[RIFORMANDO:610] Re: Liberta' di licenziare sul lavoro
SPEA - Arch.Alexis Kilismanis  Venerdi`, 21 Luglio 2000

Francesco Forti diligentemente riporta il parere progressista e
fondativo dei valori del polo delle liberta'. Pardon, lapsus: della
"moderna sinistra", anzi siamo piu' precisi: del "centro-sinistra".
Insomma, diciamo pure del "pensiero dominante" cosi' non facciamo
confusioni ... :-)

> Libertà di licenziare e flessibilità del lavoro
> di PIERO OTTONE
> 
> La proposizione era questa: in un sistema di stampo
> capitalistico, quale il nostro, un imprenditore è libero di
> assumere persone per produrre beni o servizi, ed è libero di
> licenziarle quando quelle persone non gli servono più, o
> perché non produce più quei beni o servizi, o perché li
> produce in quantità diversa, o perché li produce in altro modo.

E da "puro ulivista" incondizionatamente si associa:

> Nel caso, la penso anche io come Ottone.
> In praticamente tutti i paesi europei e' cosi'.
> Non c'e' il "circolo vizioso" e ci sono abbondanti
> sussidi di disoccupazione e strutture atte alla
> riqualificazione di chi rimane disoccupato.
> 
> Spero che ci sia occasione di parlarne subito,

Da ben noto "vetero", riporto ancora un brano ripreso da una delle
scartoffie "fondative" dei paesi socialisti recentemente crollati. Uno
di quelli in cui si ammetteva anche il principio della proprieta'
privata.

"La Repubblica Popolare garantisce la proprieta' privata di beni e di
mezzi produttivi, tutela l'iniziativa economica privata, MA determina
anche quella che viene detta "funzione sociale della proprieta'".
Essa consiste nella subordinazione dell'interesse del singolo al
godimento e allo sfruttamento dei propri beni ai fini di utilita'
sociale. Quando l'interesse pubblico e quello privato vengano in
contrasto, e' sempre il primo a prevalere."

Nella situazione nostra il "circolo vizioso" e' palese:
Mentre lo stato (cioe' la collettivita') si impegna a garantire il
diritto al lavoro e la piena occupazione, affida tutte le fonti di
lavoro, tutto il sistema economico, beni e mezzi produttivi, in mano
alla proprieta' privata.
Secondo quale logica si puo' pretendere poi che sia il capitale privato
a garantire questa "funzione sociale" e non agisca invece secondo i
propri interessi ??
Questo sistema economico si sa', DEVE seguire e "autoregolarsi" secondo
le leggi della domanda e dell'offerta ed e' logico che qualsiasi
intervento dello "stato" specie in tempi di globalizzazione, piu' che
inutile in considerazione della concorrenza internazionale spietata,
puo' addirittura risultare dannoso.
L'interesse del massimo profitto (o della semplice sopravvivenza in un
sistema di spietata concorrenza) e quello della piena occupazione sono
due obiettivi contrastanti e inconciliabili.

Fine della riflessione.
Saluti.
Alexis


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