pierodm ha scritto:Non è una balla. Le cose cambiano.
Dopo il SI' il PDL da solo, senza accordi con nessuno, prenderebbe la maggioranza assoluta.
Lo stesso varrebbe anche nel caso del PD.
Il che ci porta dritti dritti al punto 2.
.....
Dopo il SI' anche un singolo partito, non una coalizione, può ottenere il medesimo risultato.
Inoltre non è affatto vero che si tratta di ipotesi teorica: abbastanza improbabile, ma non remota, e non è detto che - al contrario di quello che vorrebbero i bipolaristi - il miraggio di prendere tutta la posta con un 20% risicato potrebbe spingere ad azzardati calcoli scissionistici.
Ovvio che se sei contro il maggioritario ed il bipartitismo devi votare NO.
Ma se ne facciamo una questione di logica, credo che la tua sia molto debole.
1) Dopo il SI' il PDL da solo, senza accordi con nessuno, prenderebbe la maggioranza assoluta.
° Osservazione: VERO, ma quello del PD lo sanno.
° Sanno che se non si uniscono con altri, perdono. Lo si vede benissimo chi da solo è il primo partito.
° Quindi ammettiamo che il PD decida di unirsi a Di Pietro oppure Casini oppure entrambi.
° Perché con loro? Perchè è sicuro che questi due partiti sarebbero spazzati via
° Con chi dei due? Per primo con quello che pretende meno peso ricattatorio.
2) Ora però la CDL sa che l'avversario potrebbe superarlo e vincere con il 55% dei seggi.
° Quindi anche la CdL farà di tutto per fare una lista unica con Bossi o con Casini.
° O con entrambi.
° E anche qui valgono le stesse considerazioni precedenti ....
3) A questo punto gioco forza il PD deve incorporare nella sua lista-partito anche qualche esponente della sinistra radicale. E la CdL cercèrà di incorporare Storace & Company, pardon camerati.
Non c'è quindi dubbio che chi vincerà (non sappiamo chi) non vincerà
da solo ma lo farà costruendo una lista (non una coalizione) molto ampia. Non è questo in discussione.
In discussione invece è il fatto che le piccole liste si presentino. Se lo fanno spariscono e non eleggono nessuno.
Sparita la Sinistra Arcobaleno, poi sparirebbero tutti gli altri partitini.
Se invece si accordano con CdL e PD possono ancora portare in parlamento un certo numero di eletti.
Si troverebbero tutti agglomerati in due sole grandi liste.
È questo che non si vuole (da parte dei partitini e di chi li vota, naturalmente).
Da un altro punto di vista è anche vero che pero' una lista brancaleone (dentro tutti) non sarebbe credibile per cui anche se sulla carta potrebbe avere numeri superiori a quelli dell'avversario non è detto che possa superare una lista con meno numeri ma piu' omogenea e credibile. Quindi nella costruzione di queste due listone qualcuno rimarrà fuori.
Il punto di equilibrio quindi vedrà qualcuno escluso da due listoni molto corposi.
Veri problemi da valutare sono:
a) il potere di ricatto dei piccoli: se non entrano nel listone lo fanno fallire. Questo lo farebbero pesare.
b) la possibilità che ad elezioni fatte la lista vincente si sciolga, forte del 55% dei deputati e senatori.
c) male che vada anche la lista perdente si ritrova con il 45% dei seggi.
Di sicuro è elevata la possibilità che spariscano i partiti sotto al 10% e che si affermino due liste contrapposte, con il 40...45% dei voti ciascuna. Chi ne ha di piu' prende il 55% dei seggi. Se è furbo dovrebbe costruire la lista in modo che anche con un futuro "tradimento" di qualcuno, ci sia ancora la maggioranza in parlamento. I piccoli partiti invece per poter continuare ad avere peso chiederanno abbastanza seggi per poter ricattare la maggiornaza.
Vedo pero' che oggi i piccoli partiti preferiscono mantenere la situazione attuale, in cui il loro peso (anche ricattatorio) è massimo.
Quindi sono consapevoli che dopo ne avrebbero molto di meno.
Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)