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Il nostro vero problema

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Il nostro vero problema

Messaggioda pierodm il 30/06/2009, 19:39

Mi chiedo dove sarebbe il terzo laterale a sinistra, a questo punto, dato che la parte a destra del PD sfiora il 50% (il 60% se... - Franz.

Se la mettiamo sul numerico stretto, allora, non capisco perché si parla di "terzi", dato che il 50% non è un terzo ma la metà, e il 10% dei centristi UDC anch'esso non è un terzo.
Già altre volte, però, avevo criticato quella che chiamavo la "sindrome della simmetria", cioè quella tendenza a schematizzare la realtà secondo una suddivisione per "numeri canonici", che sono in genere uno, due, tre, cinque e dieci.
La realtà è invece spesso asimmetrica: due parti grandi, una piccola e due o tre microscopiche, o sei medie e due piccole, o quattordici, o ventidue disuguali, etc. - oltre al fatto che altrettanto spesso le varie parti si sovrappongono o sfumano l'una nell'altra senza un confine preciso.

Partiamo dalla definizione che abitualmente si dà circa la famosa area "moderata": chi non è schierato né con la destra né con la sinistra, tanto per cominciare - e il PD mi sembra che corrisponda.
Poi, chi ha un'impostazione "gradualistica" rispetto a chi crede nelle azioni di rottura - e anche qui ci siamo.
Poi, chi crede nella sostanziale bontà dello status quo, ovvero chi si mostra dichiaratamente "legalista" rispetto a pulsioni di vario genere che contestano l'impianto istituzionale in quanto squilibrato a favore di una parte - e anche qui ci siamo.
Poi, chi non avanza gravi contestazioni al sistema economico, ma si limita a rivendicare qualche riforma che ne migliori il funzionamento - e anche qui il PD mi sembra in linea.

Ora, quest'area può corrispondere ad una percentuale assai variabile: quando si dice "un terzo" credo che si debba intendere non tanto come quantità, ma come "terzo soggetto" rispetto ad altri due. Una questione di sostanza, insomma, più che un valore numerico.
Lo stesso vale anche per gli altri "terzi", ossia per gli altri soggetti, che in realtà possono essere anche più di due: una destra conservatrice liberal-democratica, per esempio, più una destra estrema, più una sinistra d'impronta sindacale, più una sinistra "rivoluzionaria", più un'area religioso-integralista, più un'area di accentuato riformismo liberale, più un liberalismo rivolto principalmente ai diritti civili (radicali), etc.
E' vero, possiamo ex officio accorpare queste aree, per arrivare a definire due schieramenti, o tre, ma dipende a quale scopo lo facciamo: sul piano politico-culturale si è visto durante l'opposizione al fascismo e nella resistenza che gli schieramenti sono stati sostanzialmente due.
Quando però si cerca di definire la composizione di un elettorato, gli accorpamenti rischiano di dimostrarsi artificiosi e fallaci: se le aree sono sei o sette, bisogna eventualmente valutare le loro rispettiva compatibilità, e le ragioni che ne costituiscono l'esistenza e l'effettiva rappresentatività sociale.

In questo senso, a me sembra che il centrismo, il moderatismo sia largamente rappresnetato proprio dal PD, sia seguendo le difinizioni di cui sopra, sia guardando alla parte di società che vi si riconosce: difficile pensare che quella parte "operaia" che si riconosceva nel PCI, per esempio, trovi nel PD una naturale rappresentazione, o che la trovino quelle categorie più povere, più emarginate, più deboli e meno garantite.
Nel momento in cui un sistema elettorale viene forzato verso il bi-tri-polarismo può darsi che una parte dei non-rappresentati confluisca nel voto verso il partito meno lontano, ma questo non cambia la sostanza della lettura delle posizioni sociali, né l'insufficiente potere di rappresentatività di quel partito, e quindi la sua cagionevolezza o debolezza tout court.

Ma c'è poi un ulteriore elemento di perplessità, di carattere strettamente elettorale.
Pensare di dover andare a caccia dei voti moderati, credendo di essere "di sinistra", senza accorgersi che i voti moderati che era possibile raccogliere già si hanno, significa essere destinati ad una perenne frustrazione.
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Re: Il nostro vero problema siamo noi...

Messaggioda Loredana Poncini il 01/07/2009, 8:24

Ribadisco (sperando di essere sempre meno moderata e sempre meno confusa su quanto il PD sta facendo ed intende fare!): NOI, QUI, in Rete, ci lasciamo irretire dai bei discorsi su quanto vorremmo che i dirigenti-leaders facessero, o cerchiamo (nei modi più informatici possibili !) di DARCI VOCE tanto da indurre all'ascolto, colà dove decidono del PD e non solo ?
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Re: Il nostro vero problema

Messaggioda ranvit il 01/07/2009, 12:36

Davvero stupefacente questa querelle sui "terzi"....a dimostrazione che in Italia politicamente molti sono ancora legati alle classificazioni del novecento oramai sepolte e dimenticate dai....contemporanei.
Va bene che si sa di una sinistra con ancora tanti conservatori. Ma sarebbe ora di prendere atto della realtà. Per esempio : ormai la gran parte degli operai vota o per la lega o per il Pdl...

Insomma la mia grossolana divisione dell'elettorato in tre terzi va ben oltre le risultanze elettorali suddivise per partiti.
Voglio dire che storicamente l'elettorato italiano si è sempre espresso al 55-60% circa per il centrodestra indipendentemente dalle sigle. Un tempo con l' Msi-Dc-Pli ma anche Psdi e Pri, oggi con Pdl-Lega-Udc. Tutto il resto si poteva considerare "sinistra" e veleggiava intorno al 40-45%, oggi Rif-Sin e libertà- Idv - Pd).

In realtà queste percentuali riconsiderate alla luce delle astensioni (circa il 20-25% facenti parte nella mia classificazione del terzo "centrale") e dell'effetto del bipolarismo (vittorie del Cs del '96 e 2006 nei quali evidentemente molti voti del Cd si sono riversati nel Cs) mi portano a parlare dei famosi "tre terzi". Tutto qua!

Poi di seghe mentali per spaccare il voto degli italiani in 4 o 6 o mille e passa ce ne possiamo fare quante ne vogliamo....ma non cambiano la realtà : se il Cs di oggi vuole vincere le elezioni deve rinnovarsi negli uomini e nei metodi e fare proposte al Paese allineate ai problemi di oggi e non alle parole d'ordine del passato abbondantemente diventate retorica (utile solo a mantenere "vivi" un po' di catorci umani del passato)!

Pace e bene, Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il nostro vero problema

Messaggioda pierodm il 01/07/2009, 19:35

Ranvit, forse non te ne sei accorto - anzi, sicuramente non te ne sei accorto - ma non diciamo cose molto diverse, almeno se sono riuscito a capire il tuo discorso, della qual cosa non sono proprio sicuro.

Premesso questo, io francamente eviterei di usare sempre, sistematicamente i toni sopra le righe e sotto le scarpe: per esempio, definire "seghe" le opinioni diverse dalle tue, o "catorci umani" non so bene chi, ma chiunque sia mi suona male.
Non è una questione di stile - sebbene, se anche fosse, lo stile significa pure qualcosa - ma di sostanza: tanto per dire, le seghe mi sembrano evocate proprio dai tuoi discorsi, che vanno su e giù sempre allo stesso modo, monotoni e martellanti.
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Re: Il nostro vero problema

Messaggioda ranvit il 01/07/2009, 19:59

pierodm ha scritto:Ranvit, forse non te ne sei accorto - anzi, sicuramente non te ne sei accorto - ma non diciamo cose molto diverse, almeno se sono riuscito a capire il tuo discorso, della qual cosa non sono proprio sicuro.

Premesso questo, io francamente eviterei di usare sempre, sistematicamente i toni sopra le righe e sotto le scarpe: per esempio, definire "seghe" le opinioni diverse dalle tue, o "catorci umani" non so bene chi, ma chiunque sia mi suona male.
Non è una questione di stile - sebbene, se anche fosse, lo stile significa pure qualcosa - ma di sostanza: tanto per dire, le seghe mi sembrano evocate proprio dai tuoi discorsi, che vanno su e giù sempre allo stesso modo, monotoni e martellanti.



Hai ragione....in linea di massima!

Ma, premesso che evidentemente se dico spesso le stesse cose è perchè rispondo alle....stesse cose, ormai non se ne puo' piu'. di fantasticare sulle contorte motivazioni per cui gli italiani voterebbero Berlusconi e non la sinistra.

Vittorio
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Re: Il nostro vero problema

Messaggioda Loredana Poncini il 03/07/2009, 18:29

Il nostro vero problema, visitando questi forum(ulivisti?), e non per caso,è che si cominciano tanti (troppi?) temi ogni giorno, riportando i "nostri"giornali, e, temo, disperdendoci nella quantità.
Ogni interlocutore vi si appoggia, agli opinionisti patentati, per suffragare la sua opinione, e così che succede ? ... siam sempre di meno, anche qui, e per motivi diameytalmente opposti a www.costituentedemocratica.net.
Quindiè bene cambiar rotta, perchéè evidente che ci stiamo rompendo...
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Re: Il nostro vero problema

Messaggioda pagheca il 03/07/2009, 19:00

concordo. Riportare per intero articoli di giornale di repubblica e corriere che tutti sono in grado di trovare da soli effettivamente non e' il modo migliore di sfruttare un forum, e la proliferazione di argomenti complica la lettura.
Altra cosa pero' e' riportare frammenti di giornale per evidenziare punti di vista o notizie in tema con l'argomento trattato.
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Re: Il nostro vero problema

Messaggioda ranvit il 03/07/2009, 19:16

Caro pagheca, "conosco" via web loredana da tempo....non vorrei essere scortese ma francamente non ho ancora capito cosa cerca. Forse vorrebbe un web militante nel senso di "fare" politica operativa. In realtà la politica operativa la si fa iscrivendosi ad un partito e partecipando a riunioni, congressi etc etc.

Il ns forum non è (mi correggerà la redazione se sbaglio) un sito/forum di partito. Ma solo un luogo di discussione ed approfondimenti politici di persone che si riconoscono nell'area del centrosinistra.


Per quanto riguarda il riportare articoli di giornali (essendo io uno dei principali azionisti di questa forma), non escludo che si possano riportare brani, ma in genere è difficile non travisare le intenzioni di chi scrive (o parla) riportando solo alcuni pezzi.
Piu' in generale, premesso che personalmente non riporto sempre e solo articoli di Repubblica o del Corriere ma anche di altri giornali o luoghi del web, bisogna anche ricordare che non tutti possono o vogliono leggere tutti i giornali e/o frequentare i luoghi piu' disparati del web.
Ma se anche li avessero letti....francamente non vedo dov'è il problema!

Vittorio
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Re: Il nostro vero problema

Messaggioda pagheca il 03/07/2009, 19:33

il problema che io vedo e' che un cut & paste senza commenti come succede spesso *secondo me* disperde parecchio e non serve a molto. Tutto qui.

E' chiaro che non sono certo io a decidere cosa fare di un forum, ma e' anche chiaro che fare critiche o esprimere suggerimenti in maniera educata mi sembra normale.

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Re: Il nostro vero problema

Messaggioda ranvit il 03/07/2009, 19:53

pagheca ha scritto:il problema che io vedo e' che un cut & paste senza commenti come succede spesso *secondo me* disperde parecchio e non serve a molto. Tutto qui.

E' chiaro che non sono certo io a decidere cosa fare di un forum, ma e' anche chiaro che fare critiche o esprimere suggerimenti in maniera educata mi sembra normale.

pagheca



Spesso l'inserimento di un articolo serve anche solo a stuzzicare una discussione su cui si interviene poi successivamente.
Il disperdere è relativo....di cosa dovremmo parlare tutti giorni se non di quello che accade in giro, tutti i giorni?
Non è, "secondo me", che possiamo stare qua a fare discussioni "datate" (oggetto semmai dell'interesse di studiosi della specifica materia).

Nemmeno io decido cosa fare di questo forum, sono uno dei tanti come te. Cosi' come, e ci mancherebbe, ritengo si possano fare tutte le critiche che si vuole.

Ciao, Vittorio
Ultima modifica di ranvit il 03/07/2009, 19:57, modificato 1 volta in totale.
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