La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Sinistra sì,sinistra no

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda franz il 28/07/2009, 8:24

pierodm ha scritto:La parte giusta.
Queste categorie sono infantili: Tex Willer, la parte giusta, quella sbagliata, l'impero del male e quello del bene, il signore degli anelli, il diavolo e l'acqua santa. Più terra terra, mi ricordano le ansie dei paesani, che ad ogni sciocchezza accusano "quelli che vengono dalla città" di credersi più civili, e così facendo in realtà dimostrano di essere sul serio se non incivili, sicuramente più fastidiosi di chi in città se ne frega di appiccicare etichette.
La parte è giusta o sbagliata a seconda di chi la guarda, e di quello che ci si aspetta.
La sinistra è, per definizione e per storia politica, quella parte che mira ad una maggiore giustizia sociale e alla realizzazione più piena possibile della democrazia - tanto per ridurre la cosa in termini essenziali.

Piu' che categorie infantili definirei giusto-sbagliato, bene-male come categorie prepolitiche, di cui ovviamente la politica, e non solo essa, si appropria.
Non credo affatto che solo la sinistra miri alla giustizia sociale, alla democrazia. E non credo che la sinistra miri solo a quello, questo è il punto. Poi il problema, qui tutto politico, è come vuole realizzare quegli obiettivi. Anche il cattolicesimo politico, cosi' come si esprime in europa, ha come obiettivo la giustizia sociale e la democrazia. Ed ha sicuramente un altro come. Anche la destra sociale ha, per definizione, obiettivi di maggiore giustizia sociale ed ormai si è abituata alla democrazia. Anche il pensiero liberale punta alla maggiore democrazia ed alle libertà economiche. Non guardiamo pero' all'Italia, dove tutto questo è distorto da una cultura politica che se non è primitiva è almeno fortemente arretrata. Io ritengo che quegli obiettivi elencati siano tutto sommato di tutti, in modo generale (in termini essenziali).
Ci si distingue sul come, sul percorso. Ed è qui che si fanno gli errori (anche quelli a cui allude Piero).
Non si possono fare errori se ci si limita ad indicare obiettivi aulici. E' solo nel metterli in pratica (il famoso budino) che si vede la differenza. Qui nascono errori e responsabilità. Ed anche vanno riconosciuti i meriti, perchè in fondo se noi oggi non siamo come l'albania o la serbia, bene qualche merito a qualcuno va dato.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda matthelm il 28/07/2009, 9:53

Pierodm, tu scrivi “ La sinistra è, per definizione e per storia politica, quella parte che mira ad una maggiore giustizia sociale e alla realizzazione più piena possibile della democrazia - tanto per ridurre la cosa in termini essenziali.
Non so se questo sia giusto per tutti. So che all'inizio lo era solo per la sinistra, poi è diventato (in parte, con distinguo) giusto per qualche altro, e alla fine è giusto per tanti quando è il momento di passare all'incasso.
”… e questo vale più di ogni altra spiegazione. E questo è il tuo ,legittimo, parere. E da lì quindi di conseguenza nascono le mie legittime e convinte prese di posizione.

La “mia parte”, qualche volta l’ho anche scritto, nasce dal mondo del cattolicesimo sociale e democratico, bresciano nel mio caso, dai “ribelli per amore” nella resistenza (non solo rossa!), dalle leghe bianche , dalla cooperazione bianca, dalle riforme agrarie, dal sindacalismo bianco, dalla scelta occidentale, dalla scelta europea e dalle mille iniziative sociali e popolari di innumerevoli enti e persone non di sinistra, anzi osteggiati da quella parte perché rivali che potevano distogliere il popolo dal “sol dell’avvenir”.
Ne avrei da raccontare ma queste cose sono storia italiana e non solo, ma il risultato è che con tutte le magagne che ci sono verificate sono state sempre inferiori se allora avesse prevalso “quella” sinistra che grazie ad altri poi ha potuto pian piano affrancarsi dal modello originale tragicamente affondato.

Certo il tempo macina tutto anche gli errori a volte drammatici di una gestione del potere troppo lunga. Periodo storico superato ma da non piegare mai ad una sola visione politica come ha sempre fatto la sinistra, se mi permetti.
Quindi sopporta qualche mia ripetitiva presa di posizione quando sento cose eccessivamente di parte e non vere.

Ma la storia non si ferma, ora c’è l’ipotesi PD per cui vale la pena tentare di realizzare affinché le affinità sociali possano aprire un nuovo capitolo facendo i conti con un popolo che facilmente si lascia abbindolare da cattivi maestri.

Ma sempre senza dimenticare gli errori passati che rimangono tali anche se si vorrebbe non fosse così. Da certi errori, reciproci, cerchiamo di trarne insegnamento per contrastare l'attuale tragica deriva.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda Robyn il 28/07/2009, 19:15

Ieri sera su rai tre c'era un bel documentario su Tina Anselmi primo ministro donna al ministero del lavoro e della previdenza sociale,nel quale si descriveva quanto di positivo abbia fatto per la parità uomo,donna nel mondo del lavoro.Mah,viene da pensare,..questa è sinistra,...di quanto fosse forte lo spirito democratico di quel tempo.La prima repubblica è stata in parte molto positiva ed in parte negativa.Tutti i partiti hanno avuto i loro meriti e i loro demeriti
Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11373
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda pierodm il 28/07/2009, 23:07

Franz, io non ho detto che certi valori sono "soltanto" di sinistra, in senso assoluto.
Sia pure sinteticamente ho tracciato un excursus: all'inizio dell'epoca post-assolutista, prima il liberalismo, poi il socialismo "romantico" soprattutto erano sicuramente gli unici depositari dell'idea di libertà, uguaglianza e giustizia sociale.
Per tutto l'800 il socialismo è stato questo, avendo come contraltare il liberalismo borghese - democratico, ma poco sensibile alla giustizia sociale - e i residuati dell'ancien regime, ai quali si univano le varie correnti legate al tradizionalismo religioso - con picchi di oscurantismo che ben sappiamo, che si opponevano anche al liberalismo e all'iluminismo. Questa è la (lunga) fase che ho definito della "sola sinistra" che sosteneva certi valori.
Quando la spinta democratica, in seguito al corso inarrestabile della storia sia politica che economica, ha reso non più difendibile l'ancien regime, la Chiesa - con il pragmatismo che la distingue - si è inserita nel discorso "sociale".
Insieme a questo, si è anche ampliato il fenomeno di una differeenziazione del liberalismo stesso, che ha recuperato in alcune parti lo spirito universalistico che ne aveva distinto la nascita, dando luogo a diverse forme di liberalismo sociale, quando non socialista tout court, che è confluito nel radicalismo libertario di fine '800, o perfino nell'anarchismo liberale, del quale uno degli esponenti più noti è stato Bertrand Russell. Questa è la fase che ho chiamato di "anche altri", con distinguo, con speciale allusione alla dottrina sociale della Chiesa.
In questa fase, è bene notare che la ricezione di questi valori ha portato a definire "di sinistra" quelle parti che ne facevano un tratto distintivo: non si trattava di una definizione che indicava tanto una collocazione parlamentare o partitica, ma culturale, di idee, di un concetto stesso di società.
Quanto, poi, questa assunzione di valori "sociali" fosse dovuta al marxismo, anche da parte di chi al marxismo non riconosceva lo stesso significato centrale che gli davano i socialisti, questo sarebbe un discorso interessante da approfondire: certamente molto del liberalismo italiano progressista, nei primi decenni del '900, si è fortemente intrecciato con il marxismo.
C'è poi il periodo post-bellico, repubblicano, nel quale l'idea di democrazia si è dilatata a classi e settori della società che fino a pochi anni prima sembravano refrattari o molto dubitativi, o indifferenti. Certe conquista democratiche, certe idee, certi valori - specialmente quando si univano alla crescita economica e al benessere - che erano state da un secolo l'essenza della sinistra, sono state considerate semplicemente patrimonio della repubblica e della sua costituzione, e tutti hanno trovato conveniente ritrovarcisi. In modo particolare nelle garanzie che un secolo di lotte sindacali avevano prima maturato come obiettivi, poi realizzato.
Questa è la fase che ho definito del "passare all'incasso", che per molti è stato solo una forma di convenienza concretamente percepibile, dimenticando o ignorando la storia che c'era dietro, la fatica lunghissima di liberali e socialisti nel portare avanti passo passo certe rivendicazioni.

La presenza e il contributo della componente sociale "religiosa", in tutto questo, caro Matt, è tutta da analizzare, essendo estremamente ambigua - e con questo mi riferisco anche a quello che dice Franz, circa il "come": non è solo il come, ma anche il che cosa. Difficile sostenere che la Chiesa abbia svolto un ruolo liberatorio e libertario, in materia di diritti civili, e che questi siano mai stati un dato distintivo dei cattolici impegnati in politica.
Tuttavia, là dove certi movimenti hanno avuto una posizione e hanno svolto un'opera meritoria in questo senso, proprio come dicevo nel mio primo post, sono stati definiti dalle controparti sociali e culturali "preti comunisti", o più borghesemente "gente di sinistra". E in realtà con la sinistra si sono ritrovati, e con gente di sinistra hanno svolto le proprie azioni - e con chi altro, se no?

Tutta questa lunga storia - certamente più complessa e sfaccettata di quanto io abbia detto in questo riassuntino - trova una limpida e semplificata rappresnetazione nella politica americana: tutti quelli che non stanno dalla parte che di tempo in tempo è stata rappresentata da Reagan, da Bush o dalla Palin, ovvero quelli che si oppongono apertamente alla pena di morte o all'uso indiscriminato delle armi, ovvero quelli che hanno lottato contro la discriminazione razziale, le femministe, e perfino il New Deal, sono definiti "comunisti", o in sedi più raffinate "in odore di socialismo", sebbene la definzione "ufficiale" sia - significativamente - quella di "liberal", come in effetti sono per la gran parte.

Per inciso: se qualcuno, a questo punto, pensa che queste riflessioni, questi discorsi non abbiano un senso attuale, si sbaglia. E di molto. Gran parte delle difficoltà del PD nel diventare un partito quale vorrebbe essere, nascono proprio da questi nodi irrisolti, da questi equivoci mai chiariti.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda matthelm il 29/07/2009, 11:49

Pierodm, più ti addentri e più annacqui le tue tesi di partenza sulla sinistra.
E’ inevitabile perché la storia non si taglia a fette.

Secondo me hai parecchie lacune sul cattolicesimo sociale che in Italia ha scritto pagine di progresso e sviluppo delle classi dei diseredati. Dalle mie parti ha segnato e surclassato di molto la “sinistra” che lo vedeva come rivale da abbattere.
Se scavi troverai molte sorprese.

Hai ragione, ci sono nodi irrisolti ma questi provengono dalle tue primogeniture esclusive che non sono però giustificate e che qualcuno vorrebbe issare ancora oggi su un gonfalone che risulterebbe di anime morte.
Ma non temere i riformisti ci saranno sempre se sapranno buttare a mare orpelli di propaganda correggendo errori, a volte truculenti e giganteschi, e sapendosi rapportare ad altre esperienze con la giusta umiltà, ciò che spesso è mancato alla famosa sinistra. Ed i tuoi scritti ne sono una ulteriore dimostrazione.

Vedi come è dura la strada per un centrosinistra nuovo e moderno. Certo non ci si può attardare ad aspettare chi ormai è irrimediabilmente in ritardo. Si può fare? Speriamo.
Certo che io personalmente solo a quelle condizioni ci starò.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda pierodm il 30/07/2009, 0:40

Matt, dal momento che tu - come sempre - ne fai una questione prsonale, e nel farla sei - come sempre - supponente e offensivo, mi ritengo sciolto dal dovere di usare cortesia.
Quindi, parto dalla fine: che tu "ci sia" - e che ci siano quei pochi o quei tanti che la pensano come sembri pensarla tu, non mi sembra importante. Tra l'altro, non so - non sappiamo - nemmeno in quale "dove" dovresti essere.
Una cosa però è certa: senza la sinistra, anzi senza la gente di sinistra, quel "dove" difficilmente ci sarà, e - se mai ci dovesse essere - sarebbe niente di più e niente di meglio che una stucchevolissima riproposizione della vecchia DC.

Quanto ad annacquare, sarebbe bene che tu rileggessi quello che ho scritto: ti accorgeresti che ho semmai rincarato la dose.
Per quello che riguarda il cattolicesimo sociale, è lecito che qualche affezionato cultore della materia ne rivendichi le virtù: cosa utile e significativa, se il tema è la storia del cattolicesimo, o la storia dell'assistenza ai diseredati.
Se parliamo di politica, la faccenda è diversa. Se parliamo di storia, è meglio lasciar perdere.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda franz il 30/07/2009, 8:49

pierodm ha scritto:Una cosa però è certa: senza la sinistra, anzi senza la gente di sinistra, quel "dove" difficilmente ci sarà, e - se mai ci dovesse essere - sarebbe niente di più e niente di meglio che una stucchevolissima riproposizione della vecchia DC.

Non voglio mettere il becco tra voi due ma solo far notare che parimenti "senza il cattolicesimo democratico, anzi senza la gente di centro, quel "dove" difficilmente ci sarà, e - se mai ci dovesse essere - sarebbe niente di più e niente di meglio che una inverosimile riproposizione del vecchio PCI." o delle varie "cose 1,...2, ...3", aggiungo io.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda matthelm il 30/07/2009, 9:30

Pierodm
Ma, io non so cosa intendi per “questione personale”. Io rispondo secondo mie valutazioni, non faccio come altri che per avvalorare le loro tesi si ammantano di presunti giudizi super partes e quindi non discutibili.

Se questa nostra discussione ha un senso, e il confronto sempre serve, è nel constatare che con l’ideologismo radicato e pregiudiziale è difficile ed alla fine inutile dibattere perché dimostra che c’è chi vuol cuocere nel proprio brodo.

Un saluto.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda pierodm il 31/07/2009, 0:02

Franz, i cattolici democratici - qualunque cosa siano di preciso - stanno ovunque.
Senza di loro si potrebbe dire che non esisterebbe il PdL: tuttavia il PdL è ben poco cattolico e discutibilmente democratico, e infatti è particolarmente caro alle gerarchie vaticane.

Per quello che vedo io e che penso da quando si è profilato questo PD, questo partito potrebbe benissimo essere fatto di sola gente di centro, più o meno cattolica, più o meno democratica, e diciamo pure più o meno di centro.
E, se le cose continueranno così, è probabile che proprio questo sarà il destino del PD.

Il problema è: abbiamo bisogno - l'Italia ha bisogno - di due o tre "poli" che siano una variazione sullo stesso tema, ossia il tema "centrista" - qualunque cosa sia di preciso?
Una domanda, questa, che io francamente compilerei in modo leggermente diverso, e più adeente alla realtà: abbiamo bisogno di una gamma di partiti che vanno dalla destra estrema al "centro", o non sarebbe più logico, e più rappresentativo, averne una che vada dalla destra alla sinistra?
Ma, come si fa ad avere una sinistra, se bisogna sempre e comunque pensarla, e miscelarla, e impastarla con quel pestifero imbroglio che ci si ostina a definire come "centro"?

Ovviamente, questa mia tesi massimalista e giacobina si basa sul fatto che destra e sinistra non sono due posizioni che si certificano l'una con l'esistenza dell'altra - vale a dire che il PdL non è "destra" perché sta alla destra del PD, e che il PD non è "sinistra" perché sta a sinistra del PdL.
D'altra parte, se avesse un senso questa visione geometricante della politica, il concetto di "centro" - di qualunque materia fosse immaginato - si basa sull'ipotesi che sia sempre e soltanto uno e singolo: due "centri", ossia due partiti di centro, o dovrebbero essere perfettamente identici, o nella loro diversità sarebbero uno un po' più spostato a sinistra e uno un po' più a destra. Sorgerebbe allora la necessità, o meglio l'occasione, per la nascita di un terzo partito di centro, che stesse tra il centro di destra e quello di sinistra.
Ma poi: se la destra sta a molto a destra, e la sinistra sta verso il centro, il centro-centro si calcola sull'equidistanza tra destra e sinistra, o si calcola sull'equidistanza tra le estremità teoriche?
E se, adottando il secondo criterio, si scopre che il centro-centro cade un po' a sinistra del baricentro del centro-sinistra?

La cosa che mi diverte sai qual'è? Che, con argomentate ragioni, sembra che l'Italia debba copiare da chiunque, dal federalismo svizzero, dal presidenzialismo francese, dal lobbismo americano, dal bipartitismo britannico, dalla spregiudicatezza spagnola. Ma su una cosa, però, siamo i più furbi di tutti e non accettiamo lezioni da nessuno: sul ripudio del concetto stesso di "sinistra", sulla liquidazione della sua storia, e sul fatto che siamo l'unico paese occidentale ad aver fatto sparire dalla scena un partito socialista o comunque esplicitamente di sinistra.
I "cattolici democratici", dopo sessant'anni di clandestinità, di sofferenze e di sottosegretariati, finalmente possono aspirare al governo di questo paese martoriato dai mafiosi comunisti e dalla camorra socialista.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda franz il 31/07/2009, 8:35

pierodm ha scritto:Il problema è: abbiamo bisogno - l'Italia ha bisogno - di due o tre "poli" che siano una variazione sullo stesso tema, ossia il tema "centrista" - qualunque cosa sia di preciso?
Una domanda, questa, che io francamente compilerei in modo leggermente diverso, e più adeente alla realtà: abbiamo bisogno di una gamma di partiti che vanno dalla destra estrema al "centro", o non sarebbe più logico, e più rappresentativo, averne una che vada dalla destra alla sinistra?
Ma, come si fa ad avere una sinistra, se bisogna sempre e comunque pensarla, e miscelarla, e impastarla con quel pestifero imbroglio che ci si ostina a definire come "centro"?

La domanda è veramente strana. Non si tratta di chiedersi se abbiamo bisogno, quasi ci fosse una possibilità di fare a meno. La realtà italiana è quella descritta. I poli, le culture ci sono, si mischiano, sono interdipendnenti, si compenetrano. E mutano costantemente nel tempo, in modo a volte visibile ed a volte impercettibile.
La realtà è questa. Vi sono esigenze sociali nella destra, ci sono filoni liberali anche a sinistra, il cattolicesimo permea tutto il paese. Non si puo' affettare la realtà con l'accetta. Se mi permetti il gioco di parole la realtà dobbiamo accettarla, ma non nel senso dell'acetta di prima. La base di partenza della politica è la presa d'atto, l'accettazione, della realtà cosi' come è, anche se non ci piace e ci organizziamo per cambiarla. Certo che per accettarla, la realtà, dobbiamo anche saperla leggere, interpretare. Se per te i tre poli sono solo "variazioni sul tema", e la cosa non ti piace, considera che forse (anzi molto probabilmente) è solo un tuo difetto di lettura della realtà. Esaminala meglio, vedi le cose da una prospettiva diversa (cosa a cui discutendo e dialogando è possibile arrivare) ed i tuoi crucci svaniranno, anche se ne appariranno altri ... direi più realistici.

Quanto alla sparizione che lamenti, dovresti rivolgerti agli artefici di questa auto-sparizione, che sono i leader della sinistra. O vuoi dare la colpa ad altri?

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

PrecedenteProssimo

Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron