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 Incontro a Napoli: L'economia occidentale di fronte alla "sfida asiatica" Napoli, 17 giugno 1995  
                 L'economia 
                occidentale di fronte alla "sfida asiatica" 
                 Uno dei grandi drammi di questa fine di secolo è il lavoro 
                  che non c'è.
                  Dappertutto, nel mondo industrializzato, quando l'economia 
                  va male l'occupazione certamente cala; mentre quando l'economia 
                  riprende la sua espansione, l'occupazione non cresce, o quantomeno 
                  non cresce in misura sufficiente.
                  Questo concetto era già contenuto nel "Libro Bianco di Delors", 
                  una delle più serie e realistiche proposte di governo avanzate 
                  negli ultimi anni.
                  Il primo fondamentale messaggio era la semplice previsione 
                  che la fine della recessione non avrebbe risolto le difficoltà 
                  occupazionali.
                  Esso perciò propone più investimenti in infrastrutture: ma 
                  infrastrutture moderne volte alla costruzione di grandi reti 
                  trans-europee (ad esempio, nelle telecomunicazioni), capaci 
                  di "legare" sempre più tutti i Paesi dell'Unione.
                  Tuttavia esso va ben oltre gli investimenti. Al centro dell'azione 
                  degli stati membri viene proposta la politica della formazione 
                  delle risorse umane, della ricerca scientifica e dello sviluppo 
                  tecnologico. Il rafforzamento della competitività dell'economia 
                  europea e l'incremento dell'occupazione passano da qui. Questo 
                  vale anche per l'Italia, ed è nel solco del "piano Delors" che 
                  dobbiamo muoverci.
                  L'Asia é alle porte; la sfida asiatica é una realtà. Ed é 
                  una sfida fatta di una formidabile capacità di apprendimento 
                  e di un costo del lavoro enormemente inferiore ai livelli occidentali. 
                  Ecco che soltanto uno sforzo di elevazione dell'attività di 
                  studio e di ricerca possono rispondere a questa sfida. E' uno 
                  sforzo che non si improvvisa certo in un giorno, ma esige un'azione 
                  collettiva che deve coinvolgere tutto il sistema scolastico.
                  Preparare gli uomini costituisce la grande parte dell'opera 
                  da compiere; ma occorre offrire a essi l'occasione di applicare 
                  la scienza appresa, aiutando la nascita di strutture di capitale 
                  di rischio, di poli tecnologici, di raggruppamenti di piccole 
                  imprese innovative e rendendo possibile la mobilità dei ricercatori 
                  fra organismi pubblici e privati.
                  Le risorse della storia, dell'arte 
                  e della cultura italiana 
                 Ma lo sviluppo economico e le possibilità di occupazione - 
                  oggi più che mai - non vengono solo dall'industria. 
                  Questo vorrei dire soprattutto qui al Sud.
                  Ci sono le risorse della storia, dell'arte, e della cultura 
                  di questo nostro meraviglioso paese.
                  Una nota di speranza la vedo nell'enorme domanda (potenziale 
                  e ancora inespressa) di nuova occupazione nei settori della 
                  protezione del territorio, della sicurezza del lavoro, del restauro 
                  dei centri storici e della custodia e valorizzazione dei beni 
                  artistici e culturali. 
                  Si tratta di potenzialità che all'inizio hanno bisogno di 
                  risorse pubbliche, certamente non facili da organizzare con 
                  le attuali condizioni del bilancio dello Stato. Molte di queste 
                  risorse possono comunque venire dai fondi comunitari o da capitali 
                  privati.
                  Un discorso particolare va fatto poi sul degrado ambientale.
                  Abbiamo due grandi obiettivi:
                  a) fare tutto ciò che dev'essere fatto per impedire che gli 
                  italiani cadano vittime di disastri naturali provocati dalla 
                  nostra incuria;
                  b) fare in modo che la prevenzione e il restauro dei guasti 
                  ambientali diventi una grande opportunità di sviluppo economico 
                  e sociale.
                  Più proteggeremo l'ambiente, più potremo rilanciare la nostra 
                  agricoltura, e più potremo fare di certe zone del paese un attrezzato 
                  e invidiato centro di ospitalità internazionale.
                  C'è un altro problema che fa parte della questione ambientale, 
                  ed è il degrado delle nostre periferie urbane. Per risolverlo 
                  dovremo porre mano ad una varietà di politiche: da quella della 
                  casa a quella dei servizi pubblici, da quella dell'edilizia 
                  scolastica a quella dei centri sportivi. Ma riscattare queste 
                  periferie è il solo modo per ridare vita alle nostre città. 
                  Liberta' e regole, giustizia e sicurezza 
                 Non vi è oggi tempo di andare oltre queste idee.
                  Lo faremo lavorando insieme nei prossimi mesi. Già tanti di 
                  voi ci hanno dato - sulle singole questioni programmatiche - 
                  contributi formidabili, e di questo li ringraziamo.
                  Ma già possiamo vedere la sintesi che lega tra loro queste 
                  idee. Libertà e regole, giustizia e sicurezza sono il fondamento 
                  del patto sociale che ci deve unire.
                  Questi saranno i punti fondamentali del programma di governo 
                  della coalizione democratica.
                  La libertà, la giustizia e la sicurezza sono il fondamento 
                  della Repubblica. Se le escludiamo, la Repubblica resta un vuoto 
                  simulacro. In questo caso non ci sono riforme costituzionali 
                  che tengano. 
                 
 
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