Partecipano deputati del Pd, da Marino a Turco, da Latorre a Pollastrini
Nasce ReD, al servizio del Pd
"Una risorsa non una corrente"
In sala anche lettiani e mariniani. D'Alema: "Non vogliamo rompere
le scatole a Veltroni". Parisi attacca: "Grande è la confusione sotto il cielo del Pd"
di CLAUDIA FUSANI
Nasce ReD, al servizio del Pd "Una risorsa non una corrente"

Massimo D'Alema presenta ReD. A sinistra Pierluigi Bersani, a destra Paolo De Castro e Livia Turco
ROMA - La tessera è bicolore: bianca in copertina, con la scritta ReD in diagonale sottolineata da baffi tricolore; verde sul retro col nome del nuovo iscritto. Il senatore Vladimiro Crisafulli la mostra fiero all'uscita del cinema Farnese, storica sala romana scelta da Massimo D'Alema per la prestentazione di ReD, un nome, un programma, che potrà anche significare rosso ma invece sta per "Riformisti e democratici", intesi come parlamentari ma non solo, tutti insieme in una fondazione culturale. Crisafulli ha già fatto la fila al banchetto delle iscrizioni che è ben affollato. Costa diventare socio di ReD: alla fine se ne vanno cento euro, quota che comprende anche l'abbonamento a Italiani-Europei, l'altra fondazione di D'Alema di cui ReD è una "filiazione".
17.30, Campo de' Fiori, cinema Farnese, caldo soffocante, il bar accanto fa affari d'oro vendendo le bottigliette d'acqua. D'Alema ancora non si vede, arriverà più tardi per via delle votazioni alla Camera ma qui davanti c'è la ressa dei momenti che contano, quelli in cui è sempre bene esserci, almeno passare per dare un'occhiata. Non si sa mai. Alla fine in sala non ci saranno più neppure posti in piedi né aria da respirare. Arrivano qualche decina di parlamentari del Pd che si sentono "riformisti e democratici" ma anche ''osservatori'' di varia estrazione: i portavoce della Sinistra democratica e dei parisiani, capi di gabinetto di partiti anche di centro non presenti più in Parlamento. Spunta l'ex senatore Udc Francesco D'Onofrio: "Non sono stato invitato ma voglio vedere se non mi fanno entrare''. Arriva la verde Paola Balducci: "Ma io sono tra le prime iscritte a Italiani-Europei...", e poi ne ha parlato con Pecoraro Scanio e Boato che le hanno detto: "Vai pure". Arriva trafelata Marcella Lucidi reduce da un'altra riunione che sembra un bisticcio di parole: si chiama "Contro corrente", creatura trasversale di Giovanna Melandri nata per dire "no alle correnti". E poi Nicola La Torre e Paolo De Castro, l'ex ministro prodiano che di ReD è il presidente. Sta a lui aprire la riunione-vernissage. E mettere subito in chiaro le cose: "ReD non è una corrente né qualcosa che mette in discussione la leadership del Pd. Non toglie nulla e possibilmente vuole aggiungere al partito".
Pluralismo di idee e correntismo di posizioni, due concetti che l'etimologia tiene ben distinti e la politica spesso confonde. Bisogna partire di qui per provare a raccontare cosa è successo oggi guardando a ieri e soprattutto a domani. Succede che a quattro giorni dall'Assemblea costituente del Pd - dove Veltroni ha incassato una faticosa tregua, ha detto no alle correnti all'interno del Pd e ha dato il via libera ai contributi "dei numerosi think tank che già esistono" ma ha Prodi che resta fuori dal partito e Parisi che gli dice "molla e vattene" - nasce un altro acronimo, una sigla che per qualcuno è già una corrente, per altri solo una fondazione culturale.
Sul "tavolo" del cinema Farnese c'è dunque questo: una nuova spaccatura all'interno del Pd e un'ulteriore messa in mora della leadership veltroniana; oppure come la definisce D'Alema, "una risorsa in più che non vuol certo rompere le scatole al Pd e a Veltroni ". Ma in politica le cose non succedono e meno che mai si appalesano in un giorno solo. E' sempre una faticosa ricerca di indizi, spesso in controluce, spesso contrastanti.
D'Alema usa parole che più chiare di così non si può. "Questa iniziativa - dice - non mira a destabilizzare il partito e non voglio rompere le scatole a Veltroni".
Piuttosto "è un'opportunità in più per arricchire l'offerta del Pd e non in alternativa". Nel Partito democratico c'è una malessere "che non può essere negato né sottovalutato e ReD vuol essere un modo, un contributo per risolverlo e ricomporlo". Sarà presente nel territorio, nei piccoli centri, per coinvolgere le persone, "non è un partito ma un luogo di confronto tra politica e società, tra politica e cultura". Le metafore si sprecano: ReD come il "software" del nuovo partito. Di più: "Uno strumento di comunicazione come una tv satellitare". E chi parla di una nuova corrente dalemiana è "un conformista e intellettualmente pigro", uno che parla di innovazione "ma poi legge la realtà con categorie vecchissime, la sezione, il comitato centrale e le pravde e chi è fuori è considerati anti-partito". Radicare e alimentare il dibattito quindi. A luglio ci saranno già nuove iniziative, e a quella dedicata alle riforme saranno invitati anche Bossi e rappresentanti del Pdl. E poi, concede a chi come Rosy Bindi non piace ReD che può vuol dire rosso, "chiamatelo pure DeR...".
Parole simili, tranquillizzanti, avevano usato prima di lui Nicola Latorre, Paolo De Castro, Livia Turco, il mariniano Nicodemo Oliviero, Pierluigi Bersani, il teorico del "rimescolo". Le prime tre file sono riservate, ci sono Barbara Pollastrini, Gianni Cuperlo, Ignazio Marino, il mariniano Luigi Meduri, i lettiani Francesco Boccia e Amedeo Piva, l'ex Sd Michele Giardiello, i cristiano-sociali Mimmo Lucà e Marcella Lucidi, i costituzionalisti Stefano Passigli e Franco Bassanini. In platea non mancano i sarcasmi: "Ma se D'Alema si mette al centro del partito, Veltroni che fa?". Il vecchio solito dualismo Veltroni-D'Alema, roba dei tempi della Fgci, alimentato negli anni, costantemente, "non se ne va mica così, per magia". Antonello Soro, capogruppo del Pd alla Camera, avverte: "Nessuna censura per ReD, ma vedremo che profilo avrà". Arturo Parisi, socio fondatore del Pd eppure fuori da ogni incarico come del resto Prodi, commenta citando Mao: "Grande è la confusione sotto il cielo del Pd. La situazione è eccellente avrebbe detto Mao". Ce l'ha con le correnti che hanno occupato il Pd secondo la vecchia logica dei partiti e negando la natura stessa del nuovo partito riformista. In effetti secondo la logica "conformista e intellettualmente pigra" biasimata da D'Alema sono almeno una dozzina ma anche di più, vanno dagli ex Ds agli ex Dl, dai teodem ai Coraggiosi di Rutelli, dai liberal di Bianco ai dalemiani, appunto, passando per una mezza dozzina di associazioni culturali e fondazioni varie. Ultima new entry: gli under 40, i Mille di Luca Sofri e Ivan Scalfarotto, debutto previsto per fine luglio.
"Tutto torna" è il film in programmazione al cinema Farnese. "Wake me up when september ends", svegliami quando settembre finisce, è stata la colonna sonora scelta per l'Assemblea costituente. Il futuro del Pd passano anche da questo titolo e da questa canzone.
(24 giugno 2008)
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