pinopic1 ha scritto:Solo per segnalare una stranezza che forse merita qualche approfondimento. Si scappava anche 150 anni fa e prima. Ma inizialmente l'emigrazione italiana riguardava proprio le regioni dove c'era più sviluppo industriale. L'emigrazione meridionale è iniziata quando iniziava (doveva, poteva iniziare) lo sviluppo ed è proseguita (in misura minore anche dal settentrione) parallelamente allo sviluppo.
Pare che in qualche modo fosse anche conseguenza degli squilibri causati dal processo di industrializzazione.
Non lo so con esattezza, bisognerebbe sentire qualche esperto o leggere qualche studio.
A me pare che il grosso dell'emigrazione sia stato legato al mondo agricolo.
Esso ha sempre avuto bisogno di tante braccia e questo ha sempre indotto a fare molti figli.
Mio padre aveva 8 fratelli ed anche mia suocera, piu' o meno della stessa età, era in una famiglia numerosa.
L'industrializzazione dell'agricoltura ha aumentato progressivamente la produttività agricola ed oggi meno del 5% della popolazione si dedica questa attività. Probabilmente pero' l'industria non era tutta pronta ad accogliere queste masse e l'emigrazione è stata una strada per la sopravvivenza. Il problema era cosi' grande che nel ventennio il Benito provo' a spostare masse di agricoltori nelle colonie, viste come valvola di espansione per la nostra miseria.
L'altro aspetto è che con le prime grandi conquiste della medicina, crolla la mortalità infantile.
Questo crea grandi "bolle" (visibili anche oggi nei paesi in via di sviluppo) che hanno come via di fuga l'emigrazione.
Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)