da pierodm il 20/03/2009, 17:53
Il modo di pensare, le idee di Franz - che ho avuto l'opportunità di seguire da diversi anni - sono spesso "strane", in un ambito di sinistra o centro-sinistra, ma sono complesse e quindi lasciano qualche margine di manovra, intendo dire manovra logico-intellettuale.
Quelle di Luca, invece, sono strane e basta: non nuove e nemmeno sorprendenti, e in realtà nemmeno strane, ad essere sinceri. Quello che fa impressione è l'ardimentosa violenza, l'aggressività e perfino l'evidente buona fede con la quale sono pronunciate.
Sono le stesse identiche che ho sentito ripetere con le stesse identiche parole dalla destra missina e da quella più "nera" della vecchia DC, per anni.
Per quello che mi riguarda, ho provato a esporre un quadro del problema considerato nel suo insieme, senza perdermi in polemiche di dettaglio, ma vedo che interessa poco. Qui c'è gente che ha bisogno di regolare vecchi conti, con venti o trent'anni di ritardo, o magari solo per sentito dire. Pazienza, facciamo pure le polemichette, se proprio non si può fare diversamente.
All'osservazione di Luca sull'elenco di nomi, ripropongo quello che avevo scritto:
Potrei far notare che, con tutta la buona volontà, in tutto il discorso non sono venuti fuori più di una manciata di nomi di autori "di destra" o cari alla destra, scorrendo un intero secolo di storia.
Ma - anche se questo è pure un elemento di qualche interesse - non è con i numeri di un elenco che bisogna fare i conti.
Per quanto riguarda le carriere e gli arrivismi carpiati, faccio un'altra auto-citazione:
Le miserie che riguardano le lottizzazioni, gli arrivismi, le conventicole di comodo, etc, adesso come prima sono una spazzatura tutta italiana, che coinvolgono la struttura clientelare e corporativa della nostra società, che non caratterizza ma semmai cavalca l'egemonia.
Però, l'elenco da qualcuno accennato di "rejetti", vittime della sinistra, merita qualche precisazione, oltre a quelle già fatte da Stefano e Pino.
Albertazzi ha largamente e felicemente lavorato e prosperato, e tanto basta.
Gianfranco D'Angelo, Buzzanca, Lionello, Pippo Franco e Barbareschi: a nessuno viene in mente che forse si tratta di protagonisti di serie B? A me e ad altre persone che ho conosciuto D'Angelo, Lionello e Pippo Franco non hanno mai fatto ridere e nemeno sorridere. Barbareschi è un autore/attore che ha ambizioni largamente superiori al talento che pensa di possedere. Buzzanca è abbastanza bravo, ma con limiti di caretterizzazione ben precisi e forse invalicabili.
Il fatto stesso, però, che li stiamo qui a ricordare significa che un loro posto l'hanno ottenuto, lavorando senza particolari limitazioni.
Buzzanca, in particolare, ha imperversato per tutti gli anni '70, con prestazioni che sono state recensite positivamente anche dalla stampa che si vuole ora ricordare come "di regime": che cosa si vorrebbe di più, la nomination per l'Oscar?
Se a qualcuno interessa, per la cronaca, io trovo esagerato anche il Nobel per Dario Fo, bravo ma non fino a quel punto: ma non è roba italiana ...
Su questo piano di "potere", credo che sarebbe più corretto ricordare ben altri generi di "egemonia", molto più concreti e tassativi.
La Rai, che per anni e anni, ha privilegiato i giornalisti e i programmi che avevano solidi agganci vaticani, specialmente in RAI1.
Le Forze Armate, che attuavano un rigido filtro contro la presenza e le carriere di persone che avevano anche solo un parente, uno zio, un cognato, iscritto ai partiti di sinistra - meglio levarsi dalla testa di aspirare all'accedemia di Modena o all'Arma Benemerita, per chi non aveva il placet del parroco di paese o della locale stazione dei CC.
In tante grandi aziende, indifferentemente private o irizzate, era facile trovarsi estromessi se notoriamente "comunisti" o socialisti vecchia maniera, o sindacalisti particolarmente scomodi: mio padre, benché amico personale del gran capo della Federconsorzi, Bonomi, non ha mai potuto lavorare lì perché non ha mai nascosto le sue idee, e lo stesso è avvenuto per la sua carriera dentro la Bombrini Parodi Delfino, legata a filo doppio con il Ministero della Difesa, tanto per fare un esempio pratico.
A me sembra che ci si sia dimenticati - o si voglia ignorare - cosa sia stata realmente l'Italia del dopoguerra, e che ci si adagi su una rilettura che pensavo fosse esclusiva della furbizia berlusconiana, ben sintetizzata da quell'ascoltatore che un paio di mesi fa ha telefonato in una radio romana, con questo esordio: "Dopo che Prodi ha fatto fallire l'Alitalia e dopo che l'Italia è stata governata per cinquant'anni dai comunisti ..."
Se proprio vogliamo dirla semplice e cattiva, mi sembra che certe idee e certe riletture che vanno in onda su questo forum siano la migliore dimostrazione di cosa sia l'attuale "egemonia culturale della destra": il coraggio di dire - finalmente - delle sciocchezze, e di rivalutare certe vergogne solo perché contrarie alla vituperata "sinistra".