Cari amici

Desideriamo fare alcune considerazioni di carattere generale e fornirvi alcune indicazioni di tipo organizzativo relative alle modalità di costituzione dei comitati, alla loro operatività, al collegamento con il Centro di coordinamento di Bologna;

Innanzitutto noi non siamo un nuovo partito politico: l'insieme dei comitati costituisce un movimento di persone che si riconoscono nella linea politico - programmatica e nella leadership di Romano prodi e che hanno autonomamente deciso di impegnarsi direttamente per sostenerlo.

Proprio per questo la nostra organizzazione non può e non deve imitare quella classica di un partito: capi, controlli, riconoscimenti.

In nostro è un movimento che fa della spontaneità e della responsabilità i propri punti di forza.

Ma per garantire la possibilità di un lavoro efficace e destinato a continuare nel tempo, occorre darsi un'organizzazione agile e diffusa sul territorio, seguendo uno schema organizzativo semplice e che possa essere costruito molto rapidamente.

Pertanto le regole di promozione e di governo dei comitati non possono essere convenzionali: il centro conta solo per idee (politiche - programmatiche - organizzative) che diffonde e per la capacità di mettere in relazione tra di loro i comitati diffusi su tutto il territorio nazionale.

La logica organizzativa viene, in qualche modo, rovesciata rispetto ai modelli convenzionali fino ad oggi adottati da movimenti e partiti.

Il centro non autorizza i comitati, ma prende atto e registra la loro costituzione.

Non c'è e non vuole esserci una funzione di controllo sulla composizione dei comitati, ma viene affidata alla loro responsabilità l'autocertificazione delle motivazioni che hanno spinto un gruppo di persone ad impegnarsi per sostenere Romano Prodi.

Per poter garantire al meglio questa funzione di auto-riconoscimento il dato da cui partire è che i comitati devono essere composti da un numero limitato di persone, indicativamente (ma con invito a rispettare tale suggerimento) non più di trenta.

Perché trenta?

Perché così facendo si costituiscono tanti comitati, tutti uguali tra loro, nessuno più importante degli altri e quindi, in qualche modo, depositario della rappresentanza privilegiata della proposta di Romano Prodi.

Perché con un massimo di trenta aderenti, la responsabilizzazione di ognuno è maggiore e più sentita, evitando di delegare ad altri la propria parte di impegno.

Nel caso un comitato conti già o riesca a raccogliere più di trenta adesioni, può dare vita ad uno o più comitati, innestando così un processo di filiazione che consenta di allargare al massimo le potenzialità di lavoro e di presenza sul territorio.

Questa logica di responsabilizzazione vale anche per la definizione dei contenuti programmatici, in cui ogni singolo comitato è chiamato a dare il proprio personale contributo, sia per quanto attiene temi e approfondimenti di carattere generale, sia per quanto concerne la capacità di tradurre in scelte concrete a livello locale le indicazioni del programma di Romano Prodi.

Come appare evidente, la logica che ispira questo modello organizzativo, è quella di valorizzare al massimo la dimensione di base dei comitati locali, i quali devono essere messi in condizione di lavorare e di comunicare al meglio tra di loro e con il coordinamento centrale.

A tal fine la sede centrale di Bologna è stata strutturata in modo da poter garantire, oltre alle informazioni organizzative e programmatiche di base, anche un adeguato supporto informatico, cui sarà possibile accedere per assicurare un collegamento in tempo reale tra il centro e la periferia, e tra i vari comitati tra loro.

Per poter rendere concretamente visibile questa attività, da un lato verrà inoltrata dal coordinamento nazionale una lettera di informazione periodica, che verrà inviata a tutti i comitati, dall'altro si invitano i comitati a tenersi collegati tra loro e con il centro nazionale, attraverso una lettera di comunicazione delle proprie attività ed iniziative.

Il sistema organizzativo pensato costituisce, in sostanza, un modello a rete, in cui il centro nazionale e i vari punti dislocati su tutto il territorio nazionale dialogano ed interagiscono, arricchendo reciprocamente la propria capacità di iniziativa.

Nel ringraziarvi per quanto avete già fatto e augurandovi buon lavoro, vi salutiamo cordialmente.

Gianclaudio Bressa e Alessandro Parlatore PER TUTTO L'ULIVO

Il futuro ha radici antiche