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de "L'Ulivo - I Democratici" in relazione alla proposta di istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta su "Tangentopoli" Roma, 15 luglio 1998
Non già ragioni pregiudiziali, ma la concreta considerazione del clima politico che si è prodotto a seguito delle sentenze a carico dell'On. Silvio Berlusconi e la connessione da lui stesso stabilita tra tali sentenze e la proposta di istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta su Tangentopoli, acuiscono le nostre riserve e le nostre preoccupazioni. Esse fanno perno sulle seguenti ragioni: - la vistosa contraddizione tra i propositi espressi dai leaders del Polo nelle loro pubbliche dichiarazioni e le rassicurazioni fornite dai loro rappresentanti in sede parlamentare e segnatamente nella Commissione Affari Costituzionali della Camera che sta esaminando il provvedimento; - la prevedibile inefficacia pratica dei limiti (i cosiddetti "paletti") che si dovessero porre ai poteri della Commissione affinché essa non pretenda d'assurgere a giudice dell'azione della magistratura; - la facile previsione che tale Commissione degenererebbe nella direzione di una "fabbrica di fango" o comunque nell'affermazione del principio "tutti i colpevoli, nessun colpevole"; - la considerazione che il solo profilo persuasivo di pertinenza parlamentare sarebbe, al più, quello oggetto di apposita commissione già da tempo operante nella elaborazione di strumenti normativi atti a prevenire la corruzione. Ben sapendo quanto e legittimamente l'Ulivo "sia sensibile alle ragioni della legalità e della democrazia e, di conseguenza, a due principi non negoziabili che le sorreggono (la separazione dei poteri e l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, siano essi cittadini comuni o uomini potenti), auspichiamo che la deliberazione finale -quale che sia- faccia registrare la compattezza delle forze di maggioranza. On. Gianclaudio Bressa
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