multinazionali farmaceutiche. Come è noto sono i piu' debolo a doversi vaccinare.
Da noi invece l'unico vaccino contro la crisi che il governo ha partorito si chiama "ottimismo".

Ciao,
Franz
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Re: Italia fanalino di coda

Messaggioda mariok il 14/08/2009, 13:34

Non sono del tutto d'accordo che ci sia poco o nulla da fare, a meno di non voler ispirarsi al comunismo.

Magari non c'è da sperare in risultati immediati, ma cose da fare per rimuovere almeno in parte le cause che hanno posto l'Italia in coda all'Europa da almeno vent'anni, penso che ce ne siano.

Tanto per cominciare, si potrebbe capire cosa sono quei 35 miliardi di spesa corrente in più di cui parla Scalfari (più o meno inascoltato da tutti) e vedere quanto potrebbe essere dirottato verso ricerca e sviluppo, incentivi per produzioni di energie alternative e per il risparmio energetico, infrastrutture "vere" come ferrovie, porti, trasporto navale in alternativa ad improbabili ponti sullo stretto.

Por mano seriamente ad un vero federalismo fiscale, non quello agitato dalla Lega per spaccare il paese, ma come occasione per una profonda riforma della struttura dello stato e delle autonomie locali per eliminare sprechi e ridondanze ed incentivare comportamenti amministrativi responsabili e virtuosi.

E non ci sarebbe, inoltre, da capire meglio di che sono fatti i 60 miliardi di costi per corruzione, denunciati dalla corte dei conti, e porre in essere qualche provvedimento in tema di appalti e di controlli per limitarne almeno la portata?

E una diversa politica fiscale, che attualmente premia la speculazione a danno del reddito da lavoro e da utili di impresa, o leggi sulla trasparenza del mercato finanziario, poteri e struttura della Consob ecc. non aiuterebbero un robusto rilancio dell'economia?

Per non parlare delle famose liberalizzazioni timidamente iniziate da Bersani e prontamente abbandonate.

Sarebbero tutti provvedimenti ad effetto zero sul Pil o che ci porterebbero al comunismo?

P.S.
24 giugno 2009. Il Procuratore generale presso la Corte dei Conti, nella sua requisitoria sul Rendiconto generale dello Stato, denuncia: Il fenomeno della corruzione delle pubbliche amministrazioni è talmente rilevante e gravido di conseguenze in tempi di crisi come quelli attuali, da far più che ragionevolmente temere che il suo impatto sociale possa incidere sullo sviluppo economico del Paese, nella misura prossima a 50/60 miliardi di euro all'anno, costituenti una vera e propria 'tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini'.

La notizia passa pressochè inosservata. Non si sentono grandi dichiarazioni da rappresentanti nè della maggioranza, nè dell'opposizioni. Nè si preannunciano provvedimenti da parte di esponenti del governo. Quest'ultimo prova a far passare "alla chetichella" un provvedimento di drastico ridimensionamento della corte dei conti attraverso il maxi-emendamento al decreto anti-crisi bloccato da Napolitano. Anche su questo forum, per la verità, non mi sembra si siano sprecati commenti e discussioni.

10 agosto 2009. Il TAR del Lazio boccia una circolare del MIUR sul riconoscimento di crediti scolastici riferiti all'insegnamento della religione cattolica.

Si scatena l'inferno su stampa e televisioni. Si sprecano dichiarazioni anche roventi da parte di maggioranza e opposizione. Il governo promete provvedimenti. Il ministro preannuncia ricorso al consiglio di stato. Anche su questo forum, quasi non riusciamo a parlare d'altro.

C'è qualche riflessione da fare in proposito?
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Re: Italia fanalino di coda

Messaggioda franz il 14/08/2009, 17:31

mariok ha scritto:Non sono del tutto d'accordo che ci sia poco o nulla da fare, a meno di non voler ispirarsi al comunismo.

Se rileggi attentamente quanto ho scritto, vedrai che io non ho sostenuto quello che provoca il tuo disaccordo.
Dico che qualche cosa si puo' fare, ma col rischio di fare anche disastri. Dicevo infatti "Qui il massimo che potremmo fare e cercare di adeguare le nostre strutture, portandole gradualmente, ma con determinazione, verso traguardi "tedeschi"."
E non credo sia poco o nulla.
Mi riferisco, parlando di strutture, all'economia pubblica, che è quasi il 50% del totale. Dove essa soffoca ed ostacola quella privata o agevola la parte piu' insana e dedita alla rendita ed al malaffare. Dove promuove inefficenze, rendite di posizione, malgoverno. Dove per inefficenza non tutela diritti e sicurezza e quindi deprime l'economia.
Non si tratta di interventi diretti sull'economia privata. Spetta al privato trovare ottimizzazioni sulla sua parte.
Spetta al settore pubbléico ottimizzare la sua parte ed è qui la parte principale dle lavoro.

Se il PIL riparte è perché la crisi sta finendo, non perché i governi hanno fatto bene.
Se la crisi sta finendo (ne colgo anche io i segnali da un po') non significa che gli effetti (disoccupazione, calo della domanda) siano spariti e che non durino ancora a lungo. E non vuol dire affatto che anche a settembre-ottobre si assista alla ripresa. Io spero di si ma da due anni a questa parte due mesi buoni non significano nulla di piu' che due mesi buoni.

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Re: Italia fanalino di coda

Messaggioda mariok il 14/08/2009, 18:57

Intanto volevo sottolineare il fatto che il nostro paese sta semplicemente riconfermando anche in questa crisi il suo gap strutturale rispetto agli altri paesi dell'area euro, i quali usciranno dalla crisi più in fretta non tanto perchè i governi hanno fatto di più e meglio (anche se fare meglio del nulla o del peggio del nostro governo non ci vuole poi molto), ma perchè non hanno le zavorre che caratterizzano la nostra economia.

Il secondo punto che volevo evidenziare è che di questo gap, sul quale ai tempi del governo Prodi molti commentatori disquisivano continuamente, oggi non si parla praticamente più. E ciò non dipende certo dal fatto che questo governo abbia risolto il problema, anzi.

Incrementare la spesa corrente di 35 miliardi in un momento come questo è di una tale inaudita gravità, che è scandaloso che sia il solo Scalfari a parlarne. Immaginiamo quanto ne sarebbero state dette se a governare ci fosse stato un governo di centro-sinistra!

Infine non credo che gli interventi urgenti riguardino solo il settore pubblico, nel quale pure c'è moltissimo da fare, e che basti lasciar trovare al privato le ottimizzazioni sulla sua parte.

Il nostro è un sistema capitalistico asfittico e dominato da privilegi e posizioni di semi-monopolio (che riguardano non solo il settore dell'informazione, ma anche energia, trasporti ed altri) che lo condannano ad una costante arretratezza rispetto ai paesi più avanzati e che richiedono interventi urgenti per "liberare" e rendere trasparente il mercato.

Inoltre non credo che per esempio con l'Università e la ricerca che ci ritroviamo, familistica, clientelare e provinciale, il settore privato sia messo nelle stesse condizioni di competitività rispetto ad altri paesi. E di esempi del genere se ne potrebbero fare molti altri.

Non si tratta quindi di attuare politiche tardo-keynesiane rivolte a sostenere l'economia con denaro pubblico, ma non credo che basti un salomonico laissez-faire per assistere ad una "spontanea" ripresa dell'economia.
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