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Il Governo de L'Ulivo: L'INGRESSO IN EUROPA
Il 71% delle imprese italiane non è pronto
Sondaggio Comit fra le imprese
11 maggio 1998

 

ROMA - E' 'allarme euro' tra le imprese italiane: nonostante manchino ormai solo otto mesi all'avvio della moneta unica, il livello di preparazione delle aziende italiane, soprattutto di quelle di piccole e medie dimensioni, e' ancora ''largamente insoddisfacente''. E la situazione appare particolamente critica soprattutto nel Meridione.

L'ammonimento emerge da un'indagine della Comit condotta sulla base di questionari cui hanno risposto circa 2000 imprese (per il 18% multinazionali o grandi aziende e per la restante quota piccole e medie imprese). Secondo la Comit, il risultato ''era certamente scontato, ma la dimensione del fenomeno e' comunque eclatante''.

Il 71,6% delle imprese intervistate giudica ''incerta'' o ''scarsa'' la propria preparazione all'euro: la percentuale scende al 62,5% fra le grandi e al 46,3% fra le multinazionali.

Ancora piu' pesanti le difficolta' registrate nel Mezzogiorno dove, sia per la maggiore presenza di Pmi sia per specificita' locali, il 77,9% degli intervistati ha uno stato di preparazione incerto o scarso; e nelle Isole la quota sale ancora, all'80,5%.

L'area piu' pronta risulta invece il Nordest. La diffusa impreparazione, fa notare la Comit, e' forse il riflesso di una limitata conoscenza dei problemi: l'informazione generale e' infatti giudicata incerta o scarsa dal 61,9% del campione e da ben il 76,1% delle piccole imprese.

Nel valutare l'informazione disponibile molto scarsa, le imprese hanno per il momento preso un numero limitato di decisioni. Cosi', a domande sui tempi previsti per la conversione della contabilita' in euro, su come trattare i flussi monetari nel periodo transitorio, su come gestire la tesoreria ed i rapporti bancari, ha risposto con un ''non so'' o ''non abbiamo ancora valutato il problema'' una percentuale oscillante tra il 42% ed il 64%. Si distinguono invece leggermente in questo senso le multinazionali, che appaiono piu' 'decisioniste'; al contrario, le imprese del Meridione sono quelle piu' lontane dall'aver interiorizzato l'importanza della fase che si sta aprendo.

Per quanto riguarda in particolare la contabilita', il 10,3% adottera' l'euro come unita' di conto fin dal primo gennaio '99, mentre la scelta prevalente e' quella di passare alla moneta unica nel periodo transitorio (37,4%). Solo un 10% opta per una transizione ''il piu' tardi possibile''. Per i conti bancari, il 37,5% delle imprese chiedera' di aprirne in euro nel periodo transitorio. L'indagine Comit conferma inoltre che l'euro portera' una razionalizzazione della tesoreria e una netta tendenza alla riduzione del numero di rapporti bancari. Nessuna variazione significativa e' invece prevista nelle transazioni in cambi con divise non-Ume.


 

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