da pierodm il 01/07/2009, 23:50
Avrei diverse obiezioni nel merito, ma il discorso di Cacciari è l'unico - tra quelli riportati - che sottolinea la questione fondamentale: un contenuto politico, sul quale eventualmente fondare la disputa sulle candidature e le persone.
Senza risolvere questo problema, tutto il resto è ugualmente possibile e impossibile, lecito e illecito, giusto e sbagliato.
Intanto, con la faccenda della "simpatia", la Serracchiani l'abbiamo persa, e credo senza tanti rimpianti.
Purtroppo, ho la sensazione che, al di là della specifica persona, Debora rappresenti la figura tipica-media del "giovane emergente".
E poi lo devo dire: non coltivavo il feticcio del giovanilismo nemmeno quando avevo vent'anni, e continuo a non coltivarlo.
Del resto, un Gobetti o un Gramsci non è che avessero un seguito perché giovani, ma perché esprimevano cose intelligenti - e in questo campo per essere "intelligenti" in modo preminente non basta saper mettere quattro parole in croce, e nemmeno saper estrapolare belle citazioni o saper cucinare un bel menu programmatico, e il guaio è che nella situazione presente queste abilità siamo costretti a considerarle già notevoli.
Ma probabilmente tutto dipende dal fatto che le singole persone, spogliate dell'autorità, della forza, dello slancio che deriva dall'appartenenza ad un partito che ha un'identità o ad una cultura che ha una storia, e costrette a mostrarsi per quello che sono nella propria nudità, o hanno la statura del genio o sono destinate a fare sempre una magra figura.
Non è un caso, infatti, che quel poco o quel tanto di credibilità la possiedono, tra i candidati, quelli che almeno appartengono ad una "scuola" politica: Bersani, o lo stesso D'Alema.
Sarebbe interessante, tra l'altro, che qualcuno finalmente si decidesse a spiegare perché mostra tanta acrimonia verso D'Alema e altri come lui, e li giudica inadatti a condurre il partito, entrando nel merito delle scelte fatte e dei temi politici da essi rappresentati.
Se qualcuno pensa che parlo così in quanto "orfano" del PCI, o nostalgico di una certa politica, potrei rispondere che non è esattamente così: potrei, ma non lo faccio. Preferisco dire di sì, che mi sento orfano e nostalgico: voglio vedere se c'è qualcuno che ha il coraggio di dire che faccio male, di fronte alla situazione alla quale siamo arrivati.