L'Italia naviga da troppo
tempo priva di rotta. E' ora di ritrovarla tutti assieme.
La prima condizione di questa ricerca è recuperare il senso
del futuro che abbiamo perduto in questi anni , nei quali si
è guardato solo al presente e si è persa la gioia e la responsabilità
di progettare.
Progettare il futuro significa riportare il nostro Paese nel
cuore dell'Europa, e attraverso l'Europa nel Mondo. L'Italia,
che è stata uno dei sei fondatori della Comunità, deve riconquistare
la posizione di guida che ha perduto, partecipando senza esitazione
al nuovo cammino dell'Europa, verso l'Unione economica e monetaria,
nella prospettiva dell'Europa politica. Questo cammino deve
ispirarsi alla tradizione del nostro Continente, che si sforza
di conciliare nella gestione della cosa pubblica, rigore ed
equità, efficienza e solidarietà.
Il primo obiettivo del nostro progetto per l'Italia è la piena
valorizzazione delle ricchezze del nostro Paese: della iniziativa
e della capacità lavorativa di tutti i cittadini, delle risorse
ambientali, e del patrimonio storico e artistico. Questa valorizzazione
è possibile attraverso lo sviluppo di una economia di mercato,
con regole chiare e trasparenti, così da permettere a tutti
di partecipare liberamente e responsabilmente alla vita della
società.
E' quindi necessario uno Stato leggero ed efficiente, che
sia arbitro e non giocatore, e che, in tutti gli ambiti, determini
e faccia rispettare le regole della concorrenza.
Questo Stato ha bisogno di un governo stabile ed autorevole
e di un Parlamento rappresentativo nel quale maggioranza e opposizione
assicurino consenso e controllo alla guida del Paese. L'Ulivo
si impegna, proseguendo sulla strada del rinnovamento del sistema
politico, a dare compimento alla democrazia dell'alternanza,
per garantire stabilità, autorevolezza e trasparenza al governo
del Paese. Per raggiungere questi obiettivi non dobbiamo solo
ricostruire la autorità delle istituzioni, ma anche l'autorevolezza
delle competenze, finora umiliate da un sistema politico chiuso.
Questo Stato leggero chiede inoltre di distribuire in modo
nuovo le responsabilità fra Stato, regioni e enti locali. Occorre
costruire un federalismo cooperativo radicato nelle esperienze
concrete della vita quotidiana, nelle città e nelle autonomie
locali, con strumenti legislativi e fiscali che consentano più
responsabilità e autonomia di decisioni, più semplicità e rapidità
di risposte. Occorre tutelare e aiutare la crescita dell'identità
di ogni regione e di ogni comune, nella consapevolezza che l'integrazione
di queste diverse identità arricchisce l'unità nazionale. Le
nuove tecnologie permettono oggi a ciascuna di queste identità
di essere al centro di una rete di comunicazioni che unisce
gli italiani tra loro e con i cittadini dell'Europa e del Mondo.
Il nostro programma di governo è quello di costruire un Paese
in cui lo sviluppo e l'innovazione possano essere ovunque un
Paese in cui non vi sia un centro e una periferia.
Il federalismo cooperativo è lo strumento per affrontare in
modo nuovo l'irrisolto problema del Mezzogiorno, per ribaltare
la logica dell'assistenzialismo che, pur trasferendo risorse
al Sud, ne ha anche soffocato l'autonomia e la capacità di crescita
interna.
Partire dal Mezzogiorno, dal suo riproporsi come moderna questione
nazionale, per affrontare il tema dell'occupazione e dello sviluppo.
Radicarsi nelle esperienze concrete della vita quotidiana significa
rendere sicure e gradevoli le nostre città, specie le periferie,
che sono diventate il luogo di sofferenza del Paese. Lo sviluppo
urbano e l'ambiente devono essere occasione di nuove opportunità
per il cittadino, di miglioramento della vita, di responsabilità
per le condizioni delle generazioni future, e non devono invece
diventare strumenti di violenza sulle persone e sul territorio.
Vogliamo una svolta di efficacia e di efficienza nelle politiche
ambientali come nuova frontiera dello sviluppo, dell'occupazione,
della qualità della vita. Dobbiamo allontanare il senso di paura
dalle nostre "cento città" e renderle più vivibili, con spazi
e orari a misura dei ritmi quotidiani dell'esistenza, a cominciare
dalle esigenze più trascurate delle donne, degli anziani, dei
bambini.
Tutti devono poter esercitare i propri diritti di cittadinanza,
anche superando le persistenti disparità tra i sessi in tutti
gli ambiti della vita pubblica e del mondo del lavoro. Solo
così si può contribuire all'efficienza e alla creatività del
sistema, irrobustendo gli assetti produttivi, garantendo per
ciascuno l'uguaglianza dei punti di partenza, le condizioni
minime di vita civile, proteggendo e promuovendo lo stato di
salute e di benessere della popolazione con particolare attenzione
alle categorie più deboli. Libertà politica, ricchezza economica
e coesione sociale sono inseparabili in ciascun paese così come
su scala internazionale.
Dobbiamo entrare nel nuovo secolo valorizzando appieno le
risorse umane di oggi. Ma queste semplicemente non bastano,
e sarebbe comunque ingiusto trascurare le potenzialità presenti
in ogni persona. Bisogna investire nella scuola che deve rappresentare
la nostra vera ricchezza, il modo con cui offriamo a tutti l'opportunità
di partecipare alla gara della vita. Solo con la scuola possiamo
trasmettere il senso del futuro che abbiamo perduto.
Il senso del futuro significa anche che si affronti subito
il problema del debito pubblico. Quando un Paese vive sotto
una montagna di debiti tutto è a rischio: la capacità di investimento,
la crescita economica, l'occupazione, la distribuzione del reddito,
l'equità tra generazioni. Di fronte ad un programma coerente
e realistico, la società italiana è disposta ai sacrifici necessari,
a condizione che si intraveda il punto di arrivo, e che lo sforzo
di risanamento sia distribuito equamente.
Attorno all'Ulivo chiamiamo a raccolta le migliori energie
della società e le grandi tradizioni politico-culturali del
Paese. Il programma che stiamo costruendo non vuole essere una
semplice mediazione tra queste diverse ispirazioni, ma la scelta
delle priorità suggerite dalle esperienze di ognuno, per costruire
la comune proposta di governo.
Partecipare alla costruzione del programma dell'Ulivo è oggi
il modo migliore per fare politica e per fare emergere una nuova
classe dirigente che porti il Paese nel futuro. E' la proposta
dei democratici italiani a tutti gli italiani. Per questo abbiamo
piantato l'Ulivo: per cambiare, per aiutare il risveglio dell'Italia.