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[ al 13 Maggio]

       
 
 

Gli Interventi
Enzo Bianco

Se è vero che oggi nell’Ulivo convivono i limiti e le speranze che attraversano il centro-sinistra, è altrettanto vero che con l’Ulivo si è avviato un processo irreversibile

di aggiornamento della politica. Ma nella prospettiva di un progressivo indebolimento della democrazia fondata sulle specificità le speranze sono di gran lunga più forti. L’Ulivo infatti rappresenta una grande occasione per aiutare la società italiana a liberare risorse ed energie impedendo che il Paese si trasformi in una giungla dove sono le ragioni dei più forti a prevalere.

 

Quattro sono i rischi che io intravedo sulla strada dell’Ulivo:

 

un eccesso di frazionismo; la contraddizione intrinseca che attraversa gli schieramenti politici, incapaci di far prevalere i benefici del maggioritario sugli egoismi particolaristici delle singole componenti di ciascun raggruppamento. Questa tendenza al frazionismo dimostra che il maggioritario non è soltanto un meccanismo elettorale, bensì una cultura politica che dev’essere ancora consolidata. E’ una maturazione che probabilmente richiederà tempo e comporterà una complicata sperimentazione politica.

Le grandi riforme e le emergenze sociali del paese richiedono una base molto alta di convergenze politiche. Ma la democrazia italiana è segnata profondamente dalla cultura del consociativismo, sicchè è difficile legittimare l’idea di una collaborazione che superi la logica degli schieramenti. Basta notare i sospetti e le speculazioni che hanno sollevato gli approcci tra centro sinistra e area berlusconiana. E’ una difficoltà con la quale bisogna fare i conti, anche se non bisogna considerarla insuperabile.

Nonostante i suoi ritardi, la politica si trova su posizioni più avanzate rispetto alla burocrazia e questo ritardo è un elemento di squilibrio nei processi di sviluppo del nostro sistema. Questo aspetto richiede un’attenzione che finora è mancata.

La qualità Nord-Sud è difficilmente risolvibile nel breve-medio termine. Ne consegue che sarà inevitabile accettare la dolorosa necessità di un paese a due velocità.

 

Ma le speranze, i desideri presenti nell’Ulivo - gli obiettivi sui quali stiamo già lavorando - sono molti di più di quanti sono i limiti a cui prima ho fatto riferimento.

 

Un federalismo a marce forzate che disarmi il secessionismo del Nord e renda lo Stato più efficiente assicurando maggiore autonomia alla città.

Maggiori investimenti al Sud prima che il Sud esploda.

Una scuola che insegni ai nostri giovani a parlare e pensare "europeo".

Un sistema del credito omogeneo che unifichi il paese.

 

Prima di concludere con una citazione che trovo pertinente con le questioni che abbiamo affrontato in questo seminario vorrei ammonire le forze del centro sinistra a non lasciare alla destra il progetto di rafforzare l’esecutivo: solo a partire da questa premessa sarà possibile coniugare sul terreno della politica limiti e desideri. Perché: "... se l’uomo, dopo un lavoro di cinquant’anni, volge lo sguardo indietro al suo passato, egli riconoscerà già il progredire. Questa conoscenza, come cognizione della razionalità del mondo, lo libera dal sentimento luttuoso della distruzione dei suoi ideali: ciò che vi è di vero in questi ideali si conserva anche nell’attività pratica, solo ciò che non vi è di vero, le vuote astrazioni, devono essere dall’uomo consumate nel lavoro..." (Hegel)


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