da mariok il 31/07/2009, 15:01
Non certo per recriminare sul passato, ma per tentare un'analisi seria, mai fatta finora, sul governo Prodi, alcune cose andrebbero dette.
Innanzitutto che uno dei principali problemi di Prodi fu quello della comunicazione, che non era certo il forte del professore, ma per giunta fu affidata a Sircana (ottima persona, ma chi l'ha mai sentito parlare?) ed ai vari galli e galletti che affollavano la coalizione.
Ricordate il pasticcio sulla tassa di successione? Un guazzabuglio di cifre per poi decidere, forse a ragione, di non farne niente?
Così, anche in quei due anni di governo Prodi, la comunicazione alla fine la faceva Berlusconi ed il centro-destra. Come meravigliarsi, quindi, che sia passato il messaggio dell'aumento selvaggio delle tasse, assolutamente falso o comunque non nei termini in cui si è fatto percepire alla gente?
E sul precariato? Infinite discussioni, addirittura manifestazioni di piazza, che hanno fatto passare del tutto inosservati i provvedimenti, probabilmente insufficienti, ma comunque positivi che sono stati varati. Provvedimenti peraltro, che nel più completo silenzio il cds si è affrettato a cancellare non appena reinsediatosi al governo.
Questo discorso può sembrare un inutile amarcord, ma probabilmente non è così se ci poniamo la domanda: la comunicazione del PD di oggi è tanto migliore di quella del 2006-2007?
A me sembra di no ed oggi ancora più di ieri i titoli dei media sono quasi sempre quelli imposti dal cds: dall'immigrazione clandestina fino alle ultime cavolate sugli esami di dialetto agli insegnanti.
Occorrerebbe, anche in questa fase, tenere ben presente che il congresso, oltre alla sistemazione degli affari interni, è anche un grande momento di comunicazione. E non trovate che forse dovrebbe essere gestita meglio di quanto fatto finora?
Quali messaggi si stanno lanciando al paese, oltre le diatribe tra i candidati su organizzazione interna e alleanze?
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville