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Torniamo a parlare di PD del Nord?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda franz il 06/07/2009, 20:50

pierodm ha scritto:Come nel famoso paradosso, chi più si affanna a negare o banalizzare la "diversità", e ad accusare altri di avere la puzza sotto al naso, è quello che più di tutti si sente diverso e migliore, che ha più puzza sotto al naso e che ritiene di essere fuori dalla mischia a tal punto da poter vedere e giudicare dall'alto della propria superiorità.
...
Qui parliamo di diversità reale, non di quella immaginata e percepita: dipende poi, naturalmente, in quale campo, ossia entro quali confini la consideriamo. Nel nostro caso parliamo di diversità politica e culturale.

Prima di percepire paradossi occorre percepire. Io non ho negato diversità, anzi ho scritto (inutilmente) che essa non la volevo affatto negare. Ho chiarito infatti che quello che nego è la migliorità , neologismo di cui mi scuso ma è solo funzionale ad un estremo tentativo di far capire qualcosa a chi non vuole farlo. "Migliorità" che nego non come mia o tua o di alcuni ma coma affare e connotato di gruppi (etnici, sociali, politici). E soprattuto nego che esista un legame tra il fatto (ovvio) che ci sono individui migliori ed il "non fatto" che esistano gruppi migliori (affermazione razzista, specista, etc etc).

Ad essere migliori (o piu' adatte al momento ed alla circostanza, nonché "contesto") possono essere delle proposte politiche, non i gruppi che le sostengono.

Ciao,
Franz
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda pierodm il 07/07/2009, 14:15

"Migliorità" che nego non come mia o tua o di alcuni ma coma affare e connotato di gruppi (etnici, sociali, politici). E soprattuto nego che esista un legame tra il fatto (ovvio) che ci sono individui migliori ed il "non fatto" che esistano gruppi migliori (affermazione razzista, specista, etc - Franz.

Va bene, l'hai detto, lecitamente.
Rimane solo da spiegare il perché lo dici, o meglio, su che cosa basi quest'affermazione, che così com'è sembra un dogma.
Tra l'altro: cancella "etnici", che ci hai infilato in mezzo di soppiatto.
E cancella pure "sociali", che è piuttosto vago e hai infilato anche questo di soppiatto.

Il discorso era politico, e tutt'al più culturale e intellettuale.
Essendo politico, culturale e intellettuale, non si capisce perché mai si debba escludere il gruppo, il partito, la categoria sociologica: o la politica è prevalentemente, anzi - secondo la tua tesi - esclusivamente, un fatto individuale?

Oltre tutto, quello che definisci un fatto ovvio, cioè la migliorità individuale, non è ovvio per niente, se non si specifica "migliore in che senso": la Pfeiffer è migliore della Montalcini? Gassman era migliore di Pertini o di Carl Lewis?
Questo è comunque un modo come un altro per dire "migliore per chi", ossia "secondo quale criterio": in pratica, un giudizio che, come molti giudizi, la dice lunga sia sull'oggetto del giudizio, sia su chi il giudizio lo emette: difficile che La Russa giudichi Berlinguer "migliore" di Almirante, e probabilmente anche di Cossiga e di un centinaio di personaggi di governo e sottogoverno.

E infine, quando tu parli di una "resistenza al cambiamento", di una "cultura statalista e centralista" che si ostina ad opporsi alla soluzione che da altre parti ha dato buona prova di sè, ossia al federalismo, di che parli? Di una nube che aleggia sugli Appennini? O di una parte di popolo, di elettorato, di gruppi e di partiti, che soffrono di quello che tu consideri un "pensiero sbagliato", un ritardo culturale, una posizione politica negativa?

Ecco, gli specchi ci sono. Le unghie e le ventose fanno parte dell'attrezzatura personale.
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda mauri il 10/07/2009, 15:10

leggevo dei pruriti secessionisti del sud, guidati da lombardo e dai loro interessi
franz credo che quanto hai proposto possa essere la via giusta
riprendo

""Se il PD fosse una federazione di PD locali autonomi (macro regionali)
ognuno con una strategia locale credo che avrebbe l'opportunità di fare breccia
al Nord ed anche al Sud. Non solo nel centro dove siamo forti anche se si
perde terreno.

Ovviamente poi sarebbe compito del PD federale avere una linea politica
sui temi nazionali ma questo lascerebbe libero il PD nelle varie regioni
di avere un orientamento che riflette le esigenze locali (esattamente
quello che succede in USA, in Germania, in Svizzera). ""

ma non come pd del Nord-Centro-Sud-Isole ma regionale e quindi flessibile e leggero grazie ai circoli dei comuni, con conseguente eliminazione dei provinciali, e delle province ovviamente
tutti dovrebbero dotarsi di strumenti informatici che devono servire ad una rapida informazione e progettualità, inoltre dovrebbero diventare sede di riferimento per i GAS e equo solidale che oltre ad aiutare finanzia
i circoli diventerebbero attori primari che danno la linea al partito, ma i circoli se non sono in mezzo alle persone e con le persone non servono a niente perchè non colgono i problemi del quotidiano, quelli semplici da risolvere, i massimi sistemi lasciamoli ai dirigenti nazionale,
ciao, mauri
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda lucameni il 10/07/2009, 15:27

Ricordo solo che in tempi recenti la mafia, in cerca di un modo efficace per uscire dalla fase di "immersione", imbastì un partito sicilianista, con aspetti appunto leghisti,volendo mettere in lista non politici collusi ma direttamente esponenti di Cosa Nostra.
E' cronaca giudiziaria.
Perciò ritengo che sia utile uscire dal livello teorico e vedere per bene motivazioni e personaggi interessati alla cosa.
Visto che la storia qualcosa insegna, non sarei del tutto ottimista.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda pierodm il 12/07/2009, 1:56

Io vorrei solo che si spiegasse cosa significa "strategia locale": probabilmente la spiegazione non mi convincerebbe, e avrei da ridire, ma almeno si comincerebbe a dire qualcosa di preciso invece di rimanere nel vago e nell'indeterminato.
In altre parole: io ho una mia idea ababstanza "obbligata" su quello che s'intende, e che ne consegue, ma è appunto una mia idea, non una dichiarazione esplicita della quale i proponenti si prendono la responsabilità.
La mia idea è che "strategia locale" significa fare concorrenza alla Lega con lo stesso linguaggio e gli stessi argomenti della Lega, e al sud fare concorrenza alla destra sul piano delle promesse e del clientelismo, e così via. Insomma, una schifezza.
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda franz il 12/07/2009, 8:41

pierodm ha scritto:Io vorrei solo che si spiegasse cosa significa "strategia locale": probabilmente la spiegazione non mi convincerebbe, e avrei da ridire, ma almeno si comincerebbe a dire qualcosa di preciso invece di rimanere nel vago e nell'indeterminato.
In altre parole: io ho una mia idea ababstanza "obbligata" su quello che s'intende, e che ne consegue, ma è appunto una mia idea, non una dichiarazione esplicita della quale i proponenti si prendono la responsabilità.
La mia idea è che "strategia locale" significa fare concorrenza alla Lega con lo stesso linguaggio e gli stessi argomenti della Lega, e al sud fare concorrenza alla destra sul piano delle promesse e del clientelismo, e così via. Insomma, una schifezza.

Non ho usato io quel termine ma credo di essere in grado di dare la mia spiegazione. Diversa dalla tua.
Che un partito debba avere una strategia mi pare ovvio. Almeno in teoria. Se ha degli obiettivi avrà anche una strategia per raggiungerli. Tu mi dirai che questo è tutto è da dimostrare, parlando del PD e della sinistra in genere, e posso essere anche d'accordo. Tuttavia non vorrei divagare sul fatto che una strategia nazionale sembra non esistere, tanto è confusa ed ondivaga. Localmente pero' i problemi possono essere diversi da quelli nazionali. Nel senso che oltre ad un gruppo di problemi comuni a tutta la nazione, ne esistono altri che emergono solo localmente, diventando quindi emergenze locali. Ecco che quindi a fronte di problemi locali, si individuano obiettivi locali e strategie altrettanto locali. Il tutto poi rafforzato dal fatto che il concetto di "think global, act local" ci induce ad agire localmente anche per la soluzione di problemi globali. E poiché nell'agire concreto abbiamo anche la strategia (quando è messa in pratica) giocoforza che si rafforzino "strategie locali".
Il che non significa fare concorrenza ad altri sul loro stesso linguaggio ma significa farlo sul loro stesso terreno, individuando localmente soluzioni diverse da quelle della destra. A questo punto almeno localmente sarà chiara ed univoca la nostra strategia e ci rimarrà il compito di coordinare quella nazionale.

Capisco che cosi' terra terra ci sia il rischio di proporre soluzioni efficace ed anche di risolvere i problemi.
C'è anche il rischio di smetterla con concetti aulici e parole robonanti, ormai sterotipate che pochi capiscono.
Insomma c'è il rischio serio di vere un bel po' di voti in piu'.
Non è una schifezza, quindi: è politica. Per i qualunquisti è la stessa cosa ma spero che non sia cosi' per nessuno qui.
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