Stefano'62 ha scritto:Sono d'accordissimo sulla tua tesi di un'involuzione egoistica dell'uomo a seguito del benessere,ed è proprio per questo che è tanto più grave abbandonare all'ingiusto dileggio lo spirito solidaristico che ha tenuto l'umanità in vita nei tempi più bui.
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E il nocciolo della questione è proprio lì,come ho spiegato nel post precedente;nella lotta tra un concetto aberrante di libertà,e un concetto etico e maturo di libertà.
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Ma non ci vedi proprio nessuna somiglianza ?
Mi pare che ci siano tre problemi da affrontare.
Il primo è che pur partendo dalla definizione di animale sociale, che quindi ha un approccio cooperativo in tutta una serie di problemi, l'uomo non è totalmente cooperativo in tutto e per tutto. Lo è solo per le cose che convengono, in base alla situazione che si prospetta ed alla soluzione piu' adeguata. Mentre api ed altri insetti sociali sono pilotati dalla genetica (o se preferisci, dall'istinto) l'uomo fa le sue scelte dinamicamente, con la cultura, con il ragionamento. Naturalmente tramite un processo di prove ed errori. L'approccio cooperativo alla soluzione dei problemi è determinante in tutte quelle attività che un singolo individuo non puo' fare da solo. Come cacciare un mammut. O andare sulla Luna. L'approccio cooperativo è inoltre la soluzione intelligente quando i costi della soluzione collettiva sono inferiori alla somma dei singoli costi individuali. Vi sono casi in cui l'approccio cooperativo è inutile, il quanto per prima cosa le persone possono fare perfettamente da soli la cosa che vogliono fare, senza ricorrere agli altri. In secondo luogo ci sono casi in cui il costo collettivo è superiore alla somma dei singoli costi individuali. la coperazione quindi si potrebbe fare ma sarebbe troppo costosa per il gruppo.
Ovviamente tutto questo dipende soprattutto dalle relazioni sociali ed economiche in cui un gruppo umano vive.
Caccia? Agricoltura? Industria? E come cooperare? Tutti attaccano il mammut oppure qualcuno fa in modo che vada verso la buca che altri hanno scavato? Oggi la cooperazione è ottenuta tramite l'azione distinta, individuale e coordinata di gruppi di persone (le aziende, le organizzazioni) che competono tra loro o a volte collaborano su particilari progetti (come andare sulla Luna). La F1 è un buon esempio. Ogni team è un gruppo fortemente cooperativo ed altamente ogranizzato, ma i team competono tra loro.
Tutta la società oggi è un insieme cooperativo, perché qualcuno fa scarpe ed altri mobili, tuttavia volendo un artigiano è ancora in grado di fare da solo le scarpe ed i mobili e non ha bisogno dell'aiuto dell'altro. Si conviene semplicemente che poiché c'è chi è bravo a fare scarpe e non mobili, e viceversa, conviene che chi fa scarpe le faccia anche per chi fa mobili e chi fa mobili li faccia non solo per se stesso ma anche per tutti gli altri. Per farlo dovrà organizzarsi, con una organizzazione privata che gestisce un progetto privato. Fare mobili o scarpe per altri. Se non ci riesce, se le fa male, se le fa troppo costose, chi vuole scarpe le trovarà di migliori e a migior prezzo da altri.
Conviene quindi poter scegliere tra scarpe diverse di produttori diversi. Questo è un approccio privato concorrenziale che rende possibile un grande sistema sociale. Che per esistere ha bisogni di uno stato che emani norme e che detti le regole (necessarie perché gli uomini non sono angeli) e intervenga nelle disparità che ogni processo di crescita comporta. Sottolineo ogni.
Proprio perché azione dell'individuo (per se stesso) ed azione cooperativa (di gruppo) sono entrambi presenti nella società ed entrambi indispensabili, ecco che un "ismo" che ambisse ad istituire una società basata solo ed esclusivamente sulla cooperazione (o solo sull'egoismo) sarebbe sbagliata e produrrebbe risultati economici "sub-ottimali" (leggi: un impoverimento generale). Ecco che per me una società che auspichi "la comunanza dei mezzi di produzione e l'organizzazione collettiva del lavoro, a cui si accompagna l'assenza dello Stato" è sbagliata e fallimentare.
Questo spiega perché alla tua domanda finale, io rispondo di no, non ci vedo somiglianze.
Oggi la scelta tra cooperazione e non cooperazione è libera ed è intelligente che sia cosi'.
E non solo è intelligente. Porta ad un risultato economico complessivo migliore per tutti.
Come dicevo il progresso e la crescita portano ad una diminuzione dell'approccio cooperativo. Per resistere ai grandi freddi dell'ultima glaciazione dove la neve copriva ogni cosa, ci volevano grandi quantità di carne. La caccia di gruppo al mammut era necessaria per sopravvivere. Ma anche per coltivare grandi campi di grano occorreva essere in tanti. Oggi il processo cooperativo esiste sempre ma è molecolarizzato in migliaia di attività private (chi fa computer, chi li ripara, chi insegna nuoto, chi costruisce ponti) che sono scoordinate tra di loro e che sono cooprdinate solo per il gruppo che si dedica ad una particlare attività (profi o non profit che sia). Oggi un contadino puo' fare da solo (con gli strumenti tecnici che ha a disposizione) il lavoro che prima necessitava di centinaia di persone. Ha la sua terra (la sua proprietà) e puo' decidere se il trattore va comprato, noleggiato, preso il leasing, comprato in gruppo e condiviso con altri contadini. Nessuno lo obbliga ad un approccio esclusivamente cooperativo o escusivamente egoistico/individuale.
Mi pare che abbia molta piu' libertà, in senso maturo.
Viviamo in "società miste" in cui azione individuale ed azione di gruppo sono mischiate in modo che in parte è disordinato, in parte è coordinato. Questo sistema funziona meglio del comunismo, come è stato descritto, e mi pare contenga piu' gradi di libertà. Le persone piu' egoistiche e piu' cooperative (con tutte le gradazioni intermedie) trovano in fatti ognuno un posto giusto nella società per dare il massimo di se stessi secondo le loro attitudini e le loro capacità.
Questo mi sembra un concetto maturo di libertà e per nulla aberrante.
Ciao,
Franz