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[ al 13 Maggio]

       
 
 

Gli Interventi
Intervento del Presidente del Consiglio Romano Prodi

Cambiare il Paese con la partecipazione di tutti e con senso di giustizia: questa è la pedagogia de L’Ulivo.

Con i partiti ma sapendo che senza la capacità di coesione de L’Ulivo i partiti non ce la fanno. Grazie a L’Ulivo abbiamo guadagnato un terreno nuovo di confronto politico che fino ad un anno fa sembrava impraticabile da tradizioni culturali da sempre tra loro diffidenti. E’ questo il risultato che dobbiamo consolidare in una prospettiva di lungo periodo.

Lo stiamo facendo realizzando il programma che ha consentito la vittoria de L’Ulivo nella consapevolezza che la forza del Governo è la forza de L’Ulivo.

Ha ragione D’Alema, ha ragione Veltroni, il partito de L’Ulivo non e’ a portata di mano.

Ma non possiamo neppure fermarci. Non progredi est regredi. Arrivati al punto in cui siamo se non andiamo avanti torniamo indietro. Non possiamo permetterci fughe in avanti. Dobbiamo semplicemente andare avanti.

 

In questi mesi L’Ulivo ha continuato a crescere. E’ cresciuto nell’azione di governo. Un’esperienza di unita’ della quale dobbiamo solo rammaricarci di non essere riusciti a dare adeguata testimonianza esterna. L’Ulivo, la coalizione dei partiti e il movimento deve tornare tra la gente. E’ per questo motivo che abbiamo ripreso il cammino, e’ per questo che abbiamo indetto queste giornate di riflessione. Due giorni di riflessione durante i quali L’Ulivo potesse crescere senza la preoccupazione di dover prendere delle decisioni: per il solo fatto che discutevamo liberamente, per il solo fatto di stare assieme. L’Ulivo cresce, L’Ulivo e’ cresciuto facendolo, non parlandone. Si e’ detto che il nostro e’ un tempo di crisi della parola. Questo accade perche’ le parole alle quali affidiamo la nostra comunicazione sono spesso parole vecchie. E le parole vecchie dividono. E’ per questo che abbiamo bisogno di parole nuove. Parole per parlare tra noi, parole per parlare con la gente. E’ per questo che abbiamo iniziato a cercarle. A cercarle assieme.

 

 

Tra le esperienze di questi dieci mesi di governo un tratto positivo e’ stata la profonda unita’ interna al Governo. Ma altrettanto positiva e’ stata la lealta’ che al governo hanno assicurato tutte le forze della coalizione, all’interno del parlamento, e nella societa’. Di questo voglio dare atto a tutti e innanzitutto a Massimo D’Alema che in questi mesi ci, mi e’ stato vicino senza incertezze. Non ho mai avuto dubbio che la stabilita’ di questo governo, la stabilita’ di questa maggioranza fosse per lui, come per tutti noi, "un dogma". Ma purtroppo i dogmi non bastano a vivere. Anche per un laico come un cristiano se la fede non e’ accompagnata dalla speranza in un futuro comune e dalla carita’, intesa come unione di enti, si fa poca strada.

 

Il fatto e’ che il nostro progetto non e’ mai stato e non puo’ essere un progetto di corto respiro e di breve durata. Anche solo il compito che ci siamo dati di portare il paese in Europa richiede un impegno di anni. Per rimettere stabilmente ordine nei nostri conti, per modernizzare le istituzioni, per adeguare il sistema Italia alle esigenze della competizione mondiale neppure lo spazio di una legislatura e’ sufficiente.

 

Proprio per questo il nostro e’ un progetto che avrà una prospettiva lunga nella storia del nostro Paese.

 

Per far crescere questo progetto dobbiamo assumere come modello lo stesso processo di costruzione dell’Europa oggi in atto. Come a livello europeo occorre far convivere in modo sapiente il ruolo dei Governi e degli Stati (che devono man mano cedere sovranita’) con la costruzione dell’Europa come casa comune di tutti i cittadini, cosi’ dobbiamo riuscire a far convivere il ruolo degli attuali partiti della coalizione con l’impegno per un confronto che prescinde dalle appartenenze per costruire L’Ulivo come casa comune di tutti i democratrici.


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