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diffidente ha scritto: Ricordiamo ancora che in Italia il problema di base del Lavoro è che le offerte sono poche e i potenziali lavoratori molti di più. C'è troppo poco lavoro e poco qualificato, tanto è vero che moltissimi vanno all' estero, veri e propri migranti dalla pelle bianca, e le loro competenze sono valorizzate.
diffidente ha scritto:Che io sappia, in Svizzera l' economia vede una forte preponderanza del terziario, anche avanzato - ci sono ad esempio diverse aziende farmaceutiche e biomedicali che fanno attivamente ricerca- , banche e servizi assicurativi, per cui vi è una certa richieta di lavoratori che necessitano di laurea e a cascata di lavoratori che facciano lavoro di supporto ( camerieri, lavapiatti, consegne...). Vi è dunque una forte spinta a laurearsi, perché in Svizzera chi è qualificato può ambire a lavori di un certo tipo. Nel nostro Paese non c'è molta spinta a laurearsi perché è esperienza comune che, comunque, dopo la laurea vi è un'alta probabilità di doversi accontentare di lavori per i quali la laurea non serve. Questa impressione è esagerata, ma non tantissimo, perché anche il consorzio Almalaurea mostra che, soprattutto per i corsi di laurea più frequentati , che da noi sono quelli in ambito letterario, la maggior parte dei laureati va a fare lavori per i quali la laurea non è richiesta. In soldoni, se il lavoro disponibile è fare il cameriere, è inutile laurearsi. Le famiglie e i ragazzi studiano SE questi studi offrono una prospettiva di miglioramento, se tale prospettiva manca, allora pensano che non ne valga la pena. Per quanto riguarda gli ingegneri, la maggioranza dopo la laurea va all' estero, le imprese italiane, salvo alcune concentrate in poche aree, non cercano, perché non hanno bisogno, ingegneri o progettisti.
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