Il Movimento per L'Ulivo: IL CONSIGLIO NAZIONALE

Documento approvato
nell'assemblea del 4 Aprile a Bologna

A giorni, cadono i due anni dalla vittoria del 21 aprile 1996. Due anni segnati da L'Ulivo come esperienza di Governo. Pur dentro naturali tensioni, il Governo de L'Ulivo ha onorato la promessa della stabilità. Un bene raro e prezioso per la tradizione politica italiana e tuttavia una sorta di condizione necessaria ancorché non sufficiente rispetto alla buona qualità dell'azione di governo. Che il governo abbia dato buona prova, conseguendo risultati straordinari, lo sostengono i più accreditati osservatori internazionali: sono sensibilmente cresciuti il credito e il peso dell'Italia nella comunità internazionale, si è dato corso a un'azione di risanamento ricca di risultati misurati da oggettivi indicatori mai così buoni nell'arco degli ultimi trent'anni, si sono gettati i semi di innovazione e di riforma della società e dello Stato, si è prefigurata una società, insieme aperta, competitiva (ma di una competitività regolata), solidale, determinata cioè a battere corporativismi, monopoli e radicati privilegi. L'approdo all'Europa, cui il Governo si è fermamente ancorato quale sua stella polare, ben oltre l'unione monetaria, acquista in questa luce il senso ed il valore di un guadagno in termini di civiltà politica. Merita notare che L'Ulivo, certo non da solo, ha contribuito ad aprire una strada ora largamente percorsa con successo dalle forze democratiche e riformatrici in Europa. Una strada contrassegnata dalle disponibilità a raccogliere senza esitazioni la sfida della modernizzazione economica, politica, e istituzionale, imprimendovi tuttavia un'ispirazione etico-sociale, facendo leva su tutte le risorse sane dell'economia e della società civile, pur senza rinunciare al governo politico dei processi.

Con e oltre il Governo de L'Ulivo, è progredito L'Ulivo come progetto politico, in conformità alle sue intuizioni originarie:

·la cura per la razionalizzazione ed il compimento del carattere bipolare del sistema politico;

·la tensione riformatrice pur dentro i vincoli propri di un'economia e di una società avanzata e attraversata da processi di globalizzazione;

· l'impegno a ridistribuire le risorse, materiali e immateriali, per ridurre le diseguaglianze ingiuste che attraversano la societa' italiana con particolare attenzione alla questione meridionale;

· il proposito di raccogliere sino in fondo la sfida dell'autonomia sociale e istituzionale per farne la leva della riforma dello stato;

·la scommessa su una positiva integrazione tra le culture politiche democratiche e riformatrici che vantano radici antiche e profonde nella storia italiana ed europea;

·la centralità del programma e dei valori politici ad esso immanenti quale terreno più congeniale a stabilire solidarietà e competizione politica dopo il tramonto delle vecchie appartenenze ideologiche;

·l'ideazione e la sperimentazione di forme nuove di partecipazione politica, con e oltre quelle tradizionali di partito;

· l'impegno a fare evolvere la coalizione de L'Ulivo quale positivamente sperimentata nella direzione di un soggetto politico strutturato.

Circa le riforme costituzionali, sulle quali giustamente l'Ulivo come Governo e come maggioranza non sono vincolati a un univoco indirizzo, avanziamo tuttavia i seguenti rilievi: · auspichiamo che le riforme costituzionali si facciano e dunque stigmatizziamo le iniziative espressamente volte al loro affossamento;

· apprezziamo e sosteniamo le proposte volte a consolidare e razionalizzare la democrazia competitiva e il bipolarismo;

· ci adoperiamo perché, fermo il principio valore dell'unità-indivisibilità della repubblica, si disegni una struttura dello Stato autenticamente autonomistica e federale, sanzionata da una vera Camera delle Autonomie, senza esitazioni ed ambiguità;

· vigiliamo affinché si possa disporre di una giustizia rapida, efficiente e "normale". Non già una giustizia "normalizzata" che smentisca il principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

Sulla legge elettorale, auspichiamo che non si regredisca rispetto al suo dominante carattere maggioritario, attraverso forme, più o meno surrettizie, di riproporzionalizzazione. Così pure non rinunciamo all'idea di introdurre elezioni primarie - difficili ma non impossibili da disciplinare - per sottrarre la selezione delle candidature al monopolio delle segreterie dei partiti.

In questo quadro si situa la missione del Movimento per L'Ulivo che ci impegniamo a declinare in quattro direzioni:

1. la cura per lo spirito delle origini, da preservare nella sua originaria freschezza. Ben più che in termini di quantità suscettibile di essere misurata elettoralmente, in questa differenza qualitativa sta il cosiddetto "valore aggiunto" de L'Ulivo. Essa si concreta nelle istanze della trasparenza, della partecipazione e della politica intesa quale responsabilità e servizio civico. E' bene che qualcuno vigili su questo fronte mentre gli uomini e le donne de L'Ulivo governano perché non accada che L'Ulivo smarrisca l'anima…;

2. la fedeltà creativa al programma, che è il cuore e la forza della proposta politica de L'Ulivo. A noi spetta di testimoniare un costume e un metodo, cui qualcuno da il nome di "etica delle responsabilità": gli impegni si onorano e dunque il Governo va sistematicamente richiamato al dovere di dare rigorosa e compiuta attuazione al programma sottoposto ai cittadini. Esso, anzi, va stimolato ad una interpretazione dinamica e creativa del programma. Terreno privilegiato per l'azione del Movimento a tutti i livelli é quello di operare un bilancio critico dell'esperienza dei governi (quello nazionale e quelli locali), per grandi aree tematiche e nel loro complesso per procedere poi a registrarne l'indirizzo e a rilanciare l'azione;

3. il Movimento stesso rappresenta una sorta di laboratorio del progetto politico de L'Ulivo che va ben oltre L'Ulivo quale esperienza di governo. Sotto questo profilo, il nostro si configura quale movimento di opinione, di formazione e di cultura politica proteso ad elaborare i paradigmi e le forme politico-organizzative de L'Ulivo quale soggetto politico che integra ma insieme trascende entro una nuova, originale sintesi le quattro culture politiche che già ne hanno arricchito il suo primo tempo;

4. infine, esso si fa lievito e pungolo della coalizione de L'Ulivo. Anche chi mira a traguardi più avanzati deve realisticamente considerare che non c'è futuro per L'Ulivo se oggi ci si pone fuori della coalizione. Ancora ci si chiede perciò di essere elementi di raccordo tra le forze di coalizione di adoperarci per la sua coesione. Di qui l'obbligo di resistere alla ricorrente tentazione, spesso originata da generosi propositi ma foriera di rottura, di farci parte tra le parti costitutive de L'Ulivo. E tuttavia il Movimento, oltre che lievito e raccordo, è anche pungolo della coalizione e avanguardia della sua progrediente soggettività politica. A noi è domandato di spingere in avanti il processo senza strappi ma anche senza minimalismo rinunciatario. Dentro l'equilibrio dinamico tra realismo e progetto, tra pazienza e audacia si distende l'opera del Movimento per L'Ulivo, sempre comunque con l'obiettivo di rinnovare il modo di fare politica a tutti i livelli per fondarlo sui valori della trasparenza e della partecipazione. PER TUTTO L'ULIVO

Il futuro ha radici antiche