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TRE QUESITI REFERENDARI

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Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda lucameni il 17/06/2009, 19:49

A me il "poi si vedrà" non pare una gran scelta.

Cambiare per cambiare (come?) non è nelle mie corde, tanto più se vedo il pericolo (lo considero tale) di incentivare ancor più questo bipolarismo, trasformato in bipartitismo, con un gran favore al berlusconismo, anche nella sua versione sinistra.
Mi pare l'ennesimo esercizio autolesionista di una sinistra che dice, a chiacchiere, di voler "cambiare" (come, cosa?) per poi finire, come al solito, peggio di prima.
Tant'è tocco ferro e vedremo il 22.
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Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda Robyn il 17/06/2009, 22:27

Non è stato scritto nulla sul doppio turno alla francese.Evidentemente i desideri proporzionalistici esistono ancora.Prima o poi,gira che ti rigira,bisognerà andare verso il collegio uninominale con turno di ballottaggio Ciao Robyn
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Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda Robyn il 18/06/2009, 7:28

Il sistema elettorale francese è il migliore che esiste.Collegio uninominale con turno di ballottaggio tra i due candidati più votati al primo turno.Si viene eletti subito se nel collegio si ha il 50% dei voti più uno.Questo sistema elettorale permette stabilità.governabiltà,alternanza ,rappresentatività con una quota proporzionale del 12%.E molto attenuato il gioco delle correnti all'interno dei partiti perche ogni parlamentare dever tener conto di tutti gli elettori del suo collegio.Il coinvolgimento delle forze minori ci può essere al secondo turno lasciando liberi alcuni collegi oppure allargando il campo delle forze che sostengono il governo ,ma solo dopo che il partito maggiore ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento.Questo evita ,qualora dovesse esserci,il gioco del ricatto delle forze minori Ciao Robyn
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Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda franz il 18/06/2009, 8:38

Robyn ha scritto:Il sistema elettorale francese è il migliore che esiste...

Non stiamo discutendo di questo.
Si discute dei tre quesiti, delle loro conseguenze, del perché votare si o no.
Di sistemi elettorali ne stiamo già discutendo altrove.

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Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda mauri il 18/06/2009, 11:30

a questo punto il si vedrà è l'unica scelta possibile, credo nessuno sappia concretamente cosa provocherà la vittoria dei si
invece è chiaro a tutti per la vittoria dei no,astensione, status quo
quindi dal non fare è meglio fare che pur qualcosa cambia
perchè la lega ha il terrore dei si? perchè sparisce, un alleato in meno per il pdl, il governo vacilla e quindi primo obiettivo raggiunto,
da lunedi vedremo dove portano le alchimie politiche e se il csx sarà in grado di fare quadrato e inserire un cuneo per scalzare le dx, se ciriescono potrà essere l'inizio della costruzione di una alternativa di governo
ciao, mauri
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Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda franz il 18/06/2009, 11:44

mauri ha scritto:perchè la lega ha il terrore dei si? perchè sparisce, un alleato in meno per il pdl, il governo vacilla e quindi primo obiettivo raggiunto, ...

Corretto, ma almeno la Lega è coerente ed è contraria fin dall'inizio.
Invece non capisco IDV, inizialmente favorevole, tanto che se non sbaglio ha contribuito alla raccolta delle firme, ora contraria. Che non avessero capito? Anzi, ad esserre piu' preciso, visto che esiste un unico padre-padrone: che Di Pietro non avesse capito i quesiti?
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Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda pierodm il 18/06/2009, 12:20

Io ho già detto come voterò, per quello che conta: NO-NO-SI' (candidature multiple).
Ho già detto molte volte, anche, che sono contrario al bipartitismo e al maggioritario, e quindi non insierò nel commentare quelle parti del manifesto referendario che si riferiscono strettamente a questi aspetti.

1 - - Il referendum è pericoloso: aiuta Berlusconi.
Qualunque sia la posizione politica che si ha, questa è comunque una grandissima balla. Dicono che se passa il referendum Berlusconi e il suo PdL, con il 40% dei voti, prende il 55% dei seggi in parlamento. Attenzione, può avvenire già oggi con l'attuale legge-porcellum. Per fare questo Berlusconi non ha alcun bisogno del referendum che su questo punto non cambia niente


Non è una balla. Le cose cambiano.
Dopo il SI' il PDL da solo, senza accordi con nessuno, prenderebbe la maggioranza assoluta.
Lo stesso varrebbe anche nel caso del PD.
Il che ci porta dritti dritti al punto 2.

2 - - E’ antidemocratico che un partito del 40% abbia il 55% dei seggi.
No, questo non è vero. Nei paesi anglosassoni, la culla della democrazia, ciò accade spesso. Thatcher e Blair hanno sempre governato con queste percentuali, e nel 2005 Tony Blair, con il 35,3% dei voti, ha preso il 55 % dei seggi ed ha eletto 360 deputati contro i 260 di tutte le opposizioni. Il maggioritario è questo: chi vince governa, chi perde controlla.


Vedi la premessa.

3 - Ma addirittura con il 20% dei voti si può prendere la maggioranza assoluta dei seggi.
Ancora una volta occorre ricordare che questo può accadere anche oggi, proprio con la legge che combattiamo, e non sarebbe un effetto del referendum. Se una coalizione prende il 20%, la seconda il 19%, la terza il 18% e le altre ancora meno, la prima ha la maggioranza assoluta in Parlamento. In realtà però si tratta di un’ipotesi teorica, sostanzialmente impossibile a realizzarsi.


Dopo il SI' anche un singolo partito, non una coalizione, può ottenere il medesimo risultato.
Inoltre non è affatto vero che si tratta di ipotesi teorica: abbastanza improbabile, ma non remota, e non è detto che - al contrario di quello che vorrebbero i bipolaristi - il miraggio di prendere tutta la posta con un 20% risicato potrebbe spingere ad azzardati calcoli scissionistici.


4 - Il referendum rafforza soltanto chi ha la maggioranza.
Non è vero. Aiuta anche l’opposizione, anzi forse ancora di più.


Questo è giusto, nel senso che la realtà sarebbe anche peggio: non "rafforza" chi ha la maggioranza, ma crea maggioranze assolute artificiali.
Ragionare su un'opposizione di coalizione, nel momento in cui si vuole eliminare il concetto stesso di coalizione, premiando il singolo partito, mi sembra un'evidente contraddizione.

5 - Ci sarebbe meno pluralismo.
...Noi ci ispiriamo ai modelli anglosassoni. Ti pare che in quei paesi non ci sia pluralismo
?

Il pluralismo dei paesi anglosassoni non è politico, ma eventualmente "sociale", ossia di tutto ciò che sta intorno alla politica, a cominciare dall'imformazione.
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Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda Giovigbe il 18/06/2009, 12:30

Io votero si

mi sono rotto di tutti quelli che con meno dell'un per cento vogliono contare per il 50%

mi sono rotto le ...sia di Dini che di Turigliatto
Ci sono uomini che usano le parole all'unico scopo di nascondere i loro pensieri. VOLTAIRE
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Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda franz il 18/06/2009, 16:38

pierodm ha scritto:Non è una balla. Le cose cambiano.
Dopo il SI' il PDL da solo, senza accordi con nessuno, prenderebbe la maggioranza assoluta.
Lo stesso varrebbe anche nel caso del PD.
Il che ci porta dritti dritti al punto 2.
.....
Dopo il SI' anche un singolo partito, non una coalizione, può ottenere il medesimo risultato.
Inoltre non è affatto vero che si tratta di ipotesi teorica: abbastanza improbabile, ma non remota, e non è detto che - al contrario di quello che vorrebbero i bipolaristi - il miraggio di prendere tutta la posta con un 20% risicato potrebbe spingere ad azzardati calcoli scissionistici.

Ovvio che se sei contro il maggioritario ed il bipartitismo devi votare NO.
Ma se ne facciamo una questione di logica, credo che la tua sia molto debole.
1) Dopo il SI' il PDL da solo, senza accordi con nessuno, prenderebbe la maggioranza assoluta.
    ° Osservazione: VERO, ma quello del PD lo sanno.
    ° Sanno che se non si uniscono con altri, perdono. Lo si vede benissimo chi da solo è il primo partito.
    ° Quindi ammettiamo che il PD decida di unirsi a Di Pietro oppure Casini oppure entrambi.
    ° Perché con loro? Perchè è sicuro che questi due partiti sarebbero spazzati via
    ° Con chi dei due? Per primo con quello che pretende meno peso ricattatorio.
2) Ora però la CDL sa che l'avversario potrebbe superarlo e vincere con il 55% dei seggi.
    ° Quindi anche la CdL farà di tutto per fare una lista unica con Bossi o con Casini.
    ° O con entrambi.
    ° E anche qui valgono le stesse considerazioni precedenti ....
3) A questo punto gioco forza il PD deve incorporare nella sua lista-partito anche qualche esponente della sinistra radicale. E la CdL cercèrà di incorporare Storace & Company, pardon camerati.

Non c'è quindi dubbio che chi vincerà (non sappiamo chi) non vincerà da solo ma lo farà costruendo una lista (non una coalizione) molto ampia. Non è questo in discussione.

In discussione invece è il fatto che le piccole liste si presentino. Se lo fanno spariscono e non eleggono nessuno.
Sparita la Sinistra Arcobaleno, poi sparirebbero tutti gli altri partitini.
Se invece si accordano con CdL e PD possono ancora portare in parlamento un certo numero di eletti.
Si troverebbero tutti agglomerati in due sole grandi liste.
È questo che non si vuole (da parte dei partitini e di chi li vota, naturalmente).

Da un altro punto di vista è anche vero che pero' una lista brancaleone (dentro tutti) non sarebbe credibile per cui anche se sulla carta potrebbe avere numeri superiori a quelli dell'avversario non è detto che possa superare una lista con meno numeri ma piu' omogenea e credibile. Quindi nella costruzione di queste due listone qualcuno rimarrà fuori.

Il punto di equilibrio quindi vedrà qualcuno escluso da due listoni molto corposi.

Veri problemi da valutare sono:
a) il potere di ricatto dei piccoli: se non entrano nel listone lo fanno fallire. Questo lo farebbero pesare.
b) la possibilità che ad elezioni fatte la lista vincente si sciolga, forte del 55% dei deputati e senatori.
c) male che vada anche la lista perdente si ritrova con il 45% dei seggi.

Di sicuro è elevata la possibilità che spariscano i partiti sotto al 10% e che si affermino due liste contrapposte, con il 40...45% dei voti ciascuna. Chi ne ha di piu' prende il 55% dei seggi. Se è furbo dovrebbe costruire la lista in modo che anche con un futuro "tradimento" di qualcuno, ci sia ancora la maggioranza in parlamento. I piccoli partiti invece per poter continuare ad avere peso chiederanno abbastanza seggi per poter ricattare la maggiornaza.

Vedo pero' che oggi i piccoli partiti preferiscono mantenere la situazione attuale, in cui il loro peso (anche ricattatorio) è massimo.
Quindi sono consapevoli che dopo ne avrebbero molto di meno.

Ciao,
Franz
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Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda lucameni il 18/06/2009, 17:29

Questa la posizione di Passigli (e di Sartori, Zagrebelsky) che io condivido in toto:

http://newrassegna.camera.it/chiosco_ne ... icle=MN34Y
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