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Il Governo de L'Ulivo: L'INGRESSO IN EUROPA

Euro: la "lunga marcia" dell'Italia
A volte anche i "grandi" sbagliano
Aggiornato al 25 marzo 1998

ROMA - Dalla sicurezza granitica che l'Italia non sarebbe mai riuscita a mettere ordine nei propri conti fino al riconoscimento del successo dello sforzo fatto. Spostando pero' lo scetticismo sul peso del debito e sulla sostenibilita' nel tempo del risanamento. Si snodano tra questi due momenti quasi tre anni di dubbi sulla capacita' italiana di rispettare i parametri fissati a Maastricht per partecipare alla moneta unica, letti attraverso le dichiarazioni, tutte piu' o meno subito smentite, fatte o fatte filtrare da esponenti dell'ala rigorista dell'establishment politico e monetario europeo. Un fuoco di sbarramento che potrebbe riaccendersi ancora, prima della decisione ufficiale che i capi di stato e di governo prenderanno nel weekend a cavallo del primo maggio.

THEO WAIGEL, ministro delle finanze tedesco: ''nonostante sia un paese fondatore della Comunita' europea l'Italia non potra' aderire fin dall'inizio alla moneta unica''.
20 settembre 1995

JOSE' MARIA AZNAR, primo ministro spagnolo: ''Prodi voleva che Spagna e Italia marciassero mano nella mano verso Maastricht, io pero' non sono interessato a stare mano nella mano e gli ho detto che noi saremo pronti alla partenza''.
30 settembre 1996

FINANCIAL TIMES: ''ingresso ritardato per l'Italia, con un compromesso salvafaccia per far si' che gli italiani siano abbastanza a loro agio per dire che sono piu' o meno dentro''.
5 febbraio 1997.

EL PAIS: ''e' il momento della congiura contro Italia e Spagna, perche' sono falliti i tentativi di attacco frontale: quello del ministro delle finanze olandese Zalm, che ha proposto un'unione monetaria ridotta a pochi paesi; quello dei banchieri tedeschi che a Davos hanno fatto a pezzi il 'Club Med'; quello dell'ingresso ritardato di un anno proposto a Italia e Spagna attraverso le pagine del Financial Times''.
7 aprile 1997

FINANCIAL TIMES: ''il governo italiano ha messo a segno dall'inizio dell'anno una serie di incredibili e eccezionali successi economici, spianando la strada all'entrata del paese nella moneta unica fin dall'inizio''.
10 dicembre 1997

GERRIT ZALM, ministro delle Finanze olandese: ''mi dimetto se l'Olanda da' il via libera all'ingresso dell'Italia nella moneta unica fin dall'inizio''.
13 gennaio 1998

HANS TIETMEYER, presidente della Bundesbank: ''i paesi che hanno un debito pubblico superiore al pil sono compromessi, 11 giocatori possono fare una buona squadra di calcio, ma in altre discipline ci sono squadre di successo piu' piccole''.
17 gennaio 1998

JENS DALLMEYER, analista dell'Uficio studi della Deutsche Bank: ''La nostra valutazione continua ad essere che l'Italia ci sara'. Se si fosse voluto tenerla fuori le resistenze sarebbero state formulate ben prima. Gli ultimi contraddittori messaggi imbastititi dai media attorno all'Olanda e la Bundesbank non rappresentano alcun tentativo di escludere l'Italia''.
22 gennaio 1998.

WAIGEL: ''la riduzione del deficit pubblico italiano e' stata grandiosa, ma adesso tutti, sia la Germania che l'Italia, devono dimostrarne la sostenibilita'''.
5 febbraio 1998.

DE SILGUY, commissario europeo: ''Gli italiani hanno fatto sforzi considerevoli da qualche tempo a questa parte e soprattutto nel '97. Ma non sono in grado di dire chi sara' dentro o fuori dell'euro. Bisognera' vedere se gli sforzi compiuti sono sostenibili e durevoli nel tempo''.
26 febbraio 1998.

RUDY DORNBUSCH, il guru del MIT: ''Con i suoi risultati l'Italia e' la prima della classe... e questo ha certamente sorpreso molti fra i critici del vostro paese''.
1 marzo 1998.

JOSE' ALZOLA, economista della Salomon Brothers: ''Il calo dei tassi di interesse, anche grazie all'ancoraggio dell'Italia ai livelli comuni dei paesi della prima tornata dell'Ume - ha poi aggiunto Alzola - dovrebbe comunque avere, come effetto di lungo termine, la riduzione del pagamento degli interessi sul debito, che e' una grande componente della spesa totale''
3 marzo 1998.

RICHARD WOODWORTH, analista specializzato sulle economie europee della Merrill Lynch: ''il livello del 2,7 per cento e' un buon numero, meglio di quanto ci si aspettasse l'anno scorso ed e' certamente un passo avanti significativo per la causa dell'Italia nell'ingresso della moneta unica europea''
3 marzo 1998.

ROBERTO PINZA, sottosegretario al tesoro: ''L'inflazione e' comunque molto bassa, inferiore al 2 per cento e quelli di febbraio sono dati che solo un anno fa sarebbero sembrati impensabili. Il Paese e' deinflazionato, ha un avanzo primario molto alto, i tassi d'interesse potranno ulteriormente ridursi nel '98, il costo delle materie prime non cresce e quindi non ho nessun timore inflazionistico, anche perche' l'analisi dettagliata dell'aumento dell'inflazione (l'1.8 % in febbraio) rivela un'alta incidenza di generi e servizi particolari, ed e' solo questione di decimali''
6 marzo 1998.

KLAUS-DIETER KUEHBACHER, membro del consiglio centrale della Bundesbank ''Del primo gruppo fara' parte anche l'Italia. Sara' quindi necessario che i tassi a breve attualmente praticati in Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda, tutti superiori a quel livello, ''scendano drasticamente'' per evitare uno shock il primo gennaio '99, quando dovranno armonizzarsi in tutta l'Europa. Per l'Italia, in particolare, i tassi a tre mesi sono attualmente piu' di 2 punti percentuali piu' elevati di quelli tedeschi. Tassi al livello del 3% vengono attualmente praticati in Germania, Francia e Olanda e ''non si vede come questi paesi possano accettare di vederli salire''. Anzi, per quanto riguarda la Germania, ''esistono gia' ora le condizioni per una loro riduzione''. ''Il governo tedesco e' favorevole ad includere l'Italia sin dall'inizio nell'euro. Gli scettici, semmai, erano i banchieri che non si fidavano della capacita' di tenuta del governo. ''
9 marzo 1998.

GERRIT ZALM, ministro olandese delle Finanze, finora irriducibile capofila degli ''italo-scettici'', rimasto isolato quando anche la Germania ha lasciato cadere il veto sull'Italia nella moneta unica:
''E' una giornata di soddisfazione; sulla base dei conti del 1997 si potevano avere molti dubbi sulla sostenibilita' del risanamento italiano. Ma Ciampi ci ha esposto un piano fino al 2001, che ha l'appoggio del Parlamento. Questo e' un punto cruciale, perche' vuol dire che il risanamento sara' proseguito anche nei prossimi anni. Da qui al 2001 ci sara' un ulteriore abbattimento del deficit e un'accelerazione nella riduzione del debito pubblico.
11 marzo 1998.

PHILIPPE MAYSTADT, ministro Belga, riferendosi alle voci circolate negli ambienti piu' intransigenti dell'Istituto monetario europeo (Ime), secondo cui i Paesi ad alto indebitamento come Italia e Belgio devono impegnarsi a ricondurre nell'arco di dieci anni il debito entro il valore di riferimento del 60% del Pil indicato dal trattato di Maastricht:
''Nel trattato non c'e' alcun riferimento ad un orizzonte temporale di dieci anni.''
13 marzo 1998.

DOMINIQUE STRAUSS-KAHN, ministro francese, sempre sui tempi del rientro del debito pubblico: ''Non si puo' imporre una scadenza temporale''
14 marzo 1998.

PADOA SCHIOPPA, presidente della Consob, ''La fase di ''indisciplina economica'' dell'italia e' sostanzialmente alle spalle e anche dopo l'esame di ammissione all'Euro il nostro paese continuera' ad essere ''uno studente diligente''.
''Non condivido l'idea che passata la data di esame passera' per l'Italia anche la fase di diligenza. Sono stati i mercati sostanzialmente ad imporre i criteri di Maastricht e senza la globalizzazione credo che non ci sarebbe stata la convergenza dell'Italia verso i parametri''.
''La follia macro-economica dell'Italia e' stata un episodio che e' sostanzialmente coinciso con un ventennio di vita del paese ma e' soltanto un episodio.''
17 marzo 1998.

MASSIMO PONZELLIN, vicepresidente della Bei "La borsa italiana ha oggi una capitalizzazione pari al 21% del Pil contro il 130% di Londra. Occorrono incentivi alla quotazione e nuovi strumenti finanziari che amplino il novero delle azioni appetibili e liquide perche' i capitali stranieri vanno dove sono presenti mercati azionari adeguati''.
17 marzo 1998.

GIULIANO AMATO, ex presidente dell'Antitrust ''l'Euro e la partecipazione dell'Italia hanno in se un cospicuo dividendo rappresentato dalla maggiore stabilita' finanziaria e monetaria. Questo e' un fatto positivo che contribuira' ad attrarre capitali stranieri, ma restano delle carenze sotto il profilo della ''leggibilita' e trasparenza dei bilanci societari.
17 marzo 1998.

THEO WAIGEL - il responsabile delle Finanze di Bonn, ha chiesto ai partner Ue un ultimo sforzo, palesemente inteso a tranquillizzare l'elettorato tedesco, recalcitrante verso l'euro (soprattutto verso l'euro a undici, cioe' con l'Italia dentro) in vista del voto di settembre.
"Il 2 maggio, quando i Quindici decideranno chi entra e chi no nella moneta unica, i Paesi della 'zona euro' dovrebbero sottoscrivere una dichiarazione in cui si impegnano ad applicare da subito il patto di stabilita' per il rafforzamento della disciplina di bilancio (con tanto di sanzioni pecuniarie per chi 'sgarra') dopo il varo dell'euro, patto che sarebbe dovuto entrare in vigore dal 1999.
Tra maggio e dicembre, inoltre, dovra' esserci, secondo Waigel, una vigilanza multilaterale rafforzata sull'attuazione delle finanziarie per il 1998, mentre le bozze di finanziarie per il 1999 dovrebbero diventare un elemento di valutazione per l'ingresso nell'euro.
20 marzo 1998.

CARLO AZEGLIO CIAMPI, rispondendo a Waigel: ''Noi il monitoraggio dei conti lo facciamo di continuo.
I vincoli ce li abbiamo gia' che Waigel si rilegga il patto di stabilita. E' importante che tutti in Europa, Germania, Italia e Francia, sappiano che la linea del risanamento non si chiude il giorno in cui nasce l'euro, ma deve continuare anche dopo, nel nostro stesso interesse, per liberare risorse, fare investimenti e accrescere l'occupazione''.
21 marzo 1998.

JACQUES SANTER, presidente della Commissione europea. ''Non mi sembra che Waigel abbia chiesto condizioni supplementari. Vuole solo assicurare la sostenibilita' della convergenza''.
Per l'Italia, secondo Santer, non dovrebbero insorgere nuovi ostacoli. ''Prodi mi ha scritto una lettera due settimane fa, indicando le misure che l'Italia intende adottare per assicurare la sostenibilita'. Non ho motivo di dubitare della volonta' espressami al massimo livello dalle autorita' italiane di mantenere la sostenibilita' anche dopo il 97 e il 98''.
23 marzo 1998.

YVES DE SILGUY comissario europeo, "Quello del debito pubblico non e' un criterio rigido per l'ammissione alla moneta unica ma solo ''un valore di riferimento. Non si puo' quindi sostenere che Italia e Belgio non rispettino i parametri di Maastricht per far parte sin dall'inizio dell'euro. Da nessuna parte nel Trattato di Maastricht sta scritto che il debito pubblico debba essere del 60% del prodotto interno lordo'', ma ''e' invece importante esser sicuri che esso diminuisca''. ''Sara' importante vedere in che misura (Italia e Belgio) continueranno ad avere degli avanzi nei bilanci correnti che permetteranno loro di diminuire il debito pubblico e di vedere in che misura i programmi di privatizzazione verranno attuati per accelerare tale diminuzione''.
24 marzo 1998.

 

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