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Nasce ReD

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Nasce ReD

Messaggioda franz il 25/06/2008, 8:04

Al via oggi l'associazione politica-culturale di Riformisti e democratici
Partecipano deputati del Pd, da Marino a Turco, da Latorre a Pollastrini
Nasce ReD, al servizio del Pd
"Una risorsa non una corrente"
In sala anche lettiani e mariniani. D'Alema: "Non vogliamo rompere
le scatole a Veltroni". Parisi attacca: "Grande è la confusione sotto il cielo del Pd"

di CLAUDIA FUSANI

Nasce ReD, al servizio del Pd "Una risorsa non una corrente"
Immagine

Massimo D'Alema presenta ReD. A sinistra Pierluigi Bersani, a destra Paolo De Castro e Livia Turco
ROMA - La tessera è bicolore: bianca in copertina, con la scritta ReD in diagonale sottolineata da baffi tricolore; verde sul retro col nome del nuovo iscritto. Il senatore Vladimiro Crisafulli la mostra fiero all'uscita del cinema Farnese, storica sala romana scelta da Massimo D'Alema per la prestentazione di ReD, un nome, un programma, che potrà anche significare rosso ma invece sta per "Riformisti e democratici", intesi come parlamentari ma non solo, tutti insieme in una fondazione culturale. Crisafulli ha già fatto la fila al banchetto delle iscrizioni che è ben affollato. Costa diventare socio di ReD: alla fine se ne vanno cento euro, quota che comprende anche l'abbonamento a Italiani-Europei, l'altra fondazione di D'Alema di cui ReD è una "filiazione".

17.30, Campo de' Fiori, cinema Farnese, caldo soffocante, il bar accanto fa affari d'oro vendendo le bottigliette d'acqua. D'Alema ancora non si vede, arriverà più tardi per via delle votazioni alla Camera ma qui davanti c'è la ressa dei momenti che contano, quelli in cui è sempre bene esserci, almeno passare per dare un'occhiata. Non si sa mai. Alla fine in sala non ci saranno più neppure posti in piedi né aria da respirare. Arrivano qualche decina di parlamentari del Pd che si sentono "riformisti e democratici" ma anche ''osservatori'' di varia estrazione: i portavoce della Sinistra democratica e dei parisiani, capi di gabinetto di partiti anche di centro non presenti più in Parlamento. Spunta l'ex senatore Udc Francesco D'Onofrio: "Non sono stato invitato ma voglio vedere se non mi fanno entrare''. Arriva la verde Paola Balducci: "Ma io sono tra le prime iscritte a Italiani-Europei...", e poi ne ha parlato con Pecoraro Scanio e Boato che le hanno detto: "Vai pure". Arriva trafelata Marcella Lucidi reduce da un'altra riunione che sembra un bisticcio di parole: si chiama "Contro corrente", creatura trasversale di Giovanna Melandri nata per dire "no alle correnti". E poi Nicola La Torre e Paolo De Castro, l'ex ministro prodiano che di ReD è il presidente. Sta a lui aprire la riunione-vernissage. E mettere subito in chiaro le cose: "ReD non è una corrente né qualcosa che mette in discussione la leadership del Pd. Non toglie nulla e possibilmente vuole aggiungere al partito".

Pluralismo di idee e correntismo di posizioni, due concetti che l'etimologia tiene ben distinti e la politica spesso confonde. Bisogna partire di qui per provare a raccontare cosa è successo oggi guardando a ieri e soprattutto a domani. Succede che a quattro giorni dall'Assemblea costituente del Pd - dove Veltroni ha incassato una faticosa tregua, ha detto no alle correnti all'interno del Pd e ha dato il via libera ai contributi "dei numerosi think tank che già esistono" ma ha Prodi che resta fuori dal partito e Parisi che gli dice "molla e vattene" - nasce un altro acronimo, una sigla che per qualcuno è già una corrente, per altri solo una fondazione culturale.

Sul "tavolo" del cinema Farnese c'è dunque questo: una nuova spaccatura all'interno del Pd e un'ulteriore messa in mora della leadership veltroniana; oppure come la definisce D'Alema, "una risorsa in più che non vuol certo rompere le scatole al Pd e a Veltroni ". Ma in politica le cose non succedono e meno che mai si appalesano in un giorno solo. E' sempre una faticosa ricerca di indizi, spesso in controluce, spesso contrastanti.

D'Alema usa parole che più chiare di così non si può. "Questa iniziativa - dice - non mira a destabilizzare il partito e non voglio rompere le scatole a Veltroni".
Piuttosto "è un'opportunità in più per arricchire l'offerta del Pd e non in alternativa". Nel Partito democratico c'è una malessere "che non può essere negato né sottovalutato e ReD vuol essere un modo, un contributo per risolverlo e ricomporlo". Sarà presente nel territorio, nei piccoli centri, per coinvolgere le persone, "non è un partito ma un luogo di confronto tra politica e società, tra politica e cultura". Le metafore si sprecano: ReD come il "software" del nuovo partito. Di più: "Uno strumento di comunicazione come una tv satellitare". E chi parla di una nuova corrente dalemiana è "un conformista e intellettualmente pigro", uno che parla di innovazione "ma poi legge la realtà con categorie vecchissime, la sezione, il comitato centrale e le pravde e chi è fuori è considerati anti-partito". Radicare e alimentare il dibattito quindi. A luglio ci saranno già nuove iniziative, e a quella dedicata alle riforme saranno invitati anche Bossi e rappresentanti del Pdl. E poi, concede a chi come Rosy Bindi non piace ReD che può vuol dire rosso, "chiamatelo pure DeR...".

Parole simili, tranquillizzanti, avevano usato prima di lui Nicola Latorre, Paolo De Castro, Livia Turco, il mariniano Nicodemo Oliviero, Pierluigi Bersani, il teorico del "rimescolo". Le prime tre file sono riservate, ci sono Barbara Pollastrini, Gianni Cuperlo, Ignazio Marino, il mariniano Luigi Meduri, i lettiani Francesco Boccia e Amedeo Piva, l'ex Sd Michele Giardiello, i cristiano-sociali Mimmo Lucà e Marcella Lucidi, i costituzionalisti Stefano Passigli e Franco Bassanini. In platea non mancano i sarcasmi: "Ma se D'Alema si mette al centro del partito, Veltroni che fa?". Il vecchio solito dualismo Veltroni-D'Alema, roba dei tempi della Fgci, alimentato negli anni, costantemente, "non se ne va mica così, per magia". Antonello Soro, capogruppo del Pd alla Camera, avverte: "Nessuna censura per ReD, ma vedremo che profilo avrà". Arturo Parisi, socio fondatore del Pd eppure fuori da ogni incarico come del resto Prodi, commenta citando Mao: "Grande è la confusione sotto il cielo del Pd. La situazione è eccellente avrebbe detto Mao". Ce l'ha con le correnti che hanno occupato il Pd secondo la vecchia logica dei partiti e negando la natura stessa del nuovo partito riformista. In effetti secondo la logica "conformista e intellettualmente pigra" biasimata da D'Alema sono almeno una dozzina ma anche di più, vanno dagli ex Ds agli ex Dl, dai teodem ai Coraggiosi di Rutelli, dai liberal di Bianco ai dalemiani, appunto, passando per una mezza dozzina di associazioni culturali e fondazioni varie. Ultima new entry: gli under 40, i Mille di Luca Sofri e Ivan Scalfarotto, debutto previsto per fine luglio.

"Tutto torna" è il film in programmazione al cinema Farnese. "Wake me up when september ends", svegliami quando settembre finisce, è stata la colonna sonora scelta per l'Assemblea costituente. Il futuro del Pd passano anche da questo titolo e da questa canzone.

(24 giugno 2008)
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LA SOTTILE LINEA ROSSA

Messaggioda gelormini il 25/06/2008, 18:43

LA SOTTILE LINEA ROSSA


di Antonio V. Gelormini


La pennellata di rosso, che si sovrappone alla banda verde-veltroniano sul sito dei Riformisti e Democratici (ReD), la dice lunga sulla proiezione del progetto a termine del gruppo dalemiano nel Partito democratico. Presentato a battesimo nella cornice, quanto mai consona, del cinema Farnese a Roma e nella ricorrente festività di San Giovanni il Battista.

Paolo De Castro, il presidente designato già prima del parto, assicura che non si tratterà di una corrente, ma non dice se si riserva l’ambizione travolgente di diventare magari “vento”. E si preoccupa di precisare che: “ReD non mette in discussione il ruolo di Veltroni”. Assicurazione resa più esplicita dallo stesso D’Alema: “Non voglio rompere le scatole a Walter”. Ma a non forzare troppo la memoria, appaiono le stesse note suonate a proposito dell’ininfluenza della segreteria (da primarie) di Veltroni sul governo Prodi. Sappiamo tutti come è finita.

Solo poche prima, nella pampa sconfinata dell’Assemblea Nazionale alla Nuova Fiera di Roma, un piccato Arturo Parisi aveva fatto un uso improprio di intercettazioni. Quelle di un malessere traboccante nei consessi del PD (con imbarazzanti diserzioni, troppo consistenti per addebitarle alla sola data infrasettimanale) e, nella tipica rudezza sarda, ha caricato dritto ed impetuoso come un ariete.

Il Picconatore 2 (dopo concessione cossighiana), se l’è presa con Veltroni; ma la sua invettiva dava più l’impressione di essere diretta piuttosto a quanto avviene attorno a Veltroni. Una sorta di “tradimento”, che chi lo conosce meglio ha letto come il grido disperato d’amore per il partito nuovo. Per salvarlo dalla deriva “gattopardesca” imboccata. Certo, ha sbagliato modi e forma. Avrà pure avuto motivazioni recondite per sparare ad alzo zero. Però il problema denunciato rimane ed è grosso quanto un bastimento da crociera.

L’accerchiamento nei confronti del Segretario è in piena evoluzione. Purtroppo le formali dichiarazioni di non belligeranza non riescono a smentire la percezione del crescente tasso di ostilità delle diverse “opa”, avviate per il controllo del partito ad ogni livello e nei territori. La sensazione è che anziché essere recisi, i lacci e lacciuoli continuino ad essere inesorabilmente tesi per imbrigliare l’auspicata azione rinnovatrice di un Partito democratico che, a guardare le sue assemblee, ha già perso per strada entusiasmi e rappresentanza di quella parte “altra”, rispetto ai tanti ex Ds e Margherita.

Mario Barbi ha individuato il peccato originale del Pd nell’unanimismo, invece del dibattito libero e aperto. Che si traduce in mancata partecipazione alle scelte e in chiamata finale per la loro ratifica. I tempi stretti e l’acqua alla gola sono stati il liet motiv dei primi passi affrettati del nascituro, che hanno reso più amari passaggi e bocconi organizzativi da ingoiare per necessità. Intanto c’è chi si organizza per condizionare e cogliere al meglio i prossimi appuntamenti elettorali. Il passato che torna è più veloce del futuro che avanza. E ritrovare tra i paladini del Pd tanti di quelli che vivevano l’Ulivo come fumo negli occhi, è maledettamente frustrante.

Walter ne tenga conto, perché il sogno del 14 ottobre non merita l’angoscioso risveglio di un incubo. I tempi continuano a stringere, ora più che mai anche per il leader. Lui lo sa bene: la credibilità del progetto passa per la credibilità dei soggetti a cui sarà affidato. Non c’è più spazio per l’esortativo. Resta una sola possibilità: “Dobbiamo farcela”.

(gelormini@katamail.com)
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Re: Nasce ReD

Messaggioda matthelm il 26/06/2008, 18:16

Red... una sigla nata per caso! ... e per caso aderisce al PSE!

Speriamo ne nascano altre.. di altro segno, tipo White.
...altrimenti brutti tempi si prospettano.
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Re: Nasce ReD

Messaggioda louisebonzoni il 27/06/2008, 22:19

matthelm ha scritto:Red... una sigla nata per caso! ... e per caso aderisce al PSE!

Speriamo ne nascano altre.. di altro segno, tipo White.
...altrimenti brutti tempi si prospettano.


Perchè invece non rinverdire l'associazione per il partito democratico?
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Re: Nasce ReD

Messaggioda matthelm il 28/06/2008, 8:45

louisebonzoni ha scritto:
matthelm ha scritto:Red... una sigla nata per caso! ... e per caso aderisce al PSE!

Speriamo ne nascano altre.. di altro segno, tipo White.
...altrimenti brutti tempi si prospettano.


Perchè invece non rinverdire l'associazione per il partito democratico?


Perché no? Intanto vedo, osservo e penso...
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Re: Nasce ReD

Messaggioda carlo gualtieri il 28/06/2008, 18:11

per quanto mi riguarda, mi sentivo deprivato di una casa politica di riferimento, con tutta la mia buona volontà non posso riconoscermi in "questo" PD. Se potrò aiutare il PD a diventare quello che tutti speravamo lo farò, e adesso per me é più facile, mi iscriverò a ReD, é per me il riferimento che mi mancava, e da quel gruppo e in quel gruppo farò quello che posso per un vero PD.
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Re: Nasce ReD

Messaggioda matthelm il 28/06/2008, 19:32

Il punto è qual'é il vero PD che si vuol fare.

Quello che tutti speravamo era che fosse un nuovo partito che raccogliesse le migliori istanze della politica italiana riformista.
Quindi un partito non socialista, non comunista, non democristiano.Democratico. Appunto. Quanto è necessario!

Ma ho dei dubbi che sia lo stesso che dici tu.

Io sicuramente non mi iscriverò a ReD. Penso non sia obbligatorio e non lavori nel senso che penso io e i giornali di oggi
me lo confermano.
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Re: Nasce ReD

Messaggioda lucameni il 28/06/2008, 21:59

Sto seguendo con molta attenzione questi dibattiti, e anche il vostro scambio, ma devo confessare che di questa avventura del PD non ho mai condiviso gli entusiasmi.
Qui dentro probabilmente sono la persona più a destra (liberale che non ha nulla a che vedere col fascismo), per quanto possano valere le categorie di destra-sinistra oggi in Italia; e probabilmente -anzi certamente - uno dei più convinti ed arrabbiati antiberlusconiani.
Dal '94 (anzi dal '96, prima c'erano Segni e Martinazzoli) voto a sinistra per mancanza di alternative decenti; e la mia netta impressione è che la nascita del PD sia un percorso in qualche modo indotto da questa situazione anomala e non una virtuosa unione di esperienze che comunque, in situazione realmente "normale", difficilmente si sarebbero trovati insieme a condividere lo stesso percorso e tanto meno lo stesso partito.
L'Italia e l'elettorato però sono quello che sono, preferiscono una destra di un certo tipo, e chi non condivide lo schieramente pseudo-liberale e concretamente aziendalistico, sicuramente deve in qualche modo trovare una politica comune.
Il PD è nato dispensando troppa retorica, troppi dogmi e poca lungimiranza (non mi riferisco ovviamente agli affari della "casta": lo sappiamo benissimo che lorsignori i loro interessi li sanno fare benissimo).
E adesso, avendo voluto forse farsi un film che non esisteva proprio, i nodi vengono al pettine e il rischio di autentica divisione, peraltro incentivata da quegli antichi vizi di cui parlava Matthelm, esiste.
Credo sia uno sbocco possibile, almeno per parte degli attuali elettori e dirigenti PD; ma spererei davvero che in questo momento, questa resa dei conti sia archiviata.
Farebbe solo il gioco del nostro attuale premier, la cui luna di miele con l'elettorato, viste le sue ultime iniziative a favore suo e dei suoi scherani, anche se ben diluite nel mezzo di una cortina fumogena di attivismo spesso demagogico, non è detto duri ancora a lungo.
Fatta questa lunga premessa, siamo sicuri che "ReD" sia qualcosa di salutare per il PD?
Ho seri dubbi, ma attenderò gl sviluppi con molta curiosità.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Nasce ReD

Messaggioda mario il 28/06/2008, 23:12

Ma perché il dibattito e gli approfondimenti dovrebbero svolgersi all’interno di RED e non del PD ?
Che bisogno c’era di creare questa struttura nella struttura ?
Per mancanza di fiducia verso coloro che gestiscono attualmente il partito ?
O per creare un’alleanza di alcuni contro altri ?
In ogni caso non mi sembra un’idea felice. E’ assolutamente indispensabile un dibattito sull’argomento.
In una nuova assemblea dei delegati eletti dalle primarie.
O in un congresso.
Diversamente sarà uno sfascio.
mario
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Re: Nasce ReD

Messaggioda carlo gualtieri il 29/06/2008, 8:45

non mi sembra che all'interno del PD il suo Amministratore Unico abbia l'intenzione di consentire un dibattito vero.
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