[RIFORMANDO:562] Re: RIFORMANDO digest 266
Francesco Paolo Forti  Domenica, 25 Giugno 2000

At 10:28 25.06.00 , graziani wrote:

>Sono nato nelle marche da padre abruzzese e madre marchigiana,ma vivo ormai
>da quasi 40 anni a Napoli.Ho avuto modo quindi di vedere da vicino le
>differenze che esistono tra le tre regioni e penso che un federalismo
>"vero" e ben studiato sia necessario anche per il Sud,anche se non e' la
>panacea di tutti i mali.Quello che mi sorprende e' che vere proposte
>concrete non ce ne siano o almeno che non sia abbastanza pubblicizzate.Ho
>letto anni fa uno studio della Fondazione Agnelli sull'argomento,secondo me
>ben fatto e che poteva essere un buon punto di inizio.Che fine ha fatto?E'
>stato sviluppato?Un punto che mi sembra essenziale e non toccato da quel
>poco che ho letto e' quello di smantellare (non so come )la burocrazia
>regionale e provinciale  che mi sembra  molto peggio di quella
>statale.Altrimenti come spesso accade in Italia avremo una ottima
>legge,(vedi la chiusura dei manicomi)ma pessimi risultati.

Ovviamente sono d'accordo con Graziani.
Rimane da definire quel federalismo "vero" ed e' chiaro a mio
parere che quel "vero" mal si sposa con le 150'000 leggi e con
i 120'000 (fonter censis) soggetti decisionali (timbratori di nulla-hosta) che
sono anima e corpo della burocrazia italiana che si DEVE smantellare. 
Il federalismo e' uno "stato leggero". Scordiamocelo di poterlo attuare
mantenendo la complessita' burocratica di oggi. 
Buon per noi se ci riusciamo. 

Per dare peso al quel "vero" ripropongo la differenza tra decentramento
e federalismo, cosi' come dopo lungo dibattito scaturi' con Gasby,
l'amico italo-americano che in passato diede un grande contributo alla
comprensione di questi temi. 
Abbiamo un "decentramento" quando un centro decide (politicamente
e finanziariamente) ed una periferia dispone (amministrativamente). 
Abbiamo un "federalismo" quando insieme, con compiti diversi ed in modo 
cooperativo, periferia e centro dispongono ed eseguono, con pari dignita' 
e sovranita'. Poi il "come" lo si vede in ogni paese e questo spiega 
le differenze esistenti tra paesi federali. Un unico concetto declinato in 
vari modi ("come") diversi. Questo e' il cuore della definizione. Lasciamo 
perdere il fumo che viene sollevato attorno al concetto unitario di patria
(cuore sanguinante, fratelli bandiera, stato unitario ed altri concetti che
ci hanno propinato fin da piccoli alle scuole elementari) buono solo per
la carne da cannone di chi che ha creduto di immolarsi  per gli ideali dei 
potenti di turno. Se avessero visto che dall'alto (per esempio nelle foto
satellite) i confini nazionali non si vedono, non si farebbero fatti massacrare
per delle righe sulla carte geografiche ma avrebbero optato per un creare
unita' federative a tutti i livelli, dal piu' piccolo al piu' grande. 

Una breve considerazione sulla domanda "che fine hanno fatto i
vari progetti?". I progetti che espongono stati "ottimali" senza per
questo porsi il problema della inevitabile resistenza al cambiamento
sono destinati a rimanere "sulla carta". 

Ogni progetto di cambiamento comporta ostacoli e vincoli. 
Se il progetto non si pone il problema di superarli (come quando)
esso e' incompleto e utopistico.

Saluti a tutti,
Francesco Forti

http://come.to/federalismo

http://come.to/riforme





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