Ci provo,senza avere la pretesa di essere definitivo e di dileggiare fior di studiosi e congressisti più preparati di me....
Secondo me si può parlare di comunismo quando i componenti di una comunità di persone,siano entità statali o semplici gruppi di cittadini,mettono liberamente a disposizione della comunità in questione tutte le risorse di cui dispongono,allo scopo di organizzarle in modo ottimale e di dividerne i frutti,secondo un ordine di priorità che può essere stabilito in base soprattutto al bisogno ed eventualmente al merito (all'impegno,alle mansioni).
Mi vengono in mente per esempio le cooperative,oltre agli esempi che ho fatto in precedenza,o le comuni degli anni sessanta se avessero deciso anche di lavorare invece che limitarsi a fumare e cantare....
Ma soprattutto mi vengono in mente le famiglie (e più specificamente le aziende famigliari) che specialmente ora durante la crisi dovranno fare quadrato e mettere in comune gli stipendi.
Non mi sembra che il concetto di proprietà privata sia in antitesi con questo sistema,alla faccia di quello che qualcuno può aver scritto in foglietti o manifesti.
Credo inoltre che per parlare di comunismo sia necessario che non ci sia coercizione,dato che in questo caso si parlerebbe di dittatura e verrebbe meno il movente ideologico,cioè la salvaguardia della libertà dei componenti,intesa in senso etico;credo che in questo caso la definizione dittatura di stampo comunista sia corretta,ma che la situazione costituisca una devianza che non corrisponde agli intenti di chi è costretto a prendervi parte.
Credo che il comunismo sia di fatto una delle possibili varianti del capitalismo,perchè mi sembra evidente che c'è un'accumulazione di capitali che poi viene gestita da una comunità intera invece che da un singolo capitalista.
Quando questa comunità coincide con una nazione,si può definire il comunismo come capitalismo di Stato.
Credo che l'applicazione di questo sistema ad una intera nazione sia una cosa impossibile per una questione di dimensioni.
Forse non sfocerebbe in dittatura,e forse forse con un pò di culo nemmeno in corruzione,ma resterebbe una operazione economica pesantissima ed inefficiente.
Credo invece che in realtà più piccole sia un metodo da prendere senz'altro in considerazione perchè unisce i vantaggi del capitalismo con una bella dose di giustizia sociale,senza venire meno ai principii liberali.
Penso che ci convenga risparmiare il nostro disprezzo per cose rivelatesi molto ben peggiori e pericolose.
Gettare tutto di questa ideologia a causa di qualcosa che sembra esserne una devianza,credo sia come buttare via il bambino insieme all'acqua sporca.
Senza contare che diversi elettori ancora vi si affidano e non dobbiamo perdere l'occasione di catturarli alla nostra causa esprimendo loro le nostre ragioni senza diffamarli.
Attendo fiducioso il vostro contributo perchè è tardi,sono stanco per un allenamento pesantissimo e sicuramente mi sono perso per strada qualcosa.

Ciao,
Stefano