pinopic1 ha scritto:Ma io non mi riferivo alle reazioni degli altri, degli altri cattolici o degli altri laici. Un laico può avere qualsiasi posizione relativamente all'aborto. Non è che essere favorevole sia laico ed essere contrario sia non laico.
Un cattolico che voglia essere dentro la sua chiesa può ascoltare la sua coscienza se questa è in contrasto con i dettami della chiesa e rimanere nella chiesa?
L'essenza dell'essere cattolico è l'accettazione incondizionata dell'autorità delle gerarchie e del papa su materie di fede e morale.
Non è una critica; è una considerazione delle difficoltà oggettive che incontrano i cattolici in politica.
Accettazione incondizionata in teoria.
Poi se il fatto di non accettare incondizionatamente voglia dire non essere veri cattolici è altro discorso, che personalmente non condivido, non fosse altro che non so bene cosa voglia dire essere veri cattolici o veri cristiani.
Se lo sono chiesti in tanti, a cominciare da coloro che hanno azzardato posizioni in contrasto con la gerarchia ecclesiastica; da cattolici (o da presunti tali, secondo pinopic).
Possiamo, o meglio potete discuterne, ma quello che a me interessa di più è constatare che appunto tra coloro che si definiscono cattolici ci sono spesso differenze abissali in moltissimi campi; malgrado in genere abbiano quanto meno una sensibilità più spiccata su temi ad esempio come la vita nascente (per i laici-atei mai nata) etc etc.
Penso ad un Ciampi, azionista, fieramente laico eppure cattolico; decisamente diverso da una Binetti.
Insomma: a me infastidiscono le generalizzazioni, dentro e ovviamente fuori dai forum.
Premesso questo confermo: i cattolici in politica (vedi De Gasperi su tutti), sopratutto in Italia, trovano difficoltà oggettive.
Diverso discorso semmai è considerare queste difficoltà come sintomo che non si è cattolici; o del tutto appecoronati ai desiderata vaticani.
Eppure la stessa cronaca politica non mi pare ci racconti di uno schieramento cattolico uniforme avverso ad uno schieramento laico uniforme: le cose sono un po' più complicate, fermo restando le oggettive difficoltà di conciliare un credo religioso con il pluralismo della politica e della democrazia.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)