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Tesi n° 83 Torna all'Indice delle Tesi


Tutelare lo sport agonistico, rilanciare lo sport di base

I luoghi, i modelli organizzativi e i servizi oggi a disposizione di chi pratica sport non sembrano adeguati a bisogni in rapida evoluzione. Per modificare questo stato di cose è necessario fare leva sulle enormi potenzialità dell'associazionismo sportivo, sia nell'ambito delle federazioni sportive sia in quello degli enti con finalità amatoriali e ricreative, e sulla formazione di operatori sportivi.

Lo sport deve essere alla portata di tutti, migliorare la salute, favorire lo sviluppo sociale, diffondere valori di solidarietà, tolleranza, lealtà, rispetto delle regole e attenzione all'ambiente.

Occorre che sia riconosciuta la molteplicità di soggetti che si occupano, in maniera seria e responsabile, di promuovere l'attività sportiva non agonistica. In questo modo è possibile garantire che le scelte di governo dello sport siano caratterizzate da un effettivo pluralismo, con più soggetti autonomi, cui vengono demandati compiti diversi.

E' indispensabile distinguere tra sport di vertice, professionistico e semiprofessionistico, e sport di base, caratterizzato da finalità sociali più accentuate: il primo può continuare ad attingere le sue risorse direttamente dal mercato, mentre l'intervento pubblico deve servire ad aiutare il secondo.

Gli enti locali, travagliati da seri problemi di bilancio, hanno sempre minori risorse da destinare alla costruzione e gestione diretta degli impianti sportivi. Per gli impianti che hanno un'utilizzazione di carattere più sociale, si potrebbe prevedere il coinvolgimento nella gestione dell'associazionismo sportivo; per quelli invece che ospitano attività sportive remunerative è possibile l'affidamento in gestione ai privati.

Per portare lo sport a esprimere, come è sua vocazione, valori etici è necessario ripartire da una vera integrazione tra scuola, federazioni sportive ed enti di promozione presenti sul territorio.

Le principali aree di intervento sono le seguenti:

- Valorizzare le società sportive dilettantistiche e l'associazionismo sportivo. Occorre effettuare un censimento dell'associazionismo sportivo, per riconoscere le realtà legittimate ad affiancare il Coni nella sua azione. E' quindi necessaria una nuova legge sulle società sportive dilettantistiche in modo che, se rispondono a specifici prerequisiti, possano dotarsi di una propria personalità giuridica indispensabile per accedere ai mutui agevolati del Credito Sportivo. Tali società potranno avvalersi di regimi finanziari e tributari agevolati, di profili contrattuali ad hoc, per la costituzione di centri servizi comuni.

- Sostenere lo sport di base. Una quota delle entrate spettanti all'erario per le lotterie e i concorsi-pronostici di tema sportivo potrebbe essere destinata al sostegno dello sport di base; appare anche giusto che parte delle risorse che lo sport produce per lo Stato vengano restituite allo sport medesimo. Poiché oggi lo sport ha un numero crescente di praticanti, servono più operatori e più qualificati. E' fondamentale riformare l'ISEF: trasformarlo in un corso universitario completo di insegnamenti di management, comunicazione e marketing sportivo.

- Tutelare lo sport agonistico. E' necessaria una revisione della legge 91 che renda il professionismo sportivo più aderente all'estensione che questo fenomeno ha oggi raggiunto in Italia.

- Sviluppare uno sport compatibile con l'ambiente. Va incoraggiato il recupero di vecchi impianti sportivi, la costruzione di nuove strutture rispettose dell'ambiente che riqualificano le città e il territorio, lo sviluppo di aree attrezzate in spazi naturali.

 

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