[RIFORMANDO:440] Rapporto dal CNEL : lavoro
Rolando Alberto Borzetti  Mercoledi`, 19 Aprile 2000

Lavoro: occupazione prima preoccupazione italiani

Il posto di lavoro e la prima preoccupazione degli italiani. E' quanto
risulta dal rapporto del Cnel che ha condotto un'indagine sulle aspettative
e le richieste degli italiani nella definizione di una agenda delle
politiche da attuare per il nostro paese. Si tratta della ricerca dal titolo
''L'agenda degli italiani: esplorando nuove aree della cultura
socio-politica'', presentata a Villa Lubin. Il posto di lavoro come ''prima
preoccupazione'' e' stato indicato dal 41% degli intervistati,
rappresentativi dell'intera popolazione del nostro paese. Segue, ma a
distanza (24%) la criminalita' e poi con percentuali ancora piu' basse la
sanita' (16%), le pensioni (9%) e l'immigrazione (8%). Quella del lavoro
risulta la prima preoccupazione ma con un trend di diminuzione di rilievo
dal novembre '98 al novembre '99 con un calo pari a -8%. Cresce invece il
timore per la criminalita', con un aumento del 7%. Contrariamente alle
previsioni e' in diminuzione la preoccupazione per la presenza degli
immigrati, con un calo pari al -5%. Per il posto di lavoro le preoccupazioni
presentano differenti percentuali rispetto alle diverse aree geografiche
prese in considerazione. Il tetto e' al sud (Campania, Basilicata e
Calabria) con un tasso del 49% a fronte del Nord-Est (Lombardia, Triveneto,
Emilia Romagna) con una percentuale di 28% di preoccupati. A complicare la
situazione e' una sorta di ansia registrata rispetto alle modernizzazioni in
corso e a quelle annunciate nel settore sociale ed economico. Di conseguenza
''appare forte - rileva il rapporto - il bisogno di fondamenti sicuri e
indiscutibili per aree sociali quali l'economia o la religione; piu' in
generale si chiede allo Stato si chiede di esercitare un intervento attivo
inteso a normare e organizzare i vari sistemi sociali''. In questo contesto
singolare e' solo apparentemente contraddittorio appare l'atteggiamento
verso le organizzazioni sindacali. Il rapporto registra ''la crisi di
rappresentanza che oggi, ancor di piu' rispetto al recente passato,
attraversa il mondo del lavoro: la gran parte degli italiani (occupati o non
occupati) non si sente rappresentata da alcuno, se non da se stesso, per
quanto concerne i propri interessi economico-professionali''. Ma la ''crisi
di rappresentanza che investe sindacati e associazioni di categoria non
sembra - fa osservare il rapporto - riguardare il ruolo istituzionale di
questi organismi (fortemente atteso, ad esempio, nell'ambito della politica
di concertazione fra governo e parti sociali) quanto piuttosto i modi
concreti entro cui tale ruolo realizza''. Una sorta di plebiscito e' stato
registrato sulla politica di concertazione, Il 75% degli intervistati si e'
infatti dichiarato favorevole alle consultazioni
governo-sindacati-imprenditori, a fronte di un 17% di contrari. Italiani
favorevoli alle privatizzazioni ma decisamente contrari ad uno Stato minimo,
messo fuori gioco dal mercato. Il 69% degli italiani si e' infatti
dichiarato che ''per il bene del paese e dell'economia e' opportuno che lo
Stato mantenga il controllo almeno su alcune aziende fondamentali''.

Rolando A.B.




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