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Egemonia culturale del Centrodestra?

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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda franz il 18/03/2009, 14:33

pinopic1 ha scritto:Evidentemente abbiamo idee diverse su cosa significhi "cultura di sinistra" e "cultura di destra".
Nulla di grave, spero :?
pinopic1 ha scritto:Non c'entra niente il muro ed era qualcosa che andava molto oltre il PCI. Cadi anche tu nell'equivoco di identificare "sinistra" con il PCI e il comunismo.

Sì, puo' darsi tu abbia ragione sull'esistenza di questo equivoco ma probabilmente dimentichi che il PCI allora di marciava alla grande. La sinistra erano loro, le intelligenze erano loro, la cultura era la loro. Gli altri solo traditori o compagni che sbagliano, a seconda della posizione. Questo finché veniva ritenuto vero, creava di fatto una posizione di egemonia.

Poi quando Fantozzi disse che la corazzata Potemkin era una boiata pazzesca, il muro inizio' a sgretolarsi.
Il motto "una risata li seppellirà" assunse di colpo il tono dell'autogol.

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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pierodm il 18/03/2009, 14:39

Pino, dici bene: era interessante. Sarebbe stato interessante.
Come l'altro titolo - i miti e i valori - anche questo offriva una bella opportunità per una conversazione interessante, ma non c'è niente da fare: oltre questo non si va.
C'è una specie di velina preconfezionata, che viene riproposta in fotocopia non appena lo scanner mentale individua alcune parole-chiave, quali "cultura", "destra", "sinistra" e qualche altra.
Anzi, siamo già fortunati che la fotocopia stavolta sia stata riprodotta a metà: ci siamo salvati da Stalin e Pol Pot.

Comunque, questa asfissìa non data da oggi, ma ha i suoi antefatti anche nell'epoca dell'egemonia culturale della sinistra - che, tra parentesi, proprio per questo motivo ho altre volte contestato, nel modo in cui veniva presentata.
L'onda progressista aveva riguardato tutto il mondo occidentale, al di là dei partiti e della nomenklatura di questo o quel paese specifico: si usciva dalla guerra - come ho ricordato - ma anche dalle ragioni di quella guerra, ossia da un mondo spaventosamente chiuso dentro visioni oscure, ferrigne, intessute di violenza e di discriminazioni.
Inoltre la guerra - per essere vinta e per essere fatta contro i distruttori della democrazia - aveva dato un senso più concreto ai princicipi di partecipazione e uguaglianza, e aveva dovuto far entrare nel gioco classi e persone fin'allora subalterne: in Italia questo fenomeno ha preso la forma esplicita e simbolica di una sinistra partecipe della scrittura costituzionale.
Lo stesso boom economico, la ricostruzione, ha messo in moto una partecipazione operaia che, nelle mutate condizioni socio-politiche, non poteva più essere ricondotta sotto la cappa della sudditanza semi-servile.
Da qui nasce, poi, "l'egemonia", ossia la rappresentanza da parte della sinistra, presa nel suo insieme progressista, della forza della trasformazione, di un avanzamento inarrestabile della democrazia, con i suoi valori sociali e appunto culturali: tolleranza, diritti civili, laicità, valorizzazione del lavoro, uguaglianza, solidarietà, etc.

Il riflusso di destra, al quale stiamo assistendo, è un riflusso sociale, prima che culturale, ed è il fenomeno che più di tutti merita di essere analizzato: più del potere mediatico berlusconiano, e più di altri fattori quali l'immigrazione.
Mi sembra abbastanza evidente che le ragioni di questo riflusso siano di segno e origine uguali e contrari all'affermazione dell'egemonia della sinistra dei decenni precedenti.
Ma questo riguarda la seconda parte: dopo la pubblicità - rimanete con noi, non cambiate canale.

PS
Mi ero sbagliato: non siamo ancora a Baffone, ma alla Potemkin sì.
Ultima modifica di pierodm il 18/03/2009, 14:54, modificato 1 volta in totale.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda Stefano'62 il 18/03/2009, 14:42

ranvit ha scritto:Io invece sono in linea di massima d'accordo con franz. Va pero' sottolineato che grazie all'appoggio, interessato, della Dc la supremazia culturale della sinistra non era solo una percezione ma un fatto dai risvolti molto concreti.
In altri termini alla Dc faceva comodo che un terzo degli italiani pensava di essere "l'avanguardia" culturale, tanto gli altri due terzi (o quasi) votavano comunque Dc & Soci per difendersene.....

Oggi invece è tornata a galla la cultura (insoma...) della destra perchè, aldilà della propaganda berlusconiana, non c'è piu' il pericolo "comunista".

Vittorio

Se chiedete ad un conservatore canadese o inglese o tedesco se si senta di destra o di sinistra,nella maggior parte dei casi risponderà di destra.
Se poi gli chiedete se è giusto che lo Stato chieda soldi per finanziare scuole ospedali e ammortizzatori sociali,risponderà più o meno: 'naturalmente sì,perchè è il concetto stesso di organizzazione della società che lo impone,altrimenti che ci organizziamo a fare ?'
Qusta sarà la risposta sia che si professi di destra sia di sinistra,cambierà magari qualche implicazione secondaria ma il nocciolo sarà questo.

Questo piccolo esempio per far notare come l'essere di destra non sia automaticamente disdicevole,nel resto del mondo.
In Italia invece la destra non esiste,non in quella accezione,a dispetto di ciò che si racconta in continuazione.
Dire quello che dice la nostra destra che ora viene votata dagli italiani,non è considerato di destra nel resto di europa.
Ciò che in europa viene considerato di destra,in Italia è considerato più centrista che altro.
Qualcuno sotto sotto lo nota ed è perciò infatti che accusa di destrismo qualcun altro che destro non si sente,non in Italia almeno.

La cultura della destra in Italia non esiste nè mai è esistita,e nemmeno è stata zittita per paura dei comunisti,come dice Vittorio,nè la si è sdoganata in seguito.
Semplicemente non esiste,ed è un male perchè è per questo che noi al posto della destra ci ritroviamo questa schifezza che sublima l'egoismo,che è la vera cultura dell'italiano medio.
La destra in Italia ha tanti svariati di egemonie,ma chiamarle culturali è un insulto alla cultura.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pinopic1 il 18/03/2009, 14:58

franz ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Evidentemente abbiamo idee diverse su cosa significhi "cultura di sinistra" e "cultura di destra".
Nulla di grave, spero :?
pinopic1 ha scritto:Non c'entra niente il muro ed era qualcosa che andava molto oltre il PCI. Cadi anche tu nell'equivoco di identificare "sinistra" con il PCI e il comunismo.

Sì, puo' darsi tu abbia ragione sull'esistenza di questo equivoco ma probabilmente dimentichi che il PCI allora di marciava alla grande. La sinistra erano loro, le intelligenze erano loro, la cultura era la loro. Gli altri solo traditori o compagni che sbagliano, a seconda della posizione. Questo finché veniva ritenuto vero, creava di fatto una posizione di egemonia.

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Però la "Corazzata Potemkin" è un'opera magistrale di tecnica cinematografica. Come "Nascita di una nazione" (Griffith), di destra e un pò razzista.
Ma il nostro punto non è stabilire perché c'era una prevalenza di cultura di sinistra e oggi c'è una prevalenza di cultura di destra. Ci chiediamo se questo è vero.
Che poi il prevalere di una cultura piuttosto che di un'altra sia favorito da strumenti di convincimento di varia natura è anche vero. Quelli odierni sono più sofisticati e spesso subliminali (TV) o legati al controllo proprietario dei media.
Quindi io mi chiedo se questo è vero, mi rispondo di sì e dico che preferisco comunque la cultura di sinistra. Se non altro perché la nostra tradizione culturale di destra è sostanzialmente clerico-fascista.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pinopic1 il 18/03/2009, 15:08

pierodm ha scritto:Pino, dici bene: era interessante. Sarebbe stato interessante.


Mi riferivo intanto al sistema sostanzialmente feudale nel meridione in vigore nei fatti ancora all'inizio del 900 ma anche, nella mentalità, all'inizio degli anni 50.
Un altro pugliese, Salvemini, sosteneva che il meridione più che di lotte sindacali aveva bisogno di una grande lotta poltica, in sostanza di una rivoluzione. Liberale.
Ma in Europa la rivoluzione liberale non era stata fatta contro il regime feudale? Lo stato liberale italiano invece?

(PS: il barone di Di Vittorio era un francese, che aveva acquistato quel feudo dopo la rivoluzione francese, perché nel meridione d'Italia ancora si poteva. Il fascista invece era un altro proprietario terriero).
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pierodm il 18/03/2009, 15:15

Stefano, dice bene, su quello che è la destra italiana, e anche sul nostro "moderatismo" centrista.

Ma è sbagliato pensare che non ci sia una cultura di destra.
Ce n'è ben poca a livello accademico o ai livelli più "alti", ma il concetto di cultura non si esaurisce certamente in questo. Anzi, quando si esauriva in questo, l'esistenza di una grande cultura di sinistra non impediva che la società tutta fosse prevalentemente conservatrice e classista.

la cultura di destra si caratterizza, soprattutto in Italia, per il fatto che certi concetti e certi valori, e spesso il linguaggio, sono simili sia a livello popolare sia a livelli più alti - per esempio, politici.

Ma, come dicevo, questo è il tema della seconda parte.

Per il resto, è un dialogo tra sordi: Franz, Ranvit e altri intendono parlare della cultura come fatto di potere o di nomenklatura di partito, perché questo a loro interessa, nel senso che lo trovano funzionale alla solita polemica contro il PCI, che è il modo migliore e meno faticoso per sentirsi "riformisti".
Sull'altro versante - proprio per le ragioni da te accennate - c'è qualche imbarazzo a definire di destra alcuni concetti e valori culturali attualmente in voga, poiché sono stati fatti propri anche dalla coalizione di Centro-sinistra e dal PD.
Un'egemonia della cultura di destra, stando così le cose, sarà sempre ostico riconoscerla: magari non giocano un granché bene, ma sono attenti a non fare autogoal - e, se un autogoal ci scappa comunque, basta indossare la maglietta del "centrismo" che è buona per tutto.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pinopic1 il 18/03/2009, 17:30

Lettera di cento deputati del Popolo delle libertà al premier Silvio Berlusconi
"Si obbligano di fatto medici e i pubblici funzionari a denunciare i clandestini"
<b>Ddl sicurezza, rivolta nel Pdl<br/>"Norme inaccettabili, niente fiducia"</b>
ROMA - Cento deputati del Popolo delle Libertà chiedono al premier Silvio Berlusconi di non porre la fiducia sul ddl sicurezza perché nel provvedimento sono contenute "norme inaccettabili", come quella che obbliga i medici, "ma anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici" a denunciare gli immigrati clandestini.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Questo è un esempio. La destra leghista, consapevole di aver ormai creato il clima culturale favorevole (insieme agli altri della coalizione), tenta di varare un provvedimento obbrobrioso, tanto obbrobrioso che reagiscono anche esponenti del centrodestra. Ma se non ci fosse il clima adatto mai Maroni se lo sarebbe permesso.
Un altro esempio è nel 3D su bambini e anagrafe.

Potremmo dire: ma forse anche 30 anni fa sarebbe stato accolto favorevolmente o con indifferenza da gran parte della popolazione. Ma questo dimostra l'importanza del ruolo di "mediatori culturali" svolto dalle elite politiche e intellettuali che hanno la responsabilità di essere classe dirigente.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda franz il 18/03/2009, 18:41

pinopic1 ha scritto:Ma se non ci fosse il clima adatto mai Maroni se lo sarebbe permesso.

Per me ancora non si realizza abbastanza che se lo permette grazie agli errori ed ai ritardi del nostro settore.
Settore in cui addirittura moltissimi che non esitano a dichirararsi di sinistra, si scoprono sempte piu' razzisti, con stupore, ma lo affermano con franchezza. Figuriamoci gli altri.

Resta da vedere se questo "scoprirsi razzisti" sia il risultato di un cambiamento graduale, che si realizza via via, oppure piuttosto lo scoprire un lato nascosto, pre-esistente, che si manifesta con gradualità a mano a mano che cadono certi veli che prima nascondavano il tutto.

Per quanto riguarda il nord italia di 30 o 40 anni fa, credo che la seconda ipotesi sia predominante, anche se pure la prima esiste in qualche forma. Poi il tutto poteva (doveva) essere gestito e migliorato. Ma non lo è stato.
Segno che la egemonia della sinistra era finta (non era vera) ed ora che il re è nudo possiamo osservare che il paese è veramente di destra, come è sempre stato.

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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pinopic1 il 18/03/2009, 19:10

franz ha scritto:Resta da vedere se questo "scoprirsi razzisti" sia il risultato di un cambiamento graduale, che si realizza via via, oppure piuttosto lo scoprire un lato nascosto, pre-esistente, che si manifesta con gradualità a mano a mano che cadono certi veli che prima nascondavano il tutto.
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Che esista un lato intollerante in ogni essere umano non mi sembra una novità. Ma neanche tanto nascosto. E' la parte primitiva e istintiva del nostro cervello continuamente in conflitto con la parte razionale. L'istinto di rimuovere comunque ogni causa di fastidio o di insicurezza è frenato appunto dalla cultura, da ciò che è considerato socialmente accettabile o inaccettabile. Se si creano alibi culturali o sociali che giustificano l'istinto, si toglie il freno.
La civiltà è un insieme di veti alla barbarie. Se togli i veti rimane la barbarie. La cultura, la civiltà non si fissano geneticamente; o forse sì ma ancora siamo ad uno stadio molto primitivo dell'evoluzione dell'uomo.

Tornando alle mie signore che fanno colazione al bar. Le stronzate che dice una sono la legittimazione per le stronzate che dice l'altra. E ogni nuova stronzata è più ardita della precedente. Hanno tolto il freno, ecco tutto. Ma perché immerse in un clima culturale che premia questo comportamento invece di sanzionarlo socialmente
Ultima modifica di pinopic1 il 18/03/2009, 19:19, modificato 1 volta in totale.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda franz il 18/03/2009, 19:18

pinopic1 ha scritto:Che esista un lato intollerante in ogni essere umano non mi sembra una novità. Ma neanche tanto nascosto. E' la parte primitiva e istintiva del nostro cervello continuamente in conflitto con la parte razionale. L'istinto di rimuovere comunque ogni causa di fastidio o di insicurezza è frenato appunto dalla cultura, da ciò che è considerato socialmente accettabile o inaccettabile. Se si creano alibi culturali o sociali che giustificano l'istinto, si toglie il freno.
La civiltà è un insieme di veti alla barbarie. Se togli i veti rimane la barbarie. La cultura, la civiltà non si fissano geneticamente; o forse sì ma ancora siamo ad uno stadio molto primitivo dell'evoluzione dell'uomo.

Innegabile. Cosi' come è chiaro che la parte razionale tiene sotto costante controllo l'esito sociale del suo agire.
Se frenando instinti irrazionali la situazione migliora, perché esiste una società che si prende carico dei problemi e li risolve, va tutto bene.
Se invece c'è il vuoto e la situazione peggiora (o appare peggiorare) è probabile che la razionalità consigli a se stessa di ritirarsi un po', svelando antichi istinti sepolti.
I veti devono funzionare. Qui l'errore della parte progressiva del paese è di aver palesato "vetri puliti e splendenti", come se i problemi non esistessero piu'. Ma era tutta una finta.

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