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Egemonia culturale del Centrodestra?

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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pierodm il 17/03/2009, 16:21

Il modo stesso in cui si sta sviluppamdo questo argomento dimostra cosa sia un'egemonia - o una sudditanza - culturale.

Le percentuali di voti e le "decisioni" non c'entrano niente con l'egemonia culturale, nel senso che non è da questi segni che si giudica.
L'egemonia culturale della sinistra, nei decenni passati, si verificava quando la DC era al 37-42%: una prevalenza elettorale che era dovuta alla forza di un certo tipo di radicamento sociale e ad una cultura profonda di certi strati di popolazione, che però non erano "egemoni", non rappresentavano lo spirito del tempo e non producevano valori dominanti.

Nella visione deterministica e psicopatologica di Franz - che il nostro amico insiste da tempo nel proporre come chiave di lettura della politica - questo problema viene ridotto a "percezione" e la percezione confinata nell'angolo visuale di qualche minoranza miope e sviata dai propri pregiudizi.
A me sembra - non per l'occasione, ma da sempre - che questo genere di propspettiva sia tipicamente di destra, o meglio, tipico di una cultura di destra, di un'interpretazione della società e della politica che appartiene storicamente alla destra - ricordiamo i tempi in cui chi si ribellava alle prevaricazioni e allo sfruttamento sul lavoro veniva definito una "testa calda" o un "disadattato", tanto per fare un esempio di quelli facili?

A questo proposito mi piacerebbe sapere, da qualcuno giovane, che effetto gli ha fatto vedere il telefilm sulla figura di Di Vittorio, che è andato in onda su RAI1: sono sicuro che il dato politico della vicenda risulterebbe molto penalizzato rispetto al dato dell'eroismo personale e del valore puramente "morale" di certi avvenimenti.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pinopic1 il 17/03/2009, 16:49

In particolare sarebbe interessante una valutazione del dato politico-storico-sociale che emerge dalla prima parte. Anzi che non emerge molto, ma si può dedurre.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda franz il 17/03/2009, 17:13

pierodm ha scritto:Il modo stesso in cui si sta sviluppamdo questo argomento dimostra cosa sia un'egemonia - o una sudditanza - culturale.

Le percentuali di voti e le "decisioni" non c'entrano niente con l'egemonia culturale, nel senso che non è da questi segni che si giudica.
L'egemonia culturale della sinistra, nei decenni passati, si verificava quando la DC era al 37-42%: una prevalenza elettorale che era dovuta alla forza di un certo tipo di radicamento sociale e ad una cultura profonda di certi strati di popolazione, che però non erano "egemoni", non rappresentavano lo spirito del tempo e non producevano valori dominanti.

Questa è la tua opinione. La (ritengo presunta) egemonia culturale della sinistra nei decenni passati a cui ti riferisci era (scusa se insisto) una percezione errata, dovuta al fatto che praticamente tutti gli intellettuali erano schierati in un certo modo (PCI). Il paese reale invece andava da ben altre parti, molto piu' a destra.
Oggi forse quello che è cambiato è che è venuta meno questa parvenza di egemonia della sinistra per cui chi se ne vede privato, percepisce una sorta di egemonia della destra.
Le tue considerazioni sulla mia "visione psicopatologica" non mi fanno né caldo né freddo, ed in questo senso è vero che non esiste piu' alcuna egemonia da parte di chi usa argomentazioni come la tua. Una volta argomantazioni simili sarebbero state trancianti adesso fanno solo sorridere in quanto fuori dal tempo; sembrano tratte da un dibattito in qualche sezione del secolo scorso. Ed è per questo genere di argomantazioni che, insisti insisti, la sinistra si è trovata di fatto sbalzata fuori dalla storia ed ora discute delle egemonia del centrodestra.

Ciao,
Franz
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pinopic1 il 17/03/2009, 18:19

Mi permetto di dissentire da Franz. Certo il paese non era fatto tutto di intellettuali di sinistra, ma non è della cultura "alta" che parliamo. Parliamo del "comune sentire" della gente. Non di destra o di sinistra, ma certamente più aperto alla solidarietà, all'inclusione, più aperta verso il prossimo, più consapevole di appartenere ad una categoria sociale, meno individualista, meno spaventata all'idea di sopportare qualche sacrificio personale. E soprattutto con la fiducia nel futuro. Allo stesso tempo fruiva di prodotti culturali "di sinistra" senza neanche chiedersi se erano di sinistra. Ma non erano così soltanto gli elettori dei partiti di sinistra; anche quelli della DC, in gran parte.
Quella rassegna di culturame di sinistra che abbiamo fatto a proposito dei miti (letteratura, cinema, musica,) aveva anche un notevole mercato.
Certo non a tutti era facile apprezzare Pasolini, ma quando quel tipo di produzione culturale (di sinistra, progressista) acquistava forme più comprensibili al grande pubblico o più commerciali era premiato dal mercato.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda ranvit il 17/03/2009, 20:05

Io invece sono in linea di massima d'accordo con franz. Va pero' sottolineato che grazie all'appoggio, interessato, della Dc la supremazia culturale della sinistra non era solo una percezione ma un fatto dai risvolti molto concreti.
In altri termini alla Dc faceva comodo che un terzo degli italiani pensava di essere "l'avanguardia" culturale, tanto gli altri due terzi (o quasi) votavano comunque Dc & Soci per difendersene.....

Oggi invece è tornata a galla la cultura (insoma...) della destra perchè, aldilà della propaganda berlusconiana, non c'è piu' il pericolo "comunista".

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda franz il 17/03/2009, 23:45

pinopic1 ha scritto:Mi permetto di dissentire da Franz. Certo il paese non era fatto tutto di intellettuali di sinistra, ma non è della cultura "alta" che parliamo. Parliamo del "comune sentire" della gente. Non di destra o di sinistra, ma certamente più aperto alla solidarietà, all'inclusione, più aperta verso il prossimo, più consapevole di appartenere ad una categoria sociale, meno individualista, meno spaventata all'idea di sopportare qualche sacrificio personale. E soprattutto con la fiducia nel futuro.

Facile. Si usciva da una guerra spaventosa e si viveva un notevole boom, con ottime aspettative del futuro.
Stando ovviamente da questa parte del muro ma con parte degli ideali dall'altra parte.
Così era facile ...... era normale vivere quel periodo in quel modo.
Un bel regalo far finta di essere di sinistra approfittando di tutti i vantaggi del mondo occidentale mentre dall'altra parte del muro, oltre la cortina di propaganda, si moriva di fame (o ... di peggio).
Ovviamente non spetta a me permetterti di dissentire. Fai pure. ma in tantissimi hanno aperto gli occhi.
Anche tu, in buona parte, dimostri di averlo saputo fare. Sii coerente, pls.

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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pierodm il 17/03/2009, 23:53

Non ricordo di aver mai sentito parlare, nei covi rossi del secolo scorso, di psicopatologie: comunque, se pure fosse accaduto di tanto in tanto - dato che in quei covi si parlava di tante cose, mentre si oliavano gli AK44 per la rivoluzione - non era nel senso usato da me adesso, ma semmai alla ricerca di una ragione per il matrimonio sbagliato di zio Peppino o per la decisione di Assuntina di vendere il banco al mercato, che fruttava tanto bene. Però non le chiamavano psicopatologie, ma dicevano più semplicemente che Peppino e Assuntina avevano fatto una cazzata da deficienti.

Il mio giudizio non deve fare né caldo e nemmeno freddo a Franz: non è una stufetta e neanche un ventaglio.
E' - o meglio, sarebbe - un giudizio circa un punto di vista, che non è irragionevole, ma semplicemente sbagliato, in quanto produce una spiegazione affidata ai ghiribizzi di origine psichica, e non a idee e opinioni politiche di qualcuno.
Si tratta di un punto di vista che vale oggi, come valeva nella storiografia di due secoli fa, e per quella classica - per esempio, distinguendo gli Annales di Tacito dal De vita Caesarum di Svetonio come stile di pensiero.
Quindi la tesi delle "sezioni del secolo scorso" mi sembra un pochettino asfittica: comunque, Svetonio è divertente da leggere, non c'è da farne un dramma.

Per il resto, Pino ha colto bene la misura del problema.
Se un discorso come questo, per altro, si riduce alla solita litania sulla sinistra massimalista, etc etc etc, non si tratta solo di un'egemonia culturale della destra, ma di una vera e propria scomparsa di una capacità di pensiero alternativa alla destra stessa: non dico i comunisti, ma i "liberali" dove sono finiti? O non sarà che, una volta in crisi i "comunisti", l'eroico liberalismo italiano si dimostra - come sempre - più inconsistente di uno sbuffo di fumo?

PS
Dopo l'invio, mi è stato segnalato che nel frattempo si era aggiunto un ulteriore post di Franz.
Meglio far finta di non averlo letto. Certo che mi sento un po' scemo a star qui a scrivere e a discutere.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda franz il 18/03/2009, 0:16

pierodm ha scritto:Meglio far finta ...

Un'arte in cui pare gli indiani siano esperti. Ancora oggi si dice "hei! non fare l'indiano".
Me che volete .... come nella famosa storiella della rana e dello scorpione, ognuno si diverte come puo'.
C'è chi puo'.

Franz


Uno scorpione vuole attraversare un fiume, ma non sa nuotare. Chiede a una rana di traghettarlo. La rana non si fida, ma lo scorpione la rassicura: “se ti pungessi annegherei”. La rana accetta, ma a metà percorso lo scorpione la colpisce con il suo aculeo velenoso. La rana, disperata e morente, gli chiede “Perché?”. Lo scorpione, prima di morire annegato, risponde “È la mia natura”.


Che c'entra, direte? Dovrebbe far pensare, dico io.
No, meglio far finta .... dice chi pare pensare a fondo ma che in realtà forse fa finta
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pierodm il 18/03/2009, 9:44

Va be': poi uno si chiede perché facciamo finta di niente ...

Dicevamo.
Una visione psicopatologica - o semplicemente psicologica - non è sbagliata in assoluto. Anzi.
Per esempio, una gran parte della letteratura dell'ottocento-novecento è basta proprio sul racconto di vicende individuali, nel quadro di avvenimenti storici e situazioni sociali, che riusciamo a capire meglio, in un modo più profondo, grazie alla concretezza che è dote esclusiva dell'individuo.
Ma stiamo parlando di letteratura, e nemmeno di serie B: Tolstoj, Kafka, Conrad, Proust, Mann, Faulkner ...
Anche l'avanspettacolo arpeggia sulle corde della psicologia, più o meno patologica. ma siamo già su un altro piano.
La filosofia da bar, per parte sua, lavora in fondo sullo stesso materiale di Kafka e Tolstoj, ma in modo diciamo così leggermente più semplificato.
Poi ci sono i pettegolezzi e le invettive da cortile, anch'esse manifestazioni d'ingegno applicato alle vicende umane individuali e al gioco delle reazioni psicologiche.

A me capita di immaginare, ogni tanto, di essere dalle parti di Kafka e di accorgermi di partorire roba che in realtà non va al di là del bar e del cortile: me ne accorgo, e cancello.
Una buona metà dell'attività di scrivere e ragionare consiste nel produre idee, l'altra metà nel cancellare e buttare via quelle che vengono male, o che non portano da nessuna parte.
Ma ognuno di noi si regola come meglio crede, naturalmente.
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Re: Egemonia culturale del Centrodestra?

Messaggioda pinopic1 il 18/03/2009, 11:52

franz ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Mi permetto di dissentire da Franz. Certo il paese non era fatto tutto di intellettuali di sinistra, ma non è della cultura "alta" che parliamo. Parliamo del "comune sentire" della gente. Non di destra o di sinistra, ma certamente più aperto alla solidarietà, all'inclusione, più aperta verso il prossimo, più consapevole di appartenere ad una categoria sociale, meno individualista, meno spaventata all'idea di sopportare qualche sacrificio personale. E soprattutto con la fiducia nel futuro.

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Franz


Evidentemente abbiamo idee diverse su cosa significhi "cultura di sinistra" e "cultura di destra". Non c'entra niente il muro ed era qualcosa che andava molto oltre il PCI. Cadi anche tu nell'equivoco di identificare "sinistra" con il PCI e il comunismo. Possiamo forse dire che nell'ambito della egemonia della cultura di sinistra c'era una prevalenza del PCI.
Io non ho avuto bisogno di aprire gli occhi, perché, mi pare di averlo raccontato in altri post, non ho sostanzialmente cambiato il mio atteggiamento dall'età di 13 anni.
Mi pare che sia stato spiegato anche il motivo del voto di tanti al PCI. E anche la disponibilità di tanti a votare quel partito mentre, come tu dici, era evidente e noto a tutti quello che accadeva al di là del muro è una conferma del prevalere di una cultura che possiamo definire genericamente "di sinistra" o "progressista" che non era e non voleva essere solo una proiezione del comunismo.
Poi non hai scritto tu che in realtà erano socialdemocratici? Lo hai scritto tu, e io ho aggiunto che molti non erano neanche socialdemocratici.

Per capire le differenze (nella cultura popolare) dovremmo considerare i comportamenti per settori di "società civile" e penso che così si potrà vedere se profondi cambiamenti ci sono stati negli ultimi 15 anni.

Era interessante l'invito a esprimere qualche impressione sul film sulla vita di Di Vittorio. Ci può essere qualche spunto per capire come mai in Italia la cultura progressista sia stata egemonizzata dal PCI e la cultura liberale sia rimasta assolutamente inespressa a livello politico.
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