La difesa dello stato sociale, la consapevolezza della necessita’
di una sua radicale riforma erano i due punti chiave del programma
elettorale dell’Ulivo, ed a questi principi ha cercato di attenersi
in questi due anni l’azione del Governo, nella convinzione,
sempre ribadita da Prodi, che lo stato sociale rimane la piu’
grande conquista del ventesimo secolo.
L’azione del Governo si e’ articolata in momenti di discussione
e di approfondimento molto importanti quali la commissione Onofri
e le successive iniziative di concertazione con le parti sociali
da cui sono poi scaturite proposte operative come il dpef 1998-2000,
la legge di riforma del sistema previdenziale, Finanziaria 1998,
la legge delega sul riordino del SSNN, fino al recentissimo
provvedimento sul reddito minimo di inserimento.
Filo conduttore di questa iniziativa e’ stata la consapevolezza
che in Italia la spesa per la sanita’ e il wellfare nel suo
complesso non e’ superiore alla media europea ma e’ mal distribuita
e " datata" nella sua articolazione rispetto al nuovo
"ambiente sociale", ai cui bisogni bisogna rispondere.
E’ stato innannzi tutto sottolineato che nella finanziaria
1998 sono state per la prima volta da anni aumentate le risorse
destinate al sistema sanitario nazionale per complessibvi 8000
miliardi e sono stati stanziati fondi rilevanti per la ristrutturazione
degli stabilimenti sanitari e per la ricerca scientifica.
E’ proseguita inoltre l’azione di riordino e di moralizzazione
dela spesa farmaceutica attraverso l’incentivazione all’uso
di preparati generici, l’adozione del prezzo medio europeo come
riferimento per il costo dei vari farmaci, il ribadimento del
principio "stesso farmaco - stesso prezzo".
D’altro lato, la legge delega di riforma del SSNN conferma
l’aziendalizzazione delle ASL come uno strumento per introdurre
elementi di sempre maggiore efficienza organizzativa all’interno
di questa struttura e ribadisce la separazione tra compiti gestionali,
attribuiti alla direzione aziendale nella sua complessiva articolazione,
ed i compiti di programazione ed indirizzo.
Per questi ultimi, verra’ atrribuito un ruolo molto piu’ importante,
accanto a quello delle regioni, alle conferenze dei sindaci.
Verranno inoltre introdotti spazi importanti, nei controlli
di qualita’ delle prestazioni e dell’organizzazione da un lato
per gli utenti e le loro associazioni, dall’altro per gli operatori
attraverso i consiglio di sanita’.
A tutto questo si accompagna una forte spinta verso l’integrazione
territoriale dei servizi sanitari e di quelli sociali.
Per quanto riguarda gli interventi nella sfera piu’ propriamente
sociale, il governo del’Ulivo si e’ trovato di fronte una situazione,
a differenza di quanto avviene negli altri paesi europei, di
assoluto vuoto normativo per quanto riguarda l’assistenza ai
cittadini nel bisogno, ai veri poveri.
Per supplire a questa carenza sono stati per anni utilizzati
impropriamente in Italia strumenti nati per altre finalita’
ed obiettivi, per esempio le pensioni di invalidita’.
Il governo Prodi ha per questo proposto venerdi scorso l’adozione
in via sperimentale del reddito minimo di inserimento che viene
attribuito al cittadino povero per ovviare al suo stato di necessita’
indipendentemente da qualsiasi altro elemento.
Nella stessa ottica, si e’ mossa la riforma delle pensioni
che, al di la’ del’obiettivo del contenimento della spesa previdenziale
ha introdotto per la prima volta nel nostro paese quei criteri
di equita’, per esempio tra lavoratori pubblici e privati, che
costituiscono la base indispensabile su cui costruire una qualsiasi
ipotesi riformista basata sul consenso sociale.
Rimangono sicuramente varie altre cose da fare.
Un esempio per tutti le politiche sociali per la famiglia,
rispetto alle quali gli storici assegni familiari rappresentano
uno strumento poco efficace e datato, ed ai quali si dovranno
sostituire pacchetti di servizi idonei a rispondere alle esigenze
delle famiglie.
Anche per quanto riguarda la disoccupazione, ci troviamo di
fronte a degli evidenti paradossi per i quali cittadini nella
stessa drammatica situazione hanno dallo stato risposte diverse
a seconda che siano lavoratori in mobilita’ o dipendenti in
cassa interazione o ex occupati con un sussidio di disoccupazione
o addirittura persone senza nessuno strumento di protezione.
Il governo ha gia’ provato ad affrontare anche questi problemi
incontrando da un lato forti resistenze corporative di certe
categorie, dall’altro contraddizioni fra le varie anime non
dell’Ulivo ma della coalizione di governo nella quale accanto
ai veri riformatori troviamo sedicenti massimalisti che in realta’
tendono a difendere solo chi e’ gia’ garantito e conservatori
che non sanno immaginare prospettive diverse dall’esistente.
Anche da queste difficolta’ viene pero’ la spinta ad andare
avanti coerenti con i nostri valori ed i nostri principi ispiratori.