[RIFORMANDO:378] Oscurantismo
Flavio Mobiglia  Giovedi`, 02 Marzo 2000

da repubblica.it
Arcigay: "Banche hanno negato consulenza a sito omosessuale"  
--------------------------------------------------------------------------------
FIRENZE - E-commerce gay? No grazie, rispondono le banche. Lo denuncia l'Arcigay toscana,
rivelando la vicenda del sito www.gay.it. "Il primo no lo abbiamo avuto dalla Banca Sella
di Torino - ha raccontato Alessio De Giorgi dell'Arcigay - ma senza motivazione. Il
secondo dalla Cassa di Risparmio di Firenze. Alla direzione pisana della banca, alla
quale ci eravamo rivolti, sembrava che tutto andasse bene. Poi, improvvisamente, il
diniego, motivato da un funzionario con il fatto che l'istituto di credito non gradirebbe
vedere affiancato il proprio nome al logo di un sito gay, soprattutto, e questo mi pare
più grave, dopo la scoperta ieri di un traffico di immagini pedofile su Internet". Sempre
secondo De Giorgi la Cassa di risparmio di Firenze avrebbe anche obiettato sulla presenza
di alcuni link erotici con il sito.  

da democraticidisinistra.it
L'Unità 28 febbraio 2000
Veltroni: l'Aids uccide
La Chiesa deve impegnarsi a Soweto nel ricordo vergognoso dell'apartheid
di Toni Fontana 
Editoriale
28 febbraio 2000 
SOWETO L’apartheid ormai è solo il ricordo di un vergogna cancellata. A Soweto è una
domenica come tante, i fedeli delle sette sfilano con le tuniche colorate tra la casupole
ordinate, e addirittura qualche villetta elegante della nuova borghesia nera. Della
rivolta del ‘76, di Steve Biko, di mille e mille uomini e donne protagonisti delle lotte
nella township restano i cippi dedicati ai "martyrs of aparth eid", le foto e i ricordini
in vendita nelle bancarelle che assediano la casa di Mandela. Tre milioni di abitanti,
per un terzo immigrati dai paesi dell’Africa anglofona, Soweto non ha più l’aspetto di un
ghetto, ma resta una terra difficile, violenta dove solo qualche bianco venuto
dall’estero s’avventura per curiosare.
La fine della segregazione razziale non ha coinciso con la fine dei problemi. La
criminalità dilaga e l’Aids imperversa qui, più che in altri paesi africani. E il governo
cerca di arginare la tragedia che si annuncia. Nella hall del ministero della sanità a
Pretoria c’è un distributore di preservativi con la scritta: "Aids-helpline" e
dappertutto i cartelli mettono in guardia. Incontrando la delegazione guidata da Veltroni
la signora Tshabalala Msimang, ministro sudafricano, ha snocciolato dati impressionanti:
3.400.000 di sieropositivi pari al 12-13% della popolazione, 250.000 orfani che nel 2005
potrebbero, secondo le previsioni, diventare un milione. Se la diffusione procederà con
questi ritmi la speranza di vita dagli attuali 68 anni schederà a 48. Le ansie di
cambiamento accese da Mandela, potrebbero lasciare il posto alla disperazione, e una
generazione intera potrebbe essere cancellata.
Veltroni parte da questi dati quando decide di parlare della "gigantesca catastrofe" che
minaccia l’Africa. Alla chiesa Regina Mundi suor Bernard Neube a appena rievocato i
lunghi anni della lotta contro l’apartheid ricordando che li, dove oggi gli striscioni
inneggiano al "Jubilee 2000", s’incontrarono "sensibilità religiose e politiche"
accumunate dalla comune aspirazione alla libertà. Oggi l’Aids minaccia le conquiste,
ipoteca il futuro; prima di partire per la visita alla casa di Mandela, Veltroni,
parlando nel giardinetto della chiesa cattolica di Soweto, paragona la nuova emergenza
"alle grandi guerre" del secolo scorso, ma sottolinea che la comunità internazionale non
a reagito e deve "fare di più".
Il segretario Ds spiega di aver "meditatamente" raggiunto una convinzione dopo aver
incontrato "persone meravigliose" religiosi e volontari nel corso del viaggio in Africa.
"Premetto che ho il massimo rispetto per le sensibilità etiche e religiose – prosegue il
segretario dei Ds - ma il problema va visto da qui. Chiunque e anche la Chiesa dovrebbe
meditare sulla posizione da assumere" sul tema della prevenzione dell’Aids. E Veltroni si
augura che anche il Vaticano partecipi "a questa grande battaglia su questo grande tema"
e per "la difesa della vita". L’infezione si trasmette attraverso i rapporti sessuali e
Veltroni auspica "una grande campagna radicale per diffondere i metodi contraccettivi".
Come risponderà il Vaticano ben sapendo che da molti anni i missionari che operano in
Africa consigliano o perlomeno non si oppongono all’uso dei contraccettivi e i special
modo dei preservativi? Veltroni si augura che dalla Chiesa emerga "una posizione nuova
che faccia realisticamente i conti con questa tragedia"; se il Papa dicesse – aggiunge -
che "questa è una priorità" le sue parole avrebbero "la stessa grandissima forza" dei
messaggi che hanno richiamato l’attenzione del mondo "sulla fame e il debito dei paese
poveri". Veltroni ricorda di aver parlato dell’indebitamento dei paesi in via di sviluppo
nel colloquio con il cardinale Sodano che ha anticipato di pochi giorni la partenza e che
proprio negli incontri anche con i religiosi coi quali ha parlato in Africa ha appreso
che "così la diffusione dell’Aids non si può fermare". A Nairobi ha visto il comboniano
Alex Zanotelli, a Luanda in Angola il salesiano don Marcello. Forse qualcuno di loro gli
ha consigliato di dire questa parole pronunciate a Soweto. Il corteo di auto si mette in
moto per raggiungere la casa di Mandela, Veltroni conclude rinnovando l’invito rivolto
alla Chiesa affinché "assuma una posizione nuova che aiuterebbe a salvare molte vite
umane". Fulvia Bandoli, parlamentare Ds e membro della segreteria vuole aggiungere alcune
parole a quella del segretario: "Il Papa –afferma – esprime una posizione arretrata e
fuori dalla realtà. La maggior parte dei cattolici fa uso dei contraccettivi". Ricorda
che da "vent’anni" anche moltissimi missionari che operano in Africa hanno deciso di
consigliare metodi anticoncezionali e addirittura molti sostengono le campagne per la
diffusione dei preservativi.
Poco prima la ministra della sanità Tshabalala Msimang aveva detto che il governo sta
provvedendo alla diffusione di 3,5 milioni di preservativi ed ha promosso una campagna in
tutto il paese. A Soweto Veltroni aveva cominciato la visita fermandosi all’ospedale
della township intitolato a Chris Hani, il segretario del partito comunista sudafricano
assassinato da estremisti di destra prima delle elezioni democratiche del 1994. I medici
ci avevano accompagnato nei reparti tra i bambini affetti da gravi malattie quasi sempre
conseguenza del contagio dell’Aids. Bafana Sithole, segretario dell’African National
Congress aveva accolto la delegazione nella storica Freedom Charter Square dove il 26
giugno del 1955 i delegati dei sindacati, dei movimenti studenteschi e delle chiese
approvarono la "Freedom Charter" la Carta della libertà che divenne il grido di battaglia
della maggioranza nera segregata nella township ad una quindicina di chilometri da
Johannesburg dove oggi alle violenze del regime razzista si è sostituta l’insidiosa e
devastante presenza dell’Aids.
.....

L'agenzia di repubblica parla chiaro: siamo in presenza di una discriminazione
anticostituzionale, e sarebbe bene che l'evento fosse oggetto di attenzione e magari di
qualche splendida interrogazione parlamentare.
Se ha ancora senso parlare di liberali e di laicita' in questo paese, bisognerebbe anche
affrontare il tema di riforma costituzionale del concetto di famiglia "naturale".
La moderna concezione di famiglia deve basarsi sulla presenza di un legame affettivo fra
due o piu' persone piuttosto che sulla funzionalita' alla procreazione ed al mantenimento
della prole. In mancanza di una riforma di questa concezione assisteremo a gravi
discriminazioni e abusi che portano, per esempio nei confronti delle coppie gay,
all'impossibilita' di assistere il proprio partner gravemente malato in ospedale (il
compagno/a gay non viene considerato parente stretto, e puo' non venire ammesso in
visita), fino all'impossibilita' di effettuare comunione dei beni e disporre che il
compagno possa essere erede in caso di morte come gli altri parenti, ovvero rientri nelle
quote stabilite per essi dalla legge.
Oltre a questi macroscopici fatti, bisogna registrare discriminazione nei confronti delle
coppie gay nell'assegnazione di case popolari, assegni familiari (un gay puo' essere
padre, o madre!) eccetera.


La questione AIDS rappresenta un tema molto complesso.
In Italia si puo' parlare di AIDS facendo finta che il problema riguardi un insieme
circoscritto di persone dalla condotta poco "morale" (facendo capo alla concezione morale
cattolica): tossicodipendenti, omosessuali e frequentatori di prostitute a rischio
(quelli che se ne fregano del preservativo).
La realta' e' diversa: oggi la percentuale di contagio e' maggiore fra eterosessuali che
fra omosessuali, e vi sono migliaia di casi di donne sposate contagiate dai mariti
infedeli (spesso proprio quelli che non usano il profilattico con le prostitute).
Un mio amico gay ha avuto una serie di rapporti occasionali non protetti da quando aveva
13 anni (1993) a quando ne aveva 15 perche' completamente ignaro del problema AIDS (ed
evidentemente gli adulti pedofili che andavano con lui non erano particolarmente
sensibili alla sua salute!)
Moltissimi adolescenti sono convinti che l'AIDS sia un problema del mondo adulto, e che
tra i compagni di scuola mai e poi mai si possa riscontrare.
Un altro aspetto in cui l'informazione e' carente sono le modalita' di contagio: la
maggior parte dei ragazzi credono che avere un rapporto orale o avere un rapporto senza
eiaculazione non comporti rischio di contagio; anche fra lesbiche l'informazione e'
carente, eppure e' dimostrato che il contagio e' possibile, cosi' come un'indagine fatta
negli USA su 108 casi di contagio ha evidenziato che in almeno 8 casi esso e' stato
determinato dai soli rapporti orali!
Nella scuola italiana fondamentalmente non si parla ancora di AIDS.
Cio' avviene per i tabu dei professori e per la mancanza di volonta' di affrontare il
problema al di la' del moralismo perbenista che predica castita' e astensione dalla
carne!
Il risultato e' che in Europa l'Italia e' ai primi posti per percentuale di contagio
giovanile, ma il problema viene fondamentalmente rimosso o censurato dai media, e dalle
forze di governo che la coscienza molto pulita non ce l'hanno.
Siamo alle solite: la convivenza col potere (e quindi col Vaticano) non permette di
prendere posizioni forti (salvo l'eccezione dell'ultimo Veltroni).
Le statistiche sull'aids in Italia e in Europa sono disponibili al sito
http://www-aids.med.unibo.it/itastat/
http://www-aids.med.unibo.it/EUSTAT/hivnet/

Nel parlare di riforma scolastica non si e' fatto alcun cenno alla diffusione di
informazione per prevenire il contagio da HIV.
L'Italia nel periodo 1987-1998 e' seconda solo alla Spagna in Europa per numero di casi
di contagio nella fascia piu' bassa di eta' censita (20-24 anni), mentre e' terza
assoluta dopo Spagna e Francia per numero di casi di contagio non verticale
(madre-figlio).
Per avere un riscontro, nella fascia piu' bassa di eta' il numero di contagiati in Italia
e' stato 4 volte superiore alla Germania.
L'Italia e' quarta per i casi di contagio fra 0 e 12 anni, mentre e' terza per i casi di
contagio eterosessuale.
Di fronte a questi dati e' irresponsabile proseguire una politica oscurantista: di AIDS
si deve parlare nelle scuole e i professori di scienze (ma anche gli altri) nelle scuole
medie devono essere formati per tenere delle lezioni esaustive su questo argomento,
capito ministro Berlinguer?

Saluti a tutti
Flavio
__________________________________________________
Do You Yahoo!?
Talk to your friends online with Yahoo! Messenger.
http://im.yahoo.com


[Date Prev] [ ">Back ] [Date Next]