L'economia
occidentale di fronte alla "sfida asiatica"
Uno dei grandi drammi di questa fine di secolo è il lavoro
che non c'è.
Dappertutto, nel mondo industrializzato, quando l'economia
va male l'occupazione certamente cala; mentre quando l'economia
riprende la sua espansione, l'occupazione non cresce, o quantomeno
non cresce in misura sufficiente.
Questo concetto era già contenuto nel "Libro Bianco di Delors",
una delle più serie e realistiche proposte di governo avanzate
negli ultimi anni.
Il primo fondamentale messaggio era la semplice previsione
che la fine della recessione non avrebbe risolto le difficoltà
occupazionali.
Esso perciò propone più investimenti in infrastrutture: ma
infrastrutture moderne volte alla costruzione di grandi reti
trans-europee (ad esempio, nelle telecomunicazioni), capaci
di "legare" sempre più tutti i Paesi dell'Unione.
Tuttavia esso va ben oltre gli investimenti. Al centro dell'azione
degli stati membri viene proposta la politica della formazione
delle risorse umane, della ricerca scientifica e dello sviluppo
tecnologico. Il rafforzamento della competitività dell'economia
europea e l'incremento dell'occupazione passano da qui. Questo
vale anche per l'Italia, ed è nel solco del "piano Delors" che
dobbiamo muoverci.
L'Asia é alle porte; la sfida asiatica é una realtà. Ed é
una sfida fatta di una formidabile capacità di apprendimento
e di un costo del lavoro enormemente inferiore ai livelli occidentali.
Ecco che soltanto uno sforzo di elevazione dell'attività di
studio e di ricerca possono rispondere a questa sfida. E' uno
sforzo che non si improvvisa certo in un giorno, ma esige un'azione
collettiva che deve coinvolgere tutto il sistema scolastico.
Preparare gli uomini costituisce la grande parte dell'opera
da compiere; ma occorre offrire a essi l'occasione di applicare
la scienza appresa, aiutando la nascita di strutture di capitale
di rischio, di poli tecnologici, di raggruppamenti di piccole
imprese innovative e rendendo possibile la mobilità dei ricercatori
fra organismi pubblici e privati.
Le risorse della storia, dell'arte
e della cultura italiana
Ma lo sviluppo economico e le possibilità di occupazione -
oggi più che mai - non vengono solo dall'industria.
Questo vorrei dire soprattutto qui al Sud.
Ci sono le risorse della storia, dell'arte, e della cultura
di questo nostro meraviglioso paese.
Una nota di speranza la vedo nell'enorme domanda (potenziale
e ancora inespressa) di nuova occupazione nei settori della
protezione del territorio, della sicurezza del lavoro, del restauro
dei centri storici e della custodia e valorizzazione dei beni
artistici e culturali.
Si tratta di potenzialità che all'inizio hanno bisogno di
risorse pubbliche, certamente non facili da organizzare con
le attuali condizioni del bilancio dello Stato. Molte di queste
risorse possono comunque venire dai fondi comunitari o da capitali
privati.
Un discorso particolare va fatto poi sul degrado ambientale.
Abbiamo due grandi obiettivi:
a) fare tutto ciò che dev'essere fatto per impedire che gli
italiani cadano vittime di disastri naturali provocati dalla
nostra incuria;
b) fare in modo che la prevenzione e il restauro dei guasti
ambientali diventi una grande opportunità di sviluppo economico
e sociale.
Più proteggeremo l'ambiente, più potremo rilanciare la nostra
agricoltura, e più potremo fare di certe zone del paese un attrezzato
e invidiato centro di ospitalità internazionale.
C'è un altro problema che fa parte della questione ambientale,
ed è il degrado delle nostre periferie urbane. Per risolverlo
dovremo porre mano ad una varietà di politiche: da quella della
casa a quella dei servizi pubblici, da quella dell'edilizia
scolastica a quella dei centri sportivi. Ma riscattare queste
periferie è il solo modo per ridare vita alle nostre città.
Liberta' e regole, giustizia e sicurezza
Non vi è oggi tempo di andare oltre queste idee.
Lo faremo lavorando insieme nei prossimi mesi. Già tanti di
voi ci hanno dato - sulle singole questioni programmatiche -
contributi formidabili, e di questo li ringraziamo.
Ma già possiamo vedere la sintesi che lega tra loro queste
idee. Libertà e regole, giustizia e sicurezza sono il fondamento
del patto sociale che ci deve unire.
Questi saranno i punti fondamentali del programma di governo
della coalizione democratica.
La libertà, la giustizia e la sicurezza sono il fondamento
della Repubblica. Se le escludiamo, la Repubblica resta un vuoto
simulacro. In questo caso non ci sono riforme costituzionali
che tengano.