La questione ambientale e’ stata affrontata come sommatoria
di una serie di emergenze: quella sanitaria, legata all’aumento
dell’incidenza delle malattie tumorali e strettamente connessa
all’aggressione da metalli pesanti cresciuti con l’aumento dell’inquinamento;
l’emergenza legata alla riduzione delle risorse indispensabili
quali l’acqua e l’energia; l’emergenza rifiuti e il pericolo
legato allo smaltimento dei rifiuti tosssici e nocivi.
Importante risulta l’aspetto legato all’assetto idrogeologico
del territorio nel quale, non possono essere utilizzati modelli
previsionali affidabili.
L’attenzione va quindi indirizzata alla tutela del territorio
con particolare riguardo ai rimboschimenti ed al manteniemnto
della copertura vegetale.
In questo grande ambito e’ possibile individuare nuovi spazi
occupazionali che in altri ambiti, per l’aumento dell ’innovazione
tecnologica non e’ piu’ possibile creare. Si puo’ interventire
sul prodtto "qualita’ della vita" per individuare
nuove professionalita’ e spazi occupazionali concreti. Nel nostro
paese si trova quasi il 50% del partimonio artistico ed archittettonico
mondiale ma questo diventa anche un limite se si rimane fossilizzati
sulla sola conservazione senza trarre da cio’ nuova linfa per
sviluppi futuri. Molto importante e’ il discorso legato ad una
nuova politica "culturale" negli interventi di recupero
restaurativo e nella gestione dei centri storici.
Grande risalto e’ stato dato alla capacita’ dimostrata dal
governo di individuare canali alternativi di finanziamento per
le iniziative a caratttere culturale ed organizzativo di una
cresciuta offerta artistico-culturale con aumento delle possibilita’
di promozione anche in termini temporali che produce nuove possibilita’
occupazionali.
Dal dibattito emerge forte la protesta contro un mancato, seppur
previsto, snellimento dele procedure burocratiche e la ridotta
valorizzazione dele capacita’ professionali presenti sul territorio.