![]() |
da repubblica.it Arcigay: "Banche hanno negato consulenza a sito omosessuale" -------------------------------------------------------------------------------- FIRENZE - E-commerce gay? No grazie, rispondono le banche. Lo denuncia l'Arcigay toscana, rivelando la vicenda del sito www.gay.it. "Il primo no lo abbiamo avuto dalla Banca Sella di Torino - ha raccontato Alessio De Giorgi dell'Arcigay - ma senza motivazione. Il secondo dalla Cassa di Risparmio di Firenze. Alla direzione pisana della banca, alla quale ci eravamo rivolti, sembrava che tutto andasse bene. Poi, improvvisamente, il diniego, motivato da un funzionario con il fatto che l'istituto di credito non gradirebbe vedere affiancato il proprio nome al logo di un sito gay, soprattutto, e questo mi pare più grave, dopo la scoperta ieri di un traffico di immagini pedofile su Internet". Sempre secondo De Giorgi la Cassa di risparmio di Firenze avrebbe anche obiettato sulla presenza di alcuni link erotici con il sito. da democraticidisinistra.it L'Unità 28 febbraio 2000 Veltroni: l'Aids uccide La Chiesa deve impegnarsi a Soweto nel ricordo vergognoso dell'apartheid di Toni Fontana Editoriale 28 febbraio 2000 SOWETO L’apartheid ormai è solo il ricordo di un vergogna cancellata. A Soweto è una domenica come tante, i fedeli delle sette sfilano con le tuniche colorate tra la casupole ordinate, e addirittura qualche villetta elegante della nuova borghesia nera. Della rivolta del ‘76, di Steve Biko, di mille e mille uomini e donne protagonisti delle lotte nella township restano i cippi dedicati ai "martyrs of aparth eid", le foto e i ricordini in vendita nelle bancarelle che assediano la casa di Mandela. Tre milioni di abitanti, per un terzo immigrati dai paesi dell’Africa anglofona, Soweto non ha più l’aspetto di un ghetto, ma resta una terra difficile, violenta dove solo qualche bianco venuto dall’estero s’avventura per curiosare. La fine della segregazione razziale non ha coinciso con la fine dei problemi. La criminalità dilaga e l’Aids imperversa qui, più che in altri paesi africani. E il governo cerca di arginare la tragedia che si annuncia. Nella hall del ministero della sanità a Pretoria c’è un distributore di preservativi con la scritta: "Aids-helpline" e dappertutto i cartelli mettono in guardia. Incontrando la delegazione guidata da Veltroni la signora Tshabalala Msimang, ministro sudafricano, ha snocciolato dati impressionanti: 3.400.000 di sieropositivi pari al 12-13% della popolazione, 250.000 orfani che nel 2005 potrebbero, secondo le previsioni, diventare un milione. Se la diffusione procederà con questi ritmi la speranza di vita dagli attuali 68 anni schederà a 48. Le ansie di cambiamento accese da Mandela, potrebbero lasciare il posto alla disperazione, e una generazione intera potrebbe essere cancellata. Veltroni parte da questi dati quando decide di parlare della "gigantesca catastrofe" che minaccia l’Africa. Alla chiesa Regina Mundi suor Bernard Neube a appena rievocato i lunghi anni della lotta contro l’apartheid ricordando che li, dove oggi gli striscioni inneggiano al "Jubilee 2000", s’incontrarono "sensibilità religiose e politiche" accumunate dalla comune aspirazione alla libertà. Oggi l’Aids minaccia le conquiste, ipoteca il futuro; prima di partire per la visita alla casa di Mandela, Veltroni, parlando nel giardinetto della chiesa cattolica di Soweto, paragona la nuova emergenza "alle grandi guerre" del secolo scorso, ma sottolinea che la comunità internazionale non a reagito e deve "fare di più". Il segretario Ds spiega di aver "meditatamente" raggiunto una convinzione dopo aver incontrato "persone meravigliose" religiosi e volontari nel corso del viaggio in Africa. "Premetto che ho il massimo rispetto per le sensibilità etiche e religiose – prosegue il segretario dei Ds - ma il problema va visto da qui. Chiunque e anche la Chiesa dovrebbe meditare sulla posizione da assumere" sul tema della prevenzione dell’Aids. E Veltroni si augura che anche il Vaticano partecipi "a questa grande battaglia su questo grande tema" e per "la difesa della vita". L’infezione si trasmette attraverso i rapporti sessuali e Veltroni auspica "una grande campagna radicale per diffondere i metodi contraccettivi". Come risponderà il Vaticano ben sapendo che da molti anni i missionari che operano in Africa consigliano o perlomeno non si oppongono all’uso dei contraccettivi e i special modo dei preservativi? Veltroni si augura che dalla Chiesa emerga "una posizione nuova che faccia realisticamente i conti con questa tragedia"; se il Papa dicesse – aggiunge - che "questa è una priorità" le sue parole avrebbero "la stessa grandissima forza" dei messaggi che hanno richiamato l’attenzione del mondo "sulla fame e il debito dei paese poveri". Veltroni ricorda di aver parlato dell’indebitamento dei paesi in via di sviluppo nel colloquio con il cardinale Sodano che ha anticipato di pochi giorni la partenza e che proprio negli incontri anche con i religiosi coi quali ha parlato in Africa ha appreso che "così la diffusione dell’Aids non si può fermare". A Nairobi ha visto il comboniano Alex Zanotelli, a Luanda in Angola il salesiano don Marcello. Forse qualcuno di loro gli ha consigliato di dire questa parole pronunciate a Soweto. Il corteo di auto si mette in moto per raggiungere la casa di Mandela, Veltroni conclude rinnovando l’invito rivolto alla Chiesa affinché "assuma una posizione nuova che aiuterebbe a salvare molte vite umane". Fulvia Bandoli, parlamentare Ds e membro della segreteria vuole aggiungere alcune parole a quella del segretario: "Il Papa –afferma – esprime una posizione arretrata e fuori dalla realtà. La maggior parte dei cattolici fa uso dei contraccettivi". Ricorda che da "vent’anni" anche moltissimi missionari che operano in Africa hanno deciso di consigliare metodi anticoncezionali e addirittura molti sostengono le campagne per la diffusione dei preservativi. Poco prima la ministra della sanità Tshabalala Msimang aveva detto che il governo sta provvedendo alla diffusione di 3,5 milioni di preservativi ed ha promosso una campagna in tutto il paese. A Soweto Veltroni aveva cominciato la visita fermandosi all’ospedale della township intitolato a Chris Hani, il segretario del partito comunista sudafricano assassinato da estremisti di destra prima delle elezioni democratiche del 1994. I medici ci avevano accompagnato nei reparti tra i bambini affetti da gravi malattie quasi sempre conseguenza del contagio dell’Aids. Bafana Sithole, segretario dell’African National Congress aveva accolto la delegazione nella storica Freedom Charter Square dove il 26 giugno del 1955 i delegati dei sindacati, dei movimenti studenteschi e delle chiese approvarono la "Freedom Charter" la Carta della libertà che divenne il grido di battaglia della maggioranza nera segregata nella township ad una quindicina di chilometri da Johannesburg dove oggi alle violenze del regime razzista si è sostituta l’insidiosa e devastante presenza dell’Aids. ..... L'agenzia di repubblica parla chiaro: siamo in presenza di una discriminazione anticostituzionale, e sarebbe bene che l'evento fosse oggetto di attenzione e magari di qualche splendida interrogazione parlamentare. Se ha ancora senso parlare di liberali e di laicita' in questo paese, bisognerebbe anche affrontare il tema di riforma costituzionale del concetto di famiglia "naturale". La moderna concezione di famiglia deve basarsi sulla presenza di un legame affettivo fra due o piu' persone piuttosto che sulla funzionalita' alla procreazione ed al mantenimento della prole. In mancanza di una riforma di questa concezione assisteremo a gravi discriminazioni e abusi che portano, per esempio nei confronti delle coppie gay, all'impossibilita' di assistere il proprio partner gravemente malato in ospedale (il compagno/a gay non viene considerato parente stretto, e puo' non venire ammesso in visita), fino all'impossibilita' di effettuare comunione dei beni e disporre che il compagno possa essere erede in caso di morte come gli altri parenti, ovvero rientri nelle quote stabilite per essi dalla legge. Oltre a questi macroscopici fatti, bisogna registrare discriminazione nei confronti delle coppie gay nell'assegnazione di case popolari, assegni familiari (un gay puo' essere padre, o madre!) eccetera. La questione AIDS rappresenta un tema molto complesso. In Italia si puo' parlare di AIDS facendo finta che il problema riguardi un insieme circoscritto di persone dalla condotta poco "morale" (facendo capo alla concezione morale cattolica): tossicodipendenti, omosessuali e frequentatori di prostitute a rischio (quelli che se ne fregano del preservativo). La realta' e' diversa: oggi la percentuale di contagio e' maggiore fra eterosessuali che fra omosessuali, e vi sono migliaia di casi di donne sposate contagiate dai mariti infedeli (spesso proprio quelli che non usano il profilattico con le prostitute). Un mio amico gay ha avuto una serie di rapporti occasionali non protetti da quando aveva 13 anni (1993) a quando ne aveva 15 perche' completamente ignaro del problema AIDS (ed evidentemente gli adulti pedofili che andavano con lui non erano particolarmente sensibili alla sua salute!) Moltissimi adolescenti sono convinti che l'AIDS sia un problema del mondo adulto, e che tra i compagni di scuola mai e poi mai si possa riscontrare. Un altro aspetto in cui l'informazione e' carente sono le modalita' di contagio: la maggior parte dei ragazzi credono che avere un rapporto orale o avere un rapporto senza eiaculazione non comporti rischio di contagio; anche fra lesbiche l'informazione e' carente, eppure e' dimostrato che il contagio e' possibile, cosi' come un'indagine fatta negli USA su 108 casi di contagio ha evidenziato che in almeno 8 casi esso e' stato determinato dai soli rapporti orali! Nella scuola italiana fondamentalmente non si parla ancora di AIDS. Cio' avviene per i tabu dei professori e per la mancanza di volonta' di affrontare il problema al di la' del moralismo perbenista che predica castita' e astensione dalla carne! Il risultato e' che in Europa l'Italia e' ai primi posti per percentuale di contagio giovanile, ma il problema viene fondamentalmente rimosso o censurato dai media, e dalle forze di governo che la coscienza molto pulita non ce l'hanno. Siamo alle solite: la convivenza col potere (e quindi col Vaticano) non permette di prendere posizioni forti (salvo l'eccezione dell'ultimo Veltroni). Le statistiche sull'aids in Italia e in Europa sono disponibili al sito http://www-aids.med.unibo.it/itastat/ http://www-aids.med.unibo.it/EUSTAT/hivnet/ Nel parlare di riforma scolastica non si e' fatto alcun cenno alla diffusione di informazione per prevenire il contagio da HIV. L'Italia nel periodo 1987-1998 e' seconda solo alla Spagna in Europa per numero di casi di contagio nella fascia piu' bassa di eta' censita (20-24 anni), mentre e' terza assoluta dopo Spagna e Francia per numero di casi di contagio non verticale (madre-figlio). Per avere un riscontro, nella fascia piu' bassa di eta' il numero di contagiati in Italia e' stato 4 volte superiore alla Germania. L'Italia e' quarta per i casi di contagio fra 0 e 12 anni, mentre e' terza per i casi di contagio eterosessuale. Di fronte a questi dati e' irresponsabile proseguire una politica oscurantista: di AIDS si deve parlare nelle scuole e i professori di scienze (ma anche gli altri) nelle scuole medie devono essere formati per tenere delle lezioni esaustive su questo argomento, capito ministro Berlinguer? Saluti a tutti Flavio __________________________________________________ Do You Yahoo!? Talk to your friends online with Yahoo! Messenger. http://im.yahoo.com ![]() |