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  Dieci idee per L'Ulivo

Da: "La Stampa" - Mercoledi 5 Marzo 1997
"Ulivo, adunata nel borgo medievale"

I segretari dei due maggiori partiti dell’Ulivo - D’Alema e Marini, a Gargonza ci andranno. La segreteria organizzativa del convegno che sabato e domenica riunirà l’intellighenzia dell’Ulivo, non ha nessuno dei dubbi espressi da alcuni giornali nei giorni scorsi e fa sapere che la partecipazione dei due leader non è mai stata messa in discussione. Data però la coincidenza con la campgna elettorale per le amministrative sia Marini che D’Alema non potranno pernottare, ma per andare ci andranno. Sicuramente. Così il "giallo" sembra risolto. E gli animi appaiono rasserenati: quello di Prodi che nella rinuncia delle due colonne portanti della coalizione vedeva un inquietante segnale per il suo governo, e quello dei tre organizzatori del "buen retiro" ulivista, Furio Colombo, Tana de Zulueta e Omar Calabrese, che avrebbero dovuto registrare altrimenti un insuccesso dell’iniziativa.

Tutto comincia, infatti, da un’idea di questi tre intellettuali che, sentito il coordinamento dell’Ulivo - Minniti (pds), D’Andrea (ppi) e Semenzato (verdi) -, organizzano l’incontro. Si sceglie di farlo a gargonza, provincia di Arezzo, dove il conte Guicciardini (discendente dello scrittore Francesco) possiede un antico, splendido borgo recuperato come centro congressi. I posti disponibili sono cento e quindi cento devono essere gli invitati. Non uno di più. La lista si fa rispettando, per i politici, i ruoli istituzionali: vengono invitati quindi tutti i ministri e i sottosegretari, i capigruppo parlamentari e i vice, i segretari i vicesegretari e i presidenti degli schieramenti dell’Ulivo.

Per gli intellettuali invece si fa una scelta, cercando di non tenere fuori nessuno dei personaggi più rilevanti che si conoscono nella cultura ulivista: da Umberto Eco ad Alessandro Baricco, da Caludio Magris a Gianni Vattimo.

"A Gargonza - spiega Furio Colombo - non si va per definire una strategia, per stabilire piani di gestione del potere, e neppure per compiere un esame di coscienza, ma per interrogarsi sul senso, sull’identità di questo soggetto collettivo che è l’Ulivo. E ovviamente da questo incontro deve procedere anche un progetto, un "che fare" che tenga conto delle istanze che procedono dal Paese e che non necessariamente debbono coincidere con le scadenze dell’agenda politica".

Si tratta dunque di un’altra Pontignano, che arriverà però dopo che l’Ulivo è stato chiamato alla guida del Paese. E come Pontignano, anche il meeting di Gargonza si terrà a porte chiuse. Fuori anche i giornalisti. In tutto questo le vocidi possibili defezioni da parte di D’Alema e di Marini avevano gettato un’ombra sull’intera coalizione, già aggredita all’esterno dalle discordanze con Rifondazione e, percorsa sa titubanze per il feeling con Berlusconi.

Anche Gerardo Bianco aveva avuto di che lamentarsi per essere stato escluso dal consesso, ma poi anche questo dissapore è rientrato: il presidente dei popolari non era stato informato dalla sua segreteria che l’invito era regolarmente arrivato, anche per lui. La pax prodiana per ora è ricomposta. [r.mas.]


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