da pierodm il 19/05/2009, 19:25
Fin da bambino la lettura, o forse sarebbe meglio definirla contemplazione, dell'atlante geografico era una fonte d'ispirazione.
Avevo a disposizione una serie di atlanti diversi, da quello alto e stretto della De Agostini, aggiornato ogni anno, ad un grande raccoglitore di tavole splendidamente disegnate e stampate, dettagliatissime, quasi un anticipo statico dell'attuale google-earth.
Mi incantavo, e su quelle tavole proiettavo ciò che negli stessi anni leggevo nei libri e nei romanzi di avventure.
Un amore e un rispetto per la geografia che mi è rimasto, da allora in poi.
Anche adesso, a proposito degli argomenti che stiamo trattando, uno sguardo all'atlante ci torna utile.
Lo vedete com'è piccola l'Italia, e com'è piccola anche l'Europa?
Immaginiamo quella piattaforma enorme, che si perde verso l'emisfero australe, della quale il Mare Nostrum bagna solo il lato più piccolo: immaginiamola con i suoi abitanti, centinaia e centinaia di milioni, ammalati, sfruttati, perseguitati e massacrati in perenni guerre tribali, etniche e coloniali.
Possiamo davvero pensare che questa bomba non esploda? Che un miliardo di gente disperata non arrivi con ogni mezzo, fosse pure camminando sulle acque servendosi dei cadaveri galleggianti di chi l'ha preceduta?
Un miliardo di persone poverissime, che camminano e combattono, vivono e muoiono di fame e di sete sopra una miniera d'oro, petrolio e diamanti: com'è che per loro non funziona la magia dello sviluppo?