La storia de L'Ulivo: IL PROGRAMMA

Tesi per la definizione della piattaforma programmatica de L'Ulivo

Tesi n° 37 Torna all'Indice delle Tesi


Federalismo fiscale

Il federalismo fiscale cooperativo che proponiamo, costituisce il presupposto di ogni riforma tributaria. Come tale esso trova la sua valorizzazione quale uno dei criteri cruciali di organizzazione della società nazionale e va assunto in un progetto politico partecipativo fondato sulla autonomia finanziaria degli enti territoriali.

Esso si ispira a tre fondamentali principi: di responsabilità di chi amministra la cosa pubblica, che comporta una connessione più stretta tra decisione di spesa e responsabilità delle entrate e una maggiore autonomia amministrativa; di sussidiarietà, secondo cui un dato problema politico deve essere affrontato dal livello di governo più vicino ai cittadini; di solidarietà tra livelli di governo, in base al quale le comunità più agiate devono farsi carico dei bisogni di quelle meno dotate, per compensare le differenze che derivano da fattori non voluti e di cui non possono essere ritenuti politicamente responsabili.

Il punto di partenza è un allargamento dell'autonomia tributaria degli enti decentrati, in un quadro che abbia come protagoniste le Regioni, il cui ruolo e capacità di intervento va ripristinato secondo gli orientamenti della Costituzione. Questo disegno è compatibile con la massima estensione dell'autonomia e valorizzazione del ruolo dei Comuni.

L'autonomia tributaria regionale dovrà realizzarsi con forme di compartecipazioni ai grandi tributi erariali (IRPEF e/o IVA) ed anche tramite l'introduzione di un nuovo tributo regionale in sostituzione dei contributi sanitari, della tassa sulla salute, dell'ILOR e dell'ICIAP e di altri tributi minori, consentendo agli enti decentrati che lo vogliano di modificare le aliquote per finanziare livelli di servizi pubblici superiori a quelli standard.

Il disegno dei rapporti tra centro e livelli di governo decentrati è definito da leggi nazionali e prevede trasferimenti perequativi di tipo orizzontale tra Regioni, in cui quelle più ricche contribuiscono ad integrare le risorse di quelle meno dotate, e trasferimenti perequativi verticali dallo Stato a favore dei comuni e degli altri enti locali. Tali trasferimenti devono consentire ad ogni ente decentrato l'offerta di livelli accettabili di servizi pubblici essenziali (sanità, assistenza, scuola, ecc.), e devono essere costruiti in modo da incentivarlo ad accertare e riscuotere i tributi di propria competenza e penalizzare le amministrazioni poco solerti su questo fronte.

Resta essenziale il ruolo della politica statale nel finanziamento degli investimenti nelle aree che abbisognano di ampliamenti dei fattori produttivi, che dovrà tuttavia prevedere anche la partecipazione finanziaria degli enti periferici per responsabilizzarli nella programmazione dell'attività di investimento.

A livello comunale non esistono ragioni per abbandonare l'attuale impostazione fondata sull'ICI, che potrebbe essere sottoposta ad una revisione, collegata anche all'aggiornamento del catasto, che porti al graduale assorbimento in essa del gettito dell'imposta di registro relativa ai trasferimenti immobiliari. Ci si muoverà verso il superamento della Tosap e la sua trasformazione in un sistema di canoni e tariffe da gestire in piena autonomia.

Per il finanziamento degli investimenti debbono permanere strumenti di intervento statale, nella forma di trasferimenti condizionati, con la compartecipazione dell'ente periferico alla spesa, per responsabilizzarlo e indurlo ad una programmazione di tipo "imprenditoriale" delle attività di investimento.

Inoltre, per consentire una maggiore autonomia e responsabilità nella programmazione degli investimenti da parte dei Comuni, potrebbe essere data loro la facoltà di introdurre imposte di scopo, finalizzate alla realizzazione di opere pubbliche di interesse generale per le quali non é possibile l'autofinanziamento. Le imposte di scopo sono uno degli strumenti per aumentare la flessibilità dei Comuni nelle modalità di reperimento delle risorse: a questo fine, é possibile inoltre consentire ai Comuni sia di determinare, entro ambiti ben delimitati, tariffe e nuove fattispecie imponibili, sia di abolire tributi esistenti che neppure ripagano il costo di esazione, sia di consentire un accorto sfruttamento economico dei beni demaniali e degli immobili di interesse storico-artistico.

Per le Province dovrebbe bastare l'attribuzione delle imposta di trascrizione al PRA e sulle assicurazioni RC auto, che diventerebbero autonomi prelievi provinciali.

 

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