La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Egemonia culturale del Centrodestra?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pinopic1 il 20/03/2009, 15:01

lucameni ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Dalla sinistra sì. Ma di cosa stiamo discutendo?
Sembrava, da precedenti post, che prima di oggi in Italia ci sia stata soltanto la sinistra. Che solo questa abbia esercitato la sua intollerabile egemonia. Le egemonie degli altri sono sempre difficili da sopportare. Ma è capitato a tutti prima o poi.
Poi che la sinistra polemizzi con chi è contro la sinistra non mi pare una infamia.


Non c'è stata ma difatti si parlava di "egemonia culturale" nell'Italia del dopoguerra e in particolare dopo il '68.
Mica si parla delle guerre puniche.
Polemizzare è una cosa. Infangare, isolare, censurare e raccontare frottole è ben altro (sarebbe il caso di andare a riguardarsi un po' di storia recente, non fosse altro che oggi con la stessa sicumera si parla di censura da parte dei berlusconiani. Ha perfettamente ragione Travaglio quando fa il parallelo di quanto capitato negli anni '70 in Italia a chi non era di sinistra e quanto capita oggi a chi non è berlusconiano. L'atteggiamento è molto ma molto simile. E' cambiato solo il colore e non sempre le persone).


Con la differenza sostanziale che oggi la destra ha anche il potere del governo, ha la presidenza del consiglio, ministri di destra, il potere economico non scarseggia e può anche contare su un network televisivo di sua proprietà. La sinistra quella egemonia se l'era conquistata dall'opposizione.
Dal 48 al 68 non sono le guerre puniche. Può sembrare così a uno molto giovane, ma chi buona parte di quegli anni li ha vissuti fa fatica a pensare che si trattasse delle guerre puniche.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
Avatar utente
pinopic1
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1253
Iscritto il: 24/05/2008, 15:00

Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda lucameni il 20/03/2009, 15:06

Opinabile. Intendo dire come ricostruzione di una storia e di una presunta egemonia culturale della sinistra (diverso discorso per l'attuale destra). E opinabile perchè si parlava del modo di proporsi da parte dei citati "figuri" nei confronti di chi non è in linea col loro pensiero, fosse di destra che di sinistra.
Ma, al di là dei motivi per cui sarebbe nata e prosperata questa egemonia (ho una mia opinione e l'ho appena accennata) ripeto: qui si è citato proprio Montanelli.
Se c'è una persona meno adatta da citare per negare certi atteggiamenti indegni da parte della "sinistra culturale" quello è proprio Montanelli, sia per la sua storia, per quello che ha fatto e non fatto, sia per quello che gli è stato fatto e attribuito.
Questo per rimanere ai puri e semplici fatti, senza scomodare le opinioni legittime di ognuno.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pinopic1 il 20/03/2009, 15:27

Allora per farmi perdonare, in quanto sinistro, posto questo suo contributo alla nostra discussione sulle radici culturali e relative egemonie.

Caro Fabio,
In questa nostra lingua italiana non si finisce mai di spiegarci: c’è sempre bisogno, poi, di spiegare cosa si è spiegato. Non è, caro Fabio, colpa tua. Ma forse nemmeno colpa mia. Vediamo dunque di capirci prendendola da un altro verso. Mi pare che ne valga la pena perché non è frequente trovare uno studente di liceo (e per di più scientifico) che sa in che anno, in Italia, cadde la Destra, e che s’interessa a queste cose. Dunque, riprendiamo il discorso da capo.
Nel Parlamento piemontese Destra e Sinistra si erano scontrate e incontrate quando ancora non si chiamavano così. Ma non perdiamoci in questi dettagli. Cavour faceva parte di un governo di Destra moderata presieduto da D’Azeglio che voleva anche lui l’unità d’Italia; ma, dopo la prima rovinosa campagna culminata con la disfatta e l’abdicazione di Carlo Alberto, pensava a una soluzione diplomatica da lasciare agli eventi, mentre il giovane Cavour gli eventi voleva provocarli anche a costo di un’altra guerra. Per provocarli, aveva bisogno del potere; per raggiungere il potere aveva bisogno dell’opposizione di Sinistra capeggiata da Rattazzi; e fu grazie a Rattazzi, cioè con un’operazione di «trasformismo», che allora si chiamò pudicamente «connubio», che rovesciò dal di dentro l’arrendevole e sfaticato D’Azeglio, ne prese il posto, cominciò la sua tresca con Napoleone III, e grazie ad un miscuglio di abilità e fortuna raggiunse il suo traguardo, giusto in tempo prima della precocissima morte. I suoi successori, che governarono l’Italia dal ’60 al ’76, cioè da Ricasoli a Sella, ne ereditarono la sigla Destra che in pratica significò non solo conservazione dei traguardi raggiunti da Cavour, ma ancora di più, il monopolio del potere da parte dell’ élite dei «notabili» che vi avevano contribuito e che si consideravano in esclusiva i depositari di quelle che venivano chiamate «le sacre memorie».
Uno dei due motivi per i quali Giolitti stentò a farsi riconoscere come uno di loro fu il fatto di non aver mai partecipato alle battaglie del Risorgimento perché, avendo accampato la condizione di «figlio unico di madre vedova», si era sottratto al servizio militare per il quale nutrì sempre un certo disprezzo. L’altro motivo fu la convinzione che se la politica italiana restava l’esclusiva di una classe, quella appunto dei «notabili» e dei loro eredi, la politica italiana si fossilizzava, come in Inghilterra avevano rischiato di fare i conservatori Tory .
Ecco, caro Fabio, il punto su cui il fronte liberale italiano si ruppe e infilò due strade completamente diverse.
Anche Giolitti era un liberale che veniva dal ceto dei «notabili». Ma capiva benissimo che se la politica italiana diventava una esclusiva di quel ceto tenendo ai margini quelli popolari - contadini e operai - , l’Italia non sarebbe mai diventata né una Nazione né una democrazia. È per questo che imboccò la via delle riforme concedendo a quei ceti le due armi necessarie alla loro partecipazione politica: il diritto di voto (fino a quel momento sottoposto a gravissime limitazioni scolari e di censo), e quello di sciopero.
L’unica vera rivoluzione italiana, prima del fascismo, fu quella liberale di Giolitti che spaccò il liberalismo italiano in due: da una parte i conservatori (che poi finirono quasi tutti in braccio a Mussolini), dall’altro quello riformista che aprì l’agone politico alle masse popolari travolgendo quella dei «notabili» fra cui lo stesso Giolitti. Ecco la storia del liberalismo italiano che diventò di sinistra grazie a un uomo di Destra, al quale le masse popolari devono tutto, ma non lo sanno.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
Avatar utente
pinopic1
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1253
Iscritto il: 24/05/2008, 15:00

Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda Stefano'62 il 20/03/2009, 15:29

Ora vi posto il link
http://it.wikipedia.org/wiki/Ernesto_Balducci
così chi fosse interessato può decidere da solo se il 'mito' di Balducci fosse falso e se possa essere paragonato al Che.

L'attacco a Balducci mi sembrava il tentativo di arginare la "malsana" idea che la cultura della sinistra e quella del Cristianesimo,similmente caritatevoli e rivolte ai deboli,fossero ben più che solamente compatibili.
Non doveva accadere che l'egemonia culturale della sinistra risultasse cristianamente positiva e si trasformasse in egemonia politica;ne hanno fatto le spese tutti quei bravi cattolici che se ne infischiavano della politica e pensavano al prossimo loro.
Ricordate gli epiteti spregiativi di 'prete comunista' a quei prelati che in Salvador prendevano le parti del popolo sfruttato ?
Don Escribà dell'Opus Dei lo fanno santo,e Romero era già tanto se non si sputava sulla sua tomba perchè 'se l'era cercata'.

Se l'idea che il mito di Balducci era falso corrisponde alle parole che disse Montanelli su di lui,(cioè che non si stupiva 'per quello che diceva,ma per il fatto che lo dicesse travestito da prete'....come dire che non è vero che gli uomini di chiesa debbano stare dalla parte dei più deboli) allora non mi stupisce che si attacchi pretestuosamente anche la sinistra che ha la stessa missione.

Non mi riferisco a te,Luca,ma questa atmosfera mi sembra tanto in sintonia con la filosofia del 'cattivismo',che è esattamente il tipo di "dis-cultura" che sta dilagando oggi,ma che è nata molto ma molto tempo fa.
Sarebbe bello se le persone serie cercassero di non farsene avvolgere e mantenessero un equilibrio di giudizio,verso la sinistra come verso la destra,quella democratica.

PS
però Luca hai ragione sull'ambiguità dei giudizi sul Montanelli pre e post-berlusconi.
Stefano'62
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1814
Iscritto il: 20/12/2008, 14:36

Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda lucameni il 20/03/2009, 16:13

"come dire che non è vero che gli uomini di chiesa debbano stare dalla parte dei più deboli"

Immagino fosse in buona fede e apprezzabile in alcune sue iniziative.
Lo ricordo tra le altre cose come una sorta di combattente pacifista (!!??), come al tempo della prima guerra del golfo, le cui prese di posizione inevitabilmente non potevano non dispiacere chi era in prima linea contro il sinistrismo e le sue fasulle propaggini pacifiste.
Legittimamente.
Difatti molto, anche se non tutto, di quello che diceva non lo trovavo affatto convincente.
Figuriamoci ad un Montanelli che si e speso per decenni in battaglie contro la sinistra (lo apprezzavo anche per questo).
Mi sembrano prese di posizioni molto normali se consideriamo cosa sono stati oltre 40 anni di contrappozione tra comunismo e anticomunismo.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pierodm il 20/03/2009, 17:53

Il modo di pensare, le idee di Franz - che ho avuto l'opportunità di seguire da diversi anni - sono spesso "strane", in un ambito di sinistra o centro-sinistra, ma sono complesse e quindi lasciano qualche margine di manovra, intendo dire manovra logico-intellettuale.
Quelle di Luca, invece, sono strane e basta: non nuove e nemmeno sorprendenti, e in realtà nemmeno strane, ad essere sinceri. Quello che fa impressione è l'ardimentosa violenza, l'aggressività e perfino l'evidente buona fede con la quale sono pronunciate.
Sono le stesse identiche che ho sentito ripetere con le stesse identiche parole dalla destra missina e da quella più "nera" della vecchia DC, per anni.

Per quello che mi riguarda, ho provato a esporre un quadro del problema considerato nel suo insieme, senza perdermi in polemiche di dettaglio, ma vedo che interessa poco. Qui c'è gente che ha bisogno di regolare vecchi conti, con venti o trent'anni di ritardo, o magari solo per sentito dire. Pazienza, facciamo pure le polemichette, se proprio non si può fare diversamente.

All'osservazione di Luca sull'elenco di nomi, ripropongo quello che avevo scritto:
Potrei far notare che, con tutta la buona volontà, in tutto il discorso non sono venuti fuori più di una manciata di nomi di autori "di destra" o cari alla destra, scorrendo un intero secolo di storia.
Ma - anche se questo è pure un elemento di qualche interesse - non è con i numeri di un elenco che bisogna fare i conti
.

Per quanto riguarda le carriere e gli arrivismi carpiati, faccio un'altra auto-citazione:
Le miserie che riguardano le lottizzazioni, gli arrivismi, le conventicole di comodo, etc, adesso come prima sono una spazzatura tutta italiana, che coinvolgono la struttura clientelare e corporativa della nostra società, che non caratterizza ma semmai cavalca l'egemonia.

Però, l'elenco da qualcuno accennato di "rejetti", vittime della sinistra, merita qualche precisazione, oltre a quelle già fatte da Stefano e Pino.
Albertazzi ha largamente e felicemente lavorato e prosperato, e tanto basta.
Gianfranco D'Angelo, Buzzanca, Lionello, Pippo Franco e Barbareschi: a nessuno viene in mente che forse si tratta di protagonisti di serie B? A me e ad altre persone che ho conosciuto D'Angelo, Lionello e Pippo Franco non hanno mai fatto ridere e nemeno sorridere. Barbareschi è un autore/attore che ha ambizioni largamente superiori al talento che pensa di possedere. Buzzanca è abbastanza bravo, ma con limiti di caretterizzazione ben precisi e forse invalicabili.
Il fatto stesso, però, che li stiamo qui a ricordare significa che un loro posto l'hanno ottenuto, lavorando senza particolari limitazioni.
Buzzanca, in particolare, ha imperversato per tutti gli anni '70, con prestazioni che sono state recensite positivamente anche dalla stampa che si vuole ora ricordare come "di regime": che cosa si vorrebbe di più, la nomination per l'Oscar?
Se a qualcuno interessa, per la cronaca, io trovo esagerato anche il Nobel per Dario Fo, bravo ma non fino a quel punto: ma non è roba italiana ...

Su questo piano di "potere", credo che sarebbe più corretto ricordare ben altri generi di "egemonia", molto più concreti e tassativi.
La Rai, che per anni e anni, ha privilegiato i giornalisti e i programmi che avevano solidi agganci vaticani, specialmente in RAI1.
Le Forze Armate, che attuavano un rigido filtro contro la presenza e le carriere di persone che avevano anche solo un parente, uno zio, un cognato, iscritto ai partiti di sinistra - meglio levarsi dalla testa di aspirare all'accedemia di Modena o all'Arma Benemerita, per chi non aveva il placet del parroco di paese o della locale stazione dei CC.
In tante grandi aziende, indifferentemente private o irizzate, era facile trovarsi estromessi se notoriamente "comunisti" o socialisti vecchia maniera, o sindacalisti particolarmente scomodi: mio padre, benché amico personale del gran capo della Federconsorzi, Bonomi, non ha mai potuto lavorare lì perché non ha mai nascosto le sue idee, e lo stesso è avvenuto per la sua carriera dentro la Bombrini Parodi Delfino, legata a filo doppio con il Ministero della Difesa, tanto per fare un esempio pratico.

A me sembra che ci si sia dimenticati - o si voglia ignorare - cosa sia stata realmente l'Italia del dopoguerra, e che ci si adagi su una rilettura che pensavo fosse esclusiva della furbizia berlusconiana, ben sintetizzata da quell'ascoltatore che un paio di mesi fa ha telefonato in una radio romana, con questo esordio: "Dopo che Prodi ha fatto fallire l'Alitalia e dopo che l'Italia è stata governata per cinquant'anni dai comunisti ..."
Se proprio vogliamo dirla semplice e cattiva, mi sembra che certe idee e certe riletture che vanno in onda su questo forum siano la migliore dimostrazione di cosa sia l'attuale "egemonia culturale della destra": il coraggio di dire - finalmente - delle sciocchezze, e di rivalutare certe vergogne solo perché contrarie alla vituperata "sinistra".
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda lucameni il 20/03/2009, 22:03

"Quelle di Luca, invece, sono strane e basta: non nuove e nemmeno sorprendenti, e in realtà nemmeno strane, ad essere sinceri. Quello che fa impressione è l'ardimentosa violenza, l'aggressività e perfino l'evidente buona fede con la quale sono pronunciate.
Sono le stesse identiche che ho sentito ripetere con le stesse identiche parole dalla destra missina e da quella più "nera" della vecchia DC, per anni."


BUM!!!

Le sciocchezze rimangono tali anche se annegate in un fiume di parole, caro pierodm.
E in questo caso - giusto per chiarire - non faccio autocritica.
Dovrebbe farla semmai chi, con altre parole, ripete l'antico adagio "non sei di sinistra? Allora sei fascista". Soprattutto se, annegando sempre in un fiume di parole, non si entra nel merito di quanto, bene o male, dice il proprio "avversario" (nello specifico parlavo delle storia di I.M. e relative beghe editoriali in un periodo in cui certe voci erano tacciate apriori di fascismo o peggio. Se vogliamo parlare dell'Italia "culturale" post '68)
Insomma roba vecchia e già sentita.
Qui non vedo "manovra logico-intellettuale" ma solo tanta spocchia. Ma proprio tanta, in un discorso che furbescamente o va a parare in ambiti diversi da quelli dell'interlucutore, o più semplicemente glissa quanto detto (ricordiamo: I.M., clima culturale post '68, il trattamento riservato a chi non si allineava ai rivoluzionari da salotto).
E poi ci meravigliamo se B.è stato aiutato nella sua ascesa al potere da parte della sinistra? Con simili argomenti (usati magari senza sapere di cosa si parla) e atteggiamenti ha avuto vita facile, ovviamente.
Tra l'altro sarebbe facile replicare in maniera speculare che simili "osservazioni" potrebbero stare benissimo in bocca ad un rudere marxista leninista del PMLI.
Se vogliamo abbassarci a questo accomodatevi. Non mi tiro indietro.

E in questo flusso di recriminazioni mi viene in mente una cosa. Così, ma in qualche modo coerente col discorso.
Spero che le stesse "osservazioni" siano riservate anche ad un Travaglio che quando parla male di B. - giustamente - è innalzato agli altari come esempio di giornalista indipendente e coraggioso.
Questi però, con parole ben più professionali, ha espresso concetti simili ai miei sul trattamento riservato a I.M. dopo il '68 e sul clima culturale dell'epoca.
Ecco un altro "missino" antiberlusconiano.
Vi aspetto al varco.

(dopo avermi tacciato in questo modo, vi aspettavate forse una risposta più soft?)
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pierodm il 21/03/2009, 3:01

A me piaceva Montanelli spinoso, critico e irriducibile testa indipendente: ma intelligente e onesto, che - come ha mostrato una vecchia intervista rimandata questi giorni, non ricordo dove - ricordava i suoi reportage da Budapest '56, per i quali fu attaccato da destra e da sinistra perché "volevano tutti che dicessi che si trattava di una rivoluzione liberale, mentre in Ungheria il liberalismo non se lo sognavano nemmeno alla lontana" - virgolette che metto impropriamente, in quanto le parole sono queste più o meno, ma non con quell'esattezza che le virgolette richiederebbero in un tribunale.
Il Montanelli contra Berlusconem mi fa piacere, ma solo perché - secondo me - si tratta di una questione di buon gusto, mentre sul piano politico la sua posizione non ha niente di speciale: il fatto che sia stato accolto con gridolini di gioia dallo schieramento progressista del momento dimostra solo che la discesa qualitativa della ex-sinistra era già cominciata, e pensavano di avere un gran bisogno di cercare da ogni parte una qualche "legittimazione" presso l'elettorato centro-moderato.

Visto che abbiamo imboccato la strada delle polemichette, faccio notare a Luca che il suo post è solo di qualche riga più breve del mio, a proposito del "fiume di parole".
Però, già che c'era, Luca poteva cogliere l'occasione per immergersi nelle acque e realizzare un salutare lavacro.
Comunque, non ho detto che "...allora sei fascista", anzi non ho dato alcun gudizio: ho solo riferito che i concetti sono gli stessi e le parole anche. Ho registrato un fatto, nudo e crudo: potrebbe anche significare, per esempio, che i missini d'antan e la destra DC erano dei perfetti candidati ante litteram all'odierno PD liberale e riformistico.

Quanto alla polemica Montanelli-Sinistra, trovo che sia perfettamente ovvio che da entrambe le parti non si risparmiassero critiche feroci - quelle di Montanelli sicuramente più spiritose e di maggior talento giornalistico: sennò che polemica sarebbe stata? Ma trovo curioso che ci si scandalizzi del fatto che la sinistra rispondesse per le rime a Montanelli, a prescindere se sbagliando o essendo nel giusto. D'altra parte, se una parte politica si batte e si sbatte per fare da contraltare ad un partito X, e Montanelli dichiara di "turarsi il naso e votare X", che ci si aspetta? Che quella parte politica dica "bene, bravo, è giusto, turiamoci tutti il naso e votiamo X"?
E trovo piuttosto stupido che questa polemica - nella quale Montanelli non era certo un povero peon del giornalismo, o un emarginato, ma una grande firma - sia annoverata tra le prove di una "egemonia culturale" bieca e prevaricatrice: sarà semmai vero che, come testimonianza, vale al contrario.

Per quanto riguarda Travaglio, non so a quali osservazioni si riferisce Luca.
Se sono quelle riferite a Montanelli, Travaglio commette un errore di misura che non ho problemi a rimproverargli: se pensa, Luca, che la mia "spocchia" si fermi di fronte ad una star televisiva, si vede che la sottovaluta - la spocchia, non la star, ovviamente.
Per il resto, forse Luca non ha capito che non sono le osservazioni in se stesse a provocarmi qualche disorientamento, ma il quadro in cui sono inserite, i ragionamenti che accompagnano i giudizi, le parole usate e la contraddizione tra la drasticità "semplicistica" di certi argomenti e la presenza in un partito nel quale usare certi argomenti significa dare del coglione ad una parte assai consistente di quelli che aderiscono al partito stesso - che chi più chi meno "sono" (o sono stati) quella sinistra che tanto gli dispiace.
Poiché io non credo alle fusioni a freddo, e poichè penso e dico degli ex-DC cose piuttosto negative (meno negative e meno drastiche di quelle che dice Luca della sinistra, ma pur sempre negative), io in un PD che vede insieme gli ex Popolari e la fu-sinistra, e magari gli eredi di Craxi, non mi sento di starci: solo così, tra l'altro, mi sento libero di parlare senza condizionamenti e senza calcoli.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pinopic1 il 22/03/2009, 15:43

Per consolarmi e non perdere fiducia nel PD ho seguito su YouDem e RED gli interventi all'assemblea dei circoli. Altra musica rispetto al forum.
Questa mattina ho votato per le primarie con le quali scegliere i candidati consiglieri alle amministrative (candidato sindaco è quello attualmente in carica). Si votava per un uomo e una donna. Ho scelto una ragazza della sinistra giovanile e un ragazzo dell'associazionismo cattolico. Sono certo che nessuno dei due mi rimprovererà mai gli antichi vizi della sinistra obsoleta che non vuole cambiare e mi perdonerà qualche antica critica a Montanelli.

PS: il candidato sindaco è dello SDI oggi PS.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
Avatar utente
pinopic1
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1253
Iscritto il: 24/05/2008, 15:00

Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda Stefano'62 il 23/03/2009, 16:13

Dato che ho i suoceri in casa mi tocca mio malgrado ascoltare forum su rete4 mentre elaboro al computer il lavoro della giornata successiva;provo a difendermi ascoltando musica in cuffia ma oggi purtroppo no.
Così ho captato un discorso veramente orribile,che però esprime perfettamente il pensiero della gente che oggi vota per questa pseudo-destra.
Un tipo obiettava ad un volontario missionario che il suo 'buonismo' in realtà è,più o meno,gretto egoismo individualista;
Allo sguardo attonito dell'interlocutore aggiungeva,a titolo di spiegazione,che la persona che compie del bene lo fa per sentirsi bene a sua volta,quindi per un egoismo di fondo.
Cercava viscidamente di sottindere che tutto si ridurrebbe ad egoismo e i buoni quindi sarebbero solo ipocriti,invece gli altri sarebbero le persone equillibrate e serie.
Non contento di aver dimostrato di non capire un cacchio di cosa significano etica e libero arbitrio,portava lo scempio anche in economia,aggiungendo che però questo era giusto e perfettamente in linea con la teoria del 'più grande economista',Adam Smith,che asseriva che la società si realizza e diventa felice,prospera,non ricordo che termini ha usato ma il senso è quello...per mezzo delle pulsioni egoistiche dei singoli individui.

Nessuno ha obiettato e nessuno lo ha sommerso di cori tipo scemo,scemo per questa filosofia da avvinazzati al bar dello sport....tranne naturalmente il volontario che però è risultato agli occhi dei più il solito 'buonista' pirla.
Questo è un esempio lampante della vera cultura dello pseudo-destro Italiano.
Egoismo gretto ed individualista che cerca giustificazione in mistificazioni dialettiche che prescindono totalmente dallla logica e dall'etica,alla faccia del continuo professarsi cattolici,e che porta la gente a votare per una destra finta e vuota,e che è solo qualunquista e fascista,esattamente come loro.
Che tra l'altro non ha alcun tipo di cultura,e per questo eleva a rango di cultura ciò che in realtà è solo la negazione invidiosa e rancorosa di quella altrui.
Stefano'62
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1814
Iscritto il: 20/12/2008, 14:36

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Google [Bot] e 30 ospiti

cron