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GARGONZA
AIR LINES
di MICHELE SERRA
(Poesia stupidissima in omaggio a un convegno intelligentissimo)
NEL silenzio di Gargonzahh c'è chi ponza e chi riponza
al penziero positivo
da penzare per l'Ulivo.
Negli alberghi di Gargonza
se Clouseau chiede una stonza
viene subito cacciato:
giornalista smascherato.
Sul castello di Gargonza
batte un sole che t'abbronza
ma è nel buio del maniero
che s'illumina il pensiero.
UN clamore di meningi
cigolanti di fatica
varca i merli carolingi
e s'impiglia nell'ortica.
Nell'ortica dove cuoce
il cronista rifiutato
che s'affanna a dare voce
a quel mugghio indecifrato.
Bindi ha detto sì alle tasse?
La Marcucci è con le masse?
Flores plaude agli imputati
e Manconi ai magistrati?
E quel "plof" di carni vecchie
è il bollito che è caduto
o è Carraro che è svenuto
nella sala degli specchi?
E quei fiati in dissonanza
era Berio che orchestrava
o il russare nella stanza
mentre Zavoli parlava?
La lezione di Costanzo
sul parlar come si mangia
l'avrà fatta a mezzo pranzo
con gli schizzi sulla pancia?
Di don Mazzi i borborigmi
placheranno due bicchieri
e di Eco i mille enigmi
reggeranno i prigionieri?
Ma nel cielo di Gargonza
d'improvviso, misterioso
c'è un velivolo che ronza
e interrompe il contenzioso.
Un'impresa alla D'Annunzio?
Un attacco americano?
Uno scriteriato nunzio
del pontefice cristiano?
Bertinotti sul suo Mig?
Qualche charter dirottato?
Archimede che fa "sigh?"
per un lancio malandato?
Nel difficile momento
mentre il panico già sale
or dirada lo spavento
un canuto intellettuale:
"Con la carta e con le mani
amo fare gli aeroplani:
poi li lancio come a scuola
per veder come si vola!"
Il razzetto infine plana
oscillando tra i peana
gridan tutti: "È mio! È mio!
Voglio farne uno anch'io!"
E si rompe finalmente
tutto il duro ragionare
c'è chi canta, chi si sente
nato solo per danzare.
Ci si bacia, ci si abbraccia
si improvvisano dei cori
e la notte si sfilaccia
tra risate e nuovi amori.
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