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Paga minima

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Re: Paga minima

Messaggioda Robyn il 15/06/2021, 22:46

Allora qual'e la strada per aumentare i minimi in quei settori sprovvisti dei ccnl?Probabilmente fare la riforma previdenziale in cui si fanno scendere i contributi di molto e si attiva la previdenza complementare.Se i contributi diminuiscono di molto posso dare a parità di costo del lavoro una paga più alta almeno in quei settori sprovvisti del ccnl se prima pagavo il 33% di contributi adesso ne pago il 15% il 17% và alla retribuzione che saranno 300€ o 400 €.Questa riforma non ricadrebbe sulla fiscalità generale
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Re: Paga minima

Messaggioda diffidente il 15/06/2021, 23:10

Se non ricord o male in Germania esistono, o esistevano , lavori non molto qualificati e/o che contemplavano un impegno orario ridotto chiamati minijob il cui compenso è/ era versato in parte dall' azienda, la differenza per arrivare a un compenso minimo venendo coperta da un contributo pubblico. Ricordiamo ancora che in Italia il problema di base del Lavoro è che le offerte sono poche e i potenziali lavoratori molti di più. C'è troppo poco lavoro e poco qualificato, tanto è vero che moltissimi vanno all' estero, veri e propri migranti dalla pelle bianca, e le loro competenze sono valorizzate.
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Re: Paga minima

Messaggioda Robyn il 15/06/2021, 23:31

I minijob erano un pasticcio mi pare che per avere di più bisognava fare più lavori e poi hanno delle ricadute negative sulla previdenza ed hanno prestato il fianco all'estrema destra.L'unica possibilità a fianco della riforma della previdenza è la formazione chi ha formazione può ambire ad un lavoro più gratificante però si sottovaluta il fatto che emergere nel mercato del lavoro è un fatto soggettivo non tutti ci riusciranno quindi ci saranno degli esclusi a cui bisogna garantire un lavoro sufficentemente pagato.Il trasferimento di settori a basso valore aggiunto per via della competizione internazionale ha penalizzato questi lavoratori.Si stabiliscono uguali nastri di partenza poi nel mercato ci sarà chi sarà più bravo e chi meno bravo ed è a questi ultimi che bisogna garantire un lavoro sufficentemente pagato per assicurare una esistenza libera.Se facessimo finta che tutti abbiano successo faremmo finta che il dato soggettivo non esiste, ma non è così non si è poveri per colpa ma per ragioni soggettive
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Re: Paga minima

Messaggioda franz il 16/06/2021, 8:04

diffidente ha scritto: Ricordiamo ancora che in Italia il problema di base del Lavoro è che le offerte sono poche e i potenziali lavoratori molti di più. C'è troppo poco lavoro e poco qualificato, tanto è vero che moltissimi vanno all' estero, veri e propri migranti dalla pelle bianca, e le loro competenze sono valorizzate.

Il problema dell'Italia è che troppa manodopera scarsamente qualificata e inoltre è elevata la % di lavoratori che si sono fermati alle medie inferiori o nemmeno a quella (abbandono scolastico).
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Lavoratori

Messaggioda diffidente il 16/06/2021, 9:29

Che io sappia, in Svizzera l' economia vede una forte preponderanza del terziario, anche avanzato - ci sono ad esempio diverse aziende farmaceutiche e biomedicali che fanno attivamente ricerca- , banche e servizi assicurativi, per cui vi è una certa richieta di lavoratori che necessitano di laurea e a cascata di lavoratori che facciano lavoro di supporto ( camerieri, lavapiatti, consegne...). Vi è dunque una forte spinta a laurearsi, perché in Svizzera chi è qualificato può ambire a lavori di un certo tipo. Nel nostro Paese non c'è molta spinta a laurearsi perché è esperienza comune che, comunque, dopo la laurea vi è un'alta probabilità di doversi accontentare di lavori per i quali la laurea non serve. Questa impressione è esagerata, ma non tantissimo, perché anche il consorzio Almalaurea mostra che, soprattutto per i corsi di laurea più frequentati , che da noi sono quelli in ambito letterario, la maggior parte dei laureati va a fare lavori per i quali la laurea non è richiesta. In soldoni, se il lavoro disponibile è fare il cameriere, è inutile laurearsi. Le famiglie e i ragazzi studiano SE questi studi offrono una prospettiva di miglioramento, se tale prospettiva manca, allora pensano che non ne valga la pena. Per quanto riguarda gli ingegneri, la maggioranza dopo la laurea va all' estero, le imprese italiane, salvo alcune concentrate in poche aree, non cercano, perché non hanno bisogno, ingegneri o progettisti.
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Re: Lavoratori

Messaggioda pianogrande il 16/06/2021, 9:49

diffidente ha scritto:Che io sappia, in Svizzera l' economia vede una forte preponderanza del terziario, anche avanzato - ci sono ad esempio diverse aziende farmaceutiche e biomedicali che fanno attivamente ricerca- , banche e servizi assicurativi, per cui vi è una certa richieta di lavoratori che necessitano di laurea e a cascata di lavoratori che facciano lavoro di supporto ( camerieri, lavapiatti, consegne...). Vi è dunque una forte spinta a laurearsi, perché in Svizzera chi è qualificato può ambire a lavori di un certo tipo. Nel nostro Paese non c'è molta spinta a laurearsi perché è esperienza comune che, comunque, dopo la laurea vi è un'alta probabilità di doversi accontentare di lavori per i quali la laurea non serve. Questa impressione è esagerata, ma non tantissimo, perché anche il consorzio Almalaurea mostra che, soprattutto per i corsi di laurea più frequentati , che da noi sono quelli in ambito letterario, la maggior parte dei laureati va a fare lavori per i quali la laurea non è richiesta. In soldoni, se il lavoro disponibile è fare il cameriere, è inutile laurearsi. Le famiglie e i ragazzi studiano SE questi studi offrono una prospettiva di miglioramento, se tale prospettiva manca, allora pensano che non ne valga la pena. Per quanto riguarda gli ingegneri, la maggioranza dopo la laurea va all' estero, le imprese italiane, salvo alcune concentrate in poche aree, non cercano, perché non hanno bisogno, ingegneri o progettisti.


E questo è il nostro paese che è in fase di decadenza culturale e impoverimento economico.

Questo è quindi il problema ma la soluzione?

Dobbiamo accogliere il tuo invito alla rassegnazione?
Non dobbiamo cercarla una soluzione?
Dobbiamo rassegnarci?

Direi che gli inviti a rassegnarsi al degrado rappresentino il massimo del degrado stesso.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Paga minima

Messaggioda Robyn il 16/06/2021, 12:00

diffidente più che altro ha esposto le cause
Le famiglie sulla base di una percezione possono costituire un fattore frenante per i figli nel decidere cosa possono studiare e fino a che punto studiare se conviene prendere la laurea o no oppure decidere che corso di laurea fare.Su può capire che da bambini i genitori scelgano se fare frequentare la scuola statale o parificata,ma quando si intraprende il percorso scolastico della scuola media superiore la scelta è semplicemente dello studente non della famiglia che può consigliare corsi di studio che poi in età maggiorenne lo studente scopre che non erano adatti a lui.Allo stesso tempo bisogna promuovere il lavoro di competenza perché se alle famiglie arriva un messaggio che non conviene studiare naturale che il livello di istruzione scenderà e ci sarà un lavoro poco qualificato
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Lavori qualificati e no

Messaggioda diffidente il 16/06/2021, 13:17

Questo è un forum politico che per lungo tempo non ho frequentato, ma che trovo sempre ricco di spunti e purtroppo non è frequentato come, a mio parere, meriterebbe. Franz, che mi pare di capire viva in Svizzera, potrà dirci se e quanti laureati conosce che sono andati a lavirare come camerieri, call center o venditori porta-a-porta; immagino che dirà "molto pochi", mentre in Italia è questa la norma. Una vasta proporzione di laureate e laureati fa call center - è uscito anche un film sul tema "tutta la vita davanti"- , vendita, magari lavira nei pub o nei ristiranti e questo non sfugge ai loro amici e parenti. Anzi, in alcune realtà vediamo che i diplomati ITIS magari lavorano in una azienda meccatronica con contratto da metalmeccanico e , con qualche sacrificio, possono mettere su famiglia, mentre i loro amici laureati vanno nei call center e sono costretti a vivere con i genitori. E' ben vero che in Italia ci sono pochi laureati, ma è anche vero che, secondo i dati Eurostati riportati da Il Sole 24 ore, nel 2019 1/4 dei laureati fra i 30 ed i 34 anni non aveva trovato un lavoro purchessia anche dopo 36 e più mesi dopo la laurea. Quindi, l' impressione è che se per assurdo da domani aumentassei il numero di laureati, aumenterebbe anche quello dei laureati disoccupati. Che poi le lauree non siano vuote di valore, è dimostrato dal fatto che all' estero i laureati italiani sono tutto sommato apprezzati, in linea generale.
Di fatto l' unica "azienda" che assume molti laureati è la pubblica amministrazione, ma c'è un paradosso: i contrribuenti pagano le tasse per formare dei laureati in università pubbliche le cui spese sono in gran parte a carico della fiscalità generale e poi pagano tasse per farli lavorare nel pubblico impiego. A questo punto è facile comprendere perché molti imprenditori e lavoratori del settore privato non stimino molto i laureati. Bisogna anche dire che, forse, c'è anche un probkema culturale: nel Nord Europa - io ho vissuto in Germania e in Francia, in altri Paesi non so- il lavoratore è abbastanza autonomo, ovvero, deve anche risolvere problemi da solo e prendersi responsabilità in quanto non è prassi rivolgersi al superiore e si sa che gli studi universitari sono importanti nell' acquisire capacità di risoluzione dei problemi e di auto-gestione. Da noi, soprattutto in certe realtà, il Titolare non lascia spazi e vuole occuparsi di tutto, per cui non c'è occasione di mettere alla prova la propria autonomia
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Re: Paga minima

Messaggioda diffidente il 16/06/2021, 13:52

Purtroppo ho fatto un ampio excursus, cerco di tornare al "focus" di questa discussione, che è lo stipendio minimo. Noi abbiamo una economia in cui una vasta proporzione e forse la maggioranza delle offerte di lavoro riguarda call center, rider, badantato o lavori simili e le aziende, oppure le persone fisiche datrici di lavoro non possono permettersi di superare certe cifre, indicativamente i 500-600 Euro mensili. Se la Politica vuole un compenso minimo superiore a queste cifre, occorre che i compensi vengano integrati con contributi pubblici, ben sapendo che già il Debito Pubblico è ingente. Un'altra soluzione è favorire la crescita di aziende che abbiano bisogno di lavoro qualificato, ma sono processi lunghi che di certo non si possono ottenere nell' arco di una legislatura.
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Re: Paga minima

Messaggioda Robyn il 16/06/2021, 14:26

In alcune fasi del passato il numero dei laureati cresceva più che in altri paesi ma l'industria non riusciva ad assorbirli perché probabilmente non era stata al passo,in un'industria c'erano più periti e laureati che non semplici operai.Allora è partita la grande vulgata,vogliono fare tutti i professori ma che ci vanno a fare a scuola con la cultura non si mangia,questo poi si è tradotto che il laureato dovesse adattarsi anche a lavori umili e di conseguenza non vedendo valorizzate le proprie capacità ha preferito la fuga all'estero.In passato mi ricordo che la figura del laureato era tenuta molto in considerazione.Questo mancato stare al passo dell'industria con i laureati ha prodotto un lavoro di bassa qualità,e queste sono le conseguenze del populismo
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