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[ al 13 Maggio]

       
 
 

Giuseppe Rao

I "cantieri" per la costruzione del nuovo patto sociale

Stiamo abbandonando il modello di patto sociale costruito:

a) sulla presenza di uno Stato centralizzato con la presenza di una Amministrazione pubblica spesso arrogante e non all’altezza dei compiti (e utilizzata altresì come ammortizzatore sociale)

b) su un forte sistema di aziende a partecipazione statale

c) su sussidi diretti alle imprese

d) su una domanda pubblica disorganica

e) su forme troppo spesso inadeguate, ingiuste ed inefficienti di Welfare e di solidarietà sociale

Tale patto non è più sostenibile soprattutto di fronte:

a) alla globalizzazione dei processi e sulla presenza di organizzazione sovranazionali

b) al fatto che le inefficienze rendono il sistema Paese assolutamente non competitivo nella comunità internazionale

c) alla ribellione dei contribuenti che non intendono più finanziare sprechi e privilegi.

Il nuovo patto sociale si costruisce soprattutto all’interno di quattro "grandi cantieri":

1. La ridefinizione delle regole sulla forma di governo e quindi le riforme istituzionali, le forme di controllo e il funzionamento della PA quali premesse per uno Stato più efficiente e più giusto e quindi in grado di destinare maggiori e migliori risorse ai cittadini.

2. La determinazione delle regole per l’economia, e quindi per il lavoro, e di quelle regole in grado di consentire un reale pluralismo economico pur tenendo conto della complessità di mercati in cui convivono necessità diverse (coesistenza tra piccole e medie imprese e operatori globali; ambiti locali e ambiti internazionali). Lo Stato non può più intervenire direttamente con aiuti diretti a favore delle singole imprese o del sistema delle partecipazioni statali mentre deve operare per creare infrastrutture che favoriscano le attività umane.

3. La costruzione delle nuove priorità degli interventi di Welfare (ma anche della domanda pubblica) coscienti comunque della necessità di rafforzare innanzitutto i processi di alfabetizzazione e di formazione necessari per il godimento delle nuove forme in cui esprimono i diritti di cittadinanza (in particolare la navigazione virtuale).

4. La discussione sul grande capitolo delle libertà civili che in alcuni casi pone delicatissimi problemi etici e morali oltre che giuridici (con i conseguenti giudizi di prevalenza o di compatibilità tra diritti che hanno tutela nella carta costituzionale).

Il patto sociale deve comunque partire dalla volontà di combattere i privilegi e di favorire al massimo l’efficienza dei processi e la valorizzazione delle competenze.

E’ forse compito di tutti noi lavorare su cinque grandi passe-partout per il nuovo millennio:

a. la flessibilità: dobbiamo essere in grado di dominare mutamenti sempre più frequenti

b) la rapidità: i processi richiedono decisioni che spesso devono essere assunte in tempo reale

c. la mobilità: il cyberspazio è la rappresentazione della necessità del movimento e della capacità di comprendere il senso delle diversità

d. l’interattività: sempre più ci è richiesto di interagire con le persone ma anche con le macchine

e. la fantasia: è la qualità irrinunciabile, il valore aggiunto che ci permette di far vivere le utopie.

Pierre Levy nel suo bel libro affronta un tema decisivo: le sfide globali saranno vinte da quelle comunità in grado di valorizzare (e quindi non disperdere) la risorsa più importante: l’intelligenza collettiva, che è il frutto della partecipazione attiva di tutti e in particolare delle nuove generazioni.

A partire dal dibattito sulle nuove tecnologie nel "cantiere aperto" stiamo portando il contributo per individuare le condizioni in grado di favorire la crescita delle qualità di ciascuna persona e della dignità di chi vive nelle aree disagiate e degradate.


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