grazie per la segnalazione. L'articolo sul Guardian esiste realmente (vedi
qui) e dice molte cose che nell'articolo su Repubblica non appaiono o sono messe in secondo piano.
1)
gli insegnanti avranno piu' indipendenza nel decidere il programma. In Italia il curriculum e' poco centralizzato e lascia molta liberta' ai docenti. Una mia amica insegnante mi disse una cosa interessante, che questa e' una reazione al periodo fascista, quando tutto (cosa dire e non dire) veniva deciso dal Ministero. Vera o non vera che sia questa interpretazione, qui in UK il fascismo non c'e' stato e quindi non c'e' neanche questa paura atavica verso la centralizzazione dei programmi e delle decisioni: tutte le scuole si devono adeguare ai programmi ministeriali del proprio paese (Galles, Inghilterra e Scozia).
2) Il nuovo curriculum (che, lo ricordo, e' ancora una proposta) e' frutto del lavoro "tecnico" dell'
Ofsted, organismo ministeriale indipendnete composto da 4 ispettorati, che ha l'incarico, tra l'altro, di scrivere e aggiornare le linee guida per la scuola e di monitorare continuamente i risultati della scuola. Questa e' un'altra profonda differenza tra quanto avviene in Italia e in UK. Qui non accade che il Ministro si svegli una mattina e decida di cambiare tutto.
Il lavoro e' affidato a gruppi di studi che propongono le proposte di legge e monitorano sulle loro conseguenze.3) bisogna ricordare che gia' oggi, contrariamente a quanto avivene in Italia, Storia, cosi' come le altre materie, vengono insegnate in UK (e in buona parte del mondo anglosassone) in maniera tematica, studiando in dettaglio alcuni periodi storici selezionati, non cronologicamente come avviene in Italia. Io non sono del tutto convinto di questo sistema che secondo me lascia scoperte alcune gravi lacune, sebbene - se qualcuno lo richiedera' saro' piu' specifico - porti a una profonda comprensione del metodo di studio perche' l'apprendimento avviene sotto forma di continue domande/risposte. E' comunque vero che quindi la differenza tra il vecchio e il nuovo cv non e' cosi' tranciante come l'articolo di Repubblica lascia credere. Il nuovo cv vuole esplicitamente ad incrementare la capacita' degli alunni di "collocare gli eventi storici in ambito cronologico". Nell'articolo sul Guardian si trova per esempio questo commento (critico) di John Bangs, Capo del Settore Scuola del Sindacato Nazionale Insegnanti: "Sembra che [questo cv] salti sugli ultimi trend come Wikipedia e Twitter. Eppure esso contiene anche una descrizione molto tradizionale dell'insegnamento cronologico della storia. Sembra occuparsi di cose alla moda da un lato, e di pressione politica dall'altro". Come vedete, contrariamente all'impressione ricevuta dall'articolista di Repubblica, il discorso e' piu' complesso e contiene tra l'altro anche un certo "ritorno al passato".
4) Vengono definite 6 aree fondamentali (core areas) molto distanti dal vecchio concetto di "materie" come noi lo intendiamo: Italiano, comunicazione e linguaggi, matematica,scienza e tecnologia, sociologia scienze umane ed ambiente, salute e benessere, arti e design ("understanding English, communication and languages, mathematical understanding, scientific and technological understanding, human, social and environmental understanding, understanding physical health and wellbeing, and understanding arts and design"). Questo puo' apparire singolare ad un lettore straniero, ma bisogna considerare che gia' adesso le materie che si studiano nelle scuole del Regno Unito hanno nomi come "design" (dove i ragazzi, compreso mio figlio, disegnano e
realizzano in laboratorio oggetti di uso comune), oppure "pensare per apprendere" (o "Thinking For Learning"), dove si insegna metodologia dell'apprendimento, materia oggi comune sul territorio nazionale ma inventata proprio da una validissima insegnante della scuola di mio figlio (morta di tumore proprio questa settimana).
5) puo' piacere o no, ma l'atteggiamento, il dibattito nei confronti delle riforme, e' sempre costruttivo in questo Paese. Questo e' quello che secondo me fa la piu' profonda differenza - nel bene e nel male: dice Mary Bousted, Segrtario Genereale dell'associazione degli insegnanti e dei lecturer che "si tratta di programmi molto giudiziosi. Siamo felici che diano alla nostra professione molta piu' flessibilita' al fine di venire incontro ai bisogni degli alunni. I bambini hanno bisogno di esssere entusiasmati dall'insegnamento, vogliono studiare e acquisire le capacita' che li renderanno capaci di imparare nella vita futura.
Il dibattito non e' se il periodo vittoriano e' compreso o no.
Purtroppo non ho tempo per proseguire, ma credo che questo basti a far capire come la questione non possa essere liquidata come un "insegnare internet al posto della storia", come l'articolo di Repubblica sembra suggerire.
saluti
pagheca