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[ al 13 Maggio]

       
 
 

Dieci idee per L'Ulivo

IL GIORNALE - LUNEDI' 10 MARZO 1997
Botta e risposta fra intellettuali sull'impegno diretto in politica:
se ci candidiamo come vuole Pera lui rischia di non essere eletto

Eco si sente Dumas: Ulivo come i moschettieri

Il professore fa il veltroniano e sogna di superare l'egemonia del Pds sponsorizzando larghe intese fra i progressisti

La barba è quella del moschettiere, il fisico quello di Portos, Aramis e Athos messi insieme. E, citazone vivente di un disco di Guccini, Umberto Eco si sente quasi come Dumas: "Vede, l'Ulivo è come i tre moschetieri":

Prodi, Veltroni e la Bindi come Aramis, Portos e Athos?

"Le metafore non sono fatte per appiccicare a ogni personaggio il nome di un politico. Portos era in sé un vanitoso, ma abile a trovare denaro dalle vedove; Athos era alcolizzato, ossessionato solo dai suoi problemi sentimentali e personali; Aramis era un cattolico, non so se pre o post conciliare, che un po' andava a donne. E poi, D'Artagnan: era un ingenuo e quando andava da solo si prendeva un fracco di bastonate. Ecco, loro sono come l'Ulivo…".

Dalle vedove tassate in poi, effettivamente le analogie sono parecchie.

"…perché tutti e quattro lavorando e decidendo volta per volta il comportamento secondo le circostanze, alla fine hanno battuto Richelieu e hanno tagliato la testa a Milady".

Chiarissimo, per lei D'Alema è Richelieu e Berlusconi è Milady.

"Chi ha mai detto questo?"

Tutti i giornali hanno letto così le sue parole.

"Questa è un'infermità vostra, non mia".

Ma le immagini sono fatte apposta per essere interpretate. D'Alema è Richelieu?

"Lei è come un bambino a cui raccontano Cappuccetto rosso e poi domanda chi è la piccola e chi il lupo".

D'Alema è Richelieu?

"Se ogni volta che qualcuno dice 'Oggi fa bel tempo' dobbiamo chiederci che cosa vuol dire 'oggi' e cosa vuol dire 'bel tempo', non si parla più".

Però lei ieri ha attaccato D'Alema, voleva addirittura andarsene da Gargonza. Ce l'aveva con il Richelieu dell'Ulivo?

"Mai attaccato D'Alema. Io non sono un esperto di organizzazione dei partiti, né di Governo, sono solo un esperto di convegni. A un certo punto mi è parso che il tema originario del convegno (Dieci idee per l'Ulivo) fosse cambiato e che si rischiasse di parlare del partito unico. A quel punto mi sono informato su quale sarebbe stato il tema della seconda giornata dei lavori e ho fatto notare che, se si fosse parlato del partito unico, in non avrei avuto più niente da dire".

Con l'immagine dei moschettieri, però, lei si è schierato per il partito unico. Non è una contraddizione?

"Ho notato che quella che è nata come alleanza elettorale, in realtà non è una semplice addizione di forze ma deve essere contraddistinta da un'azione comune: qui a Gargonza abbiamo affrontato argomenti, come l'embrione, sul quale le forze della coalizione prese isolatamente si scannerebbero. Qui invece…".

Qui invece?

"E' diverso, perché l'Ulivo ha qualcosa di più dei singoli partiti. Pensiamo solo al forte apporto del volontariato giovanile di base, un fenomeno interessante anche in termini politologici".

Ecco, politologici è la parola giusta. Ma non le pare che a fare la politica vera sia solo il Pds?

"Il Pds, come tutti i partiti sarà costretto a interagire con i fenomeni che vengono dalla società civile, altrimenti si sclerotizza".

Non le sembra la solita mitizzazione della società civile?

"Io non so esattamente che cosa sia la società civile, ci sto studiando sopra. E' un problema che fa nascere mille dubbi: esistono società incivili? Mia nonna è società civile oppure no?"

Belle domande. Anche il professore azzurro Marcello Pera ne ha fatta una a voi intellettuali dell'Ulivo: perché se avete delle idee non vi sporcate le mani in Parlamento per realizzarle?

"Se sessanta milioni di italiani volessero andare in Parlamento, Pera rischierebbe addirittura di perdere le elezioni".

 

Massimiliano Lussana


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