pianogrande ha scritto:lucameni ha scritto:Non mi pare così semplice.
Innanzitutto perchè un credente non vive il proprio credo solo andando in Chiesa, a meno che non si voglia permettere ai credenti solo quello.
Certo è che in altri paesi ci sono state soluzioni e comportamenti diversi dai nostri italici (anche se - pensando alla politica - le coalizioni tra partiti laici e partiti di ispirazione cristiana ci sono state e ci sono).
Ma convivere, quando ci sono valori diversi, non è mai facile, ovunque si sia.
Chi non ha problemi è perchè proprio non si pone il problema di convivere, con tutti gli annessi e connessi.
Aiuta solo la tolleranza; quella che dite avere solo voi.
Mentre io dubito proprio sia così.
La politica riguarda tutti, la religione riguarda solo se stessi, non può essere considerata intolleranza.
Il religioso che vuole imporre il suo credo per legge dello stato non può tacciare di intolleranza chi la pensa diversamente.
Siamo, se no, nel più becero del "chiagne e fotte".
Se mi obbligassero ad andare alla messa tutte le domeniche ed io mi lamentassi sarei dunque intollerante?
Io non ho nessuna intenzione di convivere nello stesso partito con chi la pensasse così.
La convivenza non è facile e le cose non sono affatto così semplici come vengono poste.
L'aborto, tanto per dire.
Credo che pochi azzardino una modifica della l.194.
Eppure anche l'intoccabile l.194, frutto di compromesso, pone dei limiti: ad esempio i 3 mesi.
Se -facciamo un esempio- ci fosse un laico che considerasse l'aborto legittimo e auspicabile fino all'ottavo o al nono mese, legittimamente considererebbe la legge troppo restrittiva e chiederebbe di modificarla.
Ma fin tanto esiste una legge come la 194 va rispettata, sia dai "cattolici" che dai "laici".
Una legge - appunto - nata da un compromesso. Frutto - magari sbagliato e discutibile - di una scelta politica.
Perciò pensare che ognuno possa fare quello che gli pare in tema di etica è una solenne baggianata; innanzitutto perchè esistono leggi che pongono dei limiti, a tutti.
E' possibile, certamente, muoversi politicamente per modificarle certe leggi, magari come nel caso dell'aborto in senso meno restrittivo, ma non è che da un lato ci sono i cattolici che a chiacchiere dicono di essere contrari e dall'altro i laici che in virtù di un'etica diversa, possono fare quello che pare a loro.
Questo è un esempio, evidente, di come convivenza di diverse opinioni, idee, provochi necessariamente un compromesso politico. E poi una legge e regole da seguire.
Chi è impegnato in politica mi risulta che operi per orientare la legislazione secondo i suoi valori, si spera nel rispetto del prossimo.
E questo che vuol dire?
La ricerca di un'accettabile compromesso.
Perciò raccontarci che ognuno può fare quello che gli pare, è forse un'aspirazione ma certo qualcosa che non esiste nella realtà. Nemmeno fuori dall'Italia.
Discorsi fatti con l'accetta, ultimativi e non privi di rispetto per l'interlocutore, vanno bene sui forum e tra gli amici al bar.
In politica meno; almeno per i miei gusti.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)