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Santoro ad "Anno zero"

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pinopic1 il 17/04/2009, 15:45

Se mettiamo insieme tutti i telegiornali, i talk show politico-giornalistici, le trasmissioni non strettamente giornalistiche frequentate assiduamente da politici e giornalisti come i contenitori pomeridiani, siamo molto sbilanciati dall'altra parte. Forse questo, come dice Paolo, non sposta voti, ma certamente contribuisce all'incitrullimento generale che poi rende più difficile un discorso politico serio. E io dico che questo avvantaggia la destra.
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda lucameni il 17/04/2009, 16:05

Che un'informazione (anzi pseudo-informazione) drogata ed ipnotica contribuisca a spostare voti o a condizionare il giudizio dei cittadini, sopratutto in un'Italia dove si legge poco e male, mi pare ovvio.
In un paese dove basta ripetere qualche frottola all'infinito (la fedina penale immacolata, il nuovo clima per le riforme etc etc) per farla diventare verità assodata (anche tra presunti elettori di sinistra).
Altrimenti non si darebbero un gran daffare per sminestrare alla maniera di Saccà e Bergamini (qualcuno ricorda le loro conversazioni?).
Ma sono appunto ovvietà, giochetti visti e rivisti, sotto gli occhi di tutti, e ripeterle all'infinito diventa stucchevole.
Rimane il fatto che Rai e Mediaset sono ancora le tv generaliste di questo paese e da queste, e non certo da internet o da (alcuni) giornali (con i loro scarsi articoli di approfondimento), la maggior parte dei cittadini trae le informazioni che li dovrebbe orientare.
Diverso discorso sarebbe se la netta maggioranza degli italiani usasse internet a 360° per informarsi, si mettesse con impegno ad approfondire argomenti certo non facili come le vicissitudini giudiziarie dei nostri eroi, leggesse da più fonti cartacee. Ma così non è.
E difatti approfittando di questo stato di cose lorsignori, ben spalleggiati dai terzisti fasulli ma ballisti autentici, fanno i loro comodi, dispensando "inesattezze" in tv e nei giornali, oltre che indignazione verso quei "massimalisti" che pretenderebbero - poveri ingenui - un minimo di etica nell'informazione e nella politica.
Pero - lo sappiamo - ormai questi discorsi non sono popolari.
L'adagio "chissenefrega se fa gli affari suoi l'importante è che faccia anche i miei" è ormai entrato nel sangue di tante persone e anche a sinistra; tanto da rendere la cosidetta questione morale una scocciatura, espressione di una vecchia politica.
Da qui gli inciuci a raffica, la difesa dei privilegi che uniscono destra e sinistra, spacciati per dialogo; da qui il furbo appecoronamento di tanti democratici con venature azzurrine, inorriditi nel fare un minimo di opposizione seria e costruttiva.
Da questo punto di vista Berlusconi ha vinto su tutta la linea.
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda cardif il 19/04/2009, 0:54

Forse è banale, e l'avrà anche già detto qualcuno e mi è sfuggito. Ma:
- l'equilibrio dell'informazione, al di là del periodo precedente alle votazioni vincolato per legge, non si può realizzare facendo trasmissioni di segno diverso, invece che misurare col bilancino presenze e tempi nella stessa trasmissione?
- dal momento che una trasmissione, anche se su una rete privata, fa opinione (tipo la campagna sul "vietato vietare" di Costanzo), l'obbligo di equilibrare non vale anche in questo?
- la differenza tra pubblico e privato è dovuta solo al canone (almeno è quello che si sente). E che sarà mai: è vero che alla RAI paghiamo il canone per metà circa delle sue entrate, mentre l'altra metà le viene dalla pubblicità; e che a Mediaset entra la stessa somma solo dalla pubblicità: ma la pubblicità la paghiamo comunque noi, come ricarico sui prezzi dei prodotti; la differenza è che l'equivalente del canone lo paghiamo a Mediaset un tanto al giorno.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pinopic1 il 19/04/2009, 11:07

cardif ha scritto:Forse è banale, e l'avrà anche già detto qualcuno e mi è sfuggito. Ma:
- l'equilibrio dell'informazione, al di là del periodo precedente alle votazioni vincolato per legge, non si può realizzare facendo trasmissioni di segno diverso, invece che misurare col bilancino presenze e tempi nella stessa trasmissione?


Sì. Ma è già così. L'unico inconveniente è che periodicamente si tenta di censurare Santoro, perché per tante ragioni è più scomodo. O soltanto per furbizia politica; infatti le indignazioni si registrano inizialmente sempre su Libero e Il Giornale, i cui lettori sicuramente non guardano la trasmissione, odiano Santoro, quindi sono propensi a credere a qualsiasi minc&iata sbattono in prima pagina contro Santoro. Presso l'opinione pubblica che in gran parte non guarda la trasmissione di Santoro, quest'ultimo viene identificato come rappresentante dei nemici di Berlusconi, quindi l'infamia di Santoro viene estesa a tutti i nemici di Berlusconi e a tutto il CS.
L'operazione viene di solito perfezionata e rafforzata dal contributo di esponenti del CS stesso, preoccupati di garantire l'equilibrio dell'informazione nel nostro paese; cosa che farebbe scompisciare dal ridere qualsiasi osservatore mediamente intelligente e non ancora assuefatto al clima nazionale.
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda cardif il 19/04/2009, 12:14

pinopic1 ha scritto: ... le indignazioni si registrano inizialmente sempre su Libero e Il Giornale, i cui lettori sicuramente non guardano la trasmissione, odiano Santoro, quindi sono propensi a credere a qualsiasi minc&iata sbattono in prima pagina contro Santoro. Presso l'opinione pubblica che in gran parte non guarda la trasmissione di Santoro, ... L'operazione viene di solito perfezionata e rafforzata dal contributo di esponenti del CS stesso,...


Purtoppo.
Una volta stavo facendo una discussione animata con un forzitaliota. Dopo un pò gli ho chiesto: "ma hai sentito la domanda ...". Mi ha interrotto dicendo: "No: io quella trasmissione non la vedo!". Fu un esempio tutto da ridere, se non fosse da piangere il fatto che l'informazione funge ottimamente da detersivo cerebrale, anche se, in verità, bisogna essere predisposti; il guaio è che ce ne sono troppi predisposti anche a sinistra!
Purtroppo.

saluti, cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda franz il 19/04/2009, 15:53

cardif ha scritto:Fu un esempio tutto da ridere, se non fosse da piangere il fatto che l'informazione funge ottimamente da detersivo cerebrale, anche se, in verità, bisogna essere predisposti; il guaio è che ce ne sono troppi predisposti anche a sinistra!

Ma è ovvio. Ognuno guarda le "sue trasmissioni" e critica le altre.
Qualcuno afferma che una trasmissione + equilibrata in cui si discutessero tutte le opinioni sarebbe una noia, per eccesso di esposizioni alla molteplice faziosità. Come a dire: "faccio già fatica a sopportare la nostra - ma ogni scarrafone è bello a mamma soia - non chiedetemi di sopportare anche quella altrui".
Questa è, come dici, la generale predisposizone, che genera QUESTO rapporto tra TV e Potere.

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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda annalu il 19/04/2009, 16:35

franz ha scritto: Qualcuno afferma che una trasmissione + equilibrata in cui si discutessero tutte le opinioni sarebbe una noia, per eccesso di esposizioni alla molteplice faziosità. Come a dire: "faccio già fatica a sopportare la nostra - ma ogni scarrafone è bello a mamma soia - non chiedetemi di sopportare anche quella altrui".
Questa è, come dici, la generale predisposizone, che genera QUESTO rapporto tra TV e Potere.

Franz, torno da tre giorni di "astinenza computer" e non posso che manifestare tutta la mia perplessità per ciò che scrivi.
Tu sostieni prima di tutto due considerazioni tra loro contraddittorie:
1. Ogni trasmissione deve essere "al suo interno" equilibrata e non faziosa.
2. Lo strapotere televisivo non influenza gli elettori.
Potrei aggiungere molte altre cose, ma purtroppo non ne ho il tempo. Ma questo che tu affermi già mi spaventa (preoccupa è dir poco) anche proprio perché sei tu a sostenerlo.
Santoro è, se vuoi, fazioso, ma lo è in modo onesto e corretto, da sempre una possibilità al contraddittorio, anche se ovviamente è una trasmissione a tesi.
Si tratta, bada bene, dell'unica trasmissione un po' faziosa verso sinistra di tutta la Tv italiana. E quest'unica da un fastidio terribile a Berlusconi ed i suoi. E tu vorresti censurarla?

E poi, censurarla in nome di cosa?
Dell'"uso criminoso del servizio pubblico"? Perché ovviamente sono "servizio pubblico" solo le tre reti Rai, mentre non lo sono le reti Mediaset.
E tu credi che gli italiani siano così consci di questa sottilissima differenza (tra l'altro discutibilissima, dato che Mediaset paga un canone simbolico per le frequenze)?

Ora, prima di tutto chiariamo questo: in un paese democratico una trasmissione può essere criticata quanto si vuole, ma NON PUO' ESSERE OGGETTO DI CENSURA da parte dei potenti e del governo.
Poi, prima di poter pretendere dalla RAI una assoluta e costante equidistanza politica, ci vorrebbe una legge che ci proteggesse dal monopolio televisivo di un Berlusconi al governo proprietario di tre reti Mediaset.
Poi eliminiamo il controllo partitico della RAI e diamolo a professionisti seri ... e anche qui potrei continuare.

Infine (ma potrei continuare, se solo ne avessi il tempo) l'idea che chiedersi se "i fatti sono veri" sia una domanda faziosa perché la realtà è sfaccettata, mi pare un'affermazione che ha dell'assurdo.
Tanto assurda che per sostenerla devi portare ad esempio di "obiettività obbligatoria" su una rete estera un caso che dimostra l'opposto di ciò che vorresti dimostrare.
Tu dici che la BBC non potrebbe mai trasmettere una trasmissione negazionista riguardo l'Olocausto.
Forse perché negare l'Olocausto sarebbe negare un fatto storicamente dimostrato?
O ritieni che il negazionismo sia improvvisamente assurto al ruolo di opinione legittima?
Così, tanto per capire, se posso.
Mi dispiace molto, ti credevo diverso.

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Se fossi un privato concessionario di servizio pubblico TV..

Messaggioda pinopic1 il 19/04/2009, 17:11

Se fossi proprietario di un network televisivo concessionario del servizio pubblico al posto della RAI, quindi vincolato al rispetto di una normativa emanata dal parlamento... e quello fosse il mio unico buseness....
Penserei intanto a realizzare utili. Avrei interesse quindi, sempre nel rispetto della normativa parlamentare, ad avere il maggior numero possibile di utenti, di destra, di centro e di sinistra. L'etica professionale, oltre al regolamento, mi imporrebbe tuttavia di fare informazione in modo corretto ma la correttezza mi aiuterebbe anche ad avere il maggior numero di utenti possibile.
Appalterei così l'approfondimento di vicende socio-politiche e politico-economiche e politico-parlamentari ad alcuni giornalisti-conduttori che sappiano fare televisione o promettano di imparare, che diano ciascuno un taglio diverso e che partano da punti di vista diversi.
Nell'attuale panorama giornalistico sceglierei Santoro, Lerner, Mentana, Giordano Bruno Guerri (ha già qualche esperienza), Giuliano Ferrara, Bruno Vespa (a certe condizioni), Massimo Fini.
Eviterei nel modo più assoluto, al di fuori della campagna elettorale, i dibattiti a due o a quattro dove chi parla dovrebbe guardare in faccia l'interlocutore e invece guarda l'occhio della telecamera e dove alla terza battuta si è già fuori dal tema in discussione perché ognuno cerca di portarla (la discussione) dove può brillare meglio agli occhi dei suoi elettori o potenziali elettori.

PS: se potessi proibirei l'accesso a Giordano (quello del Giornale), Belpietro e Lucia Annunziata.
La condizione per Bruno Vespa è che sia fazioso in modo trasparente.
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda franz il 19/04/2009, 19:08

annalu ha scritto:Franz, torno da tre giorni di "astinenza computer" e non posso che manifestare tutta la mia perplessità per ciò che scrivi.
Tu sostieni prima di tutto due considerazioni tra loro contraddittorie:
1. Ogni trasmissione deve essere "al suo interno" equilibrata e non faziosa.
2. Lo strapotere televisivo non influenza gli elettori.
Potrei aggiungere molte altre cose,
... E tu vorresti censurarla?

Annalu, la tua ammessa astinenza di tre giorni probabilmente ti ha indotto a digerire troppo in fretta i nostri messaggi e ti ha indotto a capire male quello che ho scritto, tra l'altro in modo chiaro e preciso, come cerco di fare sempre.

Poco male: ne approfitto per spiegarmi un'ennesima volta, visto che ripetere aiuta.
1) L'equilibrio lo richiedo e lo pretendo nel servizio pubblico. In campo privato è un optional gradito, anti graditissimo ma non possiamo pretenderlo. Nel settore pubblico invece di reti e trasmissioni lottizzate e colorate, vorrei vedere un competizione tra trasmissioni di taglio diverso ma tutte equilibrate e non faziose.
2) Lo sbilanciamento infulenza ma non piu' di tanto. Non ho detto che non influenza. Ho scritto piu' volte che per me infuenzano altre cose e che noi abbiamo vinto due volte malgrado le TV berlusconiane e la faziosità di due canali TAI. Tra l'altro se il servizio pubblico fosse equilibrato, la faziosità delle tv private sarebbe ancora piu' evidente.
3) Non voglio censurare nessuno ed ho scritto molto chiaramente che una cosa è la critica (doverosa se la riteniamo necessaria, come ha fatto anche Franceschini) ed una cosa è la censura, che non ammetto e non giustifico. Non riesco a capire (la perplessità è quindi mia) come con tre giorni di assenza tu possa prendere roma per toma in un modo simile.

Ciao,
Franz
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pierodm il 19/04/2009, 19:41

Io non mi sono disintossicato come Annalu, ma ho recepito significati anche peggiori di quelli da lei ravvisati, proprio perché Franz scrive le cose con chiarezza - questo nessuno lo mette in dubbio.
Del resto, chiarificando, Franz ripete esattamente quello che ha capito Annalu - e tra l'altro è storia vecchia, dato che sull'argomento ci si torna da anni.

Che cos'è mai quel fantomatico "equilibrio"? Un discorso che semplicemente piace a Franz? O un discorso che piace ad una categoria ben determinata di cittadini, che stanno in tutù e punta di scarpetta nel centro dello schieramento politico?
O un discorso che si premura di dare un colpo al cerchio e uno alla botte?
Mi sfugge il criterio per giudicare "l'equilibrio", specialmente se accostato al concetto di "servizio pubblico".
E non vedo precisato a quali trasmissioni dovrebbe essere applicato: telegiornali soltanto, o talkshow, o inchieste, o che altro?

Io credo che questa visione della faccenda sia esattamente quella che ha un politico, e nemmeno un politico di valore, ma di quelli di bottega.
Un giornalista, un autore, uno scrittore, ma anche una una persona normalmente acculturata, dovrebbe invece essere portata a pensare che esiste solo un modo per scrivere un articolo o fare una trasmissione - sempre che vogliamo considerare questi dei prodotti culturali o almeno intellettuali - e questo modo si chiama: farli bene.
Ovviamente, ogni autore ha un suo modo di intendere e di praticare il "far bene", ma potrebbe essercene qualcuno che questo modo lo identifica con il cerchiobottismo o l'equilibrismo: si riconoscono subito, e sono quelli che in genere fanno carriera, anche se gratta gratta dietro l'equilibrismo a lungo andare affiora spesso la più sporca delle faziosità, ma questo è un altro discorso.
Se, per esempio, si fa un servizio sul terremoto, non cambia nulla se l'autore lavora nel privato o nel servizio pubblico: un servizio dev'essere fatto bene comunque. Se ci sono palazzi crollati perché qualcuno li ha taroccati, o lo dici o non lo dici, non è che per essere "equilibrato" dici che sono "un po' crollati, ma senza fare tanto rumore", o dici che ne sono crollati tre invece di dieci.

Se proprio vogliamo trovare un ruolo al servizio pubblico - non formale, ma sostanziale - dovremmo semmai dargli quello di dire ciò che i privati non dicono, quale che sia la ragione per cui non lo dicono. Ma questo forse è troppo.

Va be', mi fermo qui, a patto che nessuno mi chieda "dimmi come".
pierodm
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