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Il federalismo italiano ha un nuovo adepto, il plurivotato presidente della regione lombarda, ciellino, andreottiano: un bell'acquisto, non c'è che dire. Il federalismo perde un po' il colore verde del leghismo e si tinge di bianco e giallo papalino. Dalle cerimonie profane sul dio-Po con le ampolle si passa (o si ritorna?) alle più familiari liturgie clericali con il profumo d'incenso. La Costituzione -ha detto l'enfant terrible di don Giussani- non è la Bibbia: è vero, dico io, ma aggiungo un irriverente "E meno male!". A lasciarlo fare, il Formigoni, avremo una bella repubblica, teocratica ma federale. Si tratta soltanto di sostituire articoli e commi con salmi e versetti: Sono in preparazione convegni su Gioberti ed alcuni architetti -svizzeri naturalmente, fedeli a un tempo al papa ed al federalismo che hanno nel sangue- hanno già fatto un sopralluogo al Quirinale per riadattarlo alle esigenze del prossimo inquilino, che riprenderà possesso della sua secolare dimora dopo uno sfratto di un secolo e mezzo. Sentendo vacillare la poltrona, il mite Carlo A. Ciampi afferra anche lui il gladio del federalismo e con una pietosa bugia afferma che la nostra Costituzione contiene nel suo DNA un nucleo federalista. Al presidente della Lombardia, che già parla come un capo di stato estero, gli fa eco il filosofo con barba del mitico nord-est : "Non dobbiamo stare necessariamente nei limiti dell'attuale Costituzione". Hai capito l'intellettuale di sinistra? Il giuramento di fedeltà al c.d. "popolo lombardo" non è una buffonata? "No -replica il filosofo- le parole sono maschere", ma dimentica di aggiungere "...di pulcinella", con tutto il rispetto per la simpatica maschera partenopea. Comunque, oggi è arrivato anche il placet di Clinton, che autorizza la devolution, cioè il trasferimento "di potere democratico verso il basso". Gli americani hanno sempre avuto dell'Italia, della sua politica e delle sue istituzioni un'idea piuttosto vaga (Kissinger una volta ebbe il coraggio di confessarlo) e l'hanno sempre considerata un paese mediorientale, ma fedele. Al grande Bill, che preferisce impiegare il tempo libero con giochini sconci invece di studiare il Belpaese, nessuno ha mai spiegato che in Italia il potere democratico è già stato abbondantemente decentrato e proiettato verso il basso attraverso una Costituzione regionale che non ha eguali negli altri stati unitari. Il modello di federalismo lombardo da esportazione coniuga fede e danè -era già successo altre volte- in un federalismo che come dice Bocca non guarda al mondo ma al campanile. E già la Lombardia, attraverso il suo loquace chairman, rivendica la polizia regionale, rivisitazione istituzionalizzata della guardia padana di leghista memoria: allo Stato rimarrà la politica estera, la difesa, la rottamazione ed il festival di Sanremo. Gli immigrati saranno ammessi ed espulsi secondo l'andamento della borsa. Ricchioni e lesbiche dovranno fare pubblico atto di contrizione. Le liste dei candidati saranno sottoposte al magistero pastorale di vescovi e cardinali. Lo Stato farà un passo indietro, mentre protenderà un po' di più la mano per pagare le scuole private e dei preti. I federalisti della lista sono avvisati: si prospettano tempi duri per quelli che non hanno la cresima e che non fanno il precetto pasquale. Cari e fraterni saluti. Salvatore Camaioni ![]() |