Incassati i lusinghieri risultati del 1997 l'Italia ha a portata
di mano un traguardo ancor piu' ambizioso e ''perfettamente
raggiungibile'': azzerare il deficit di bilancio in quattro
anni ''riducendo il peso fiscale sul lavoro'', tagliando il
peso delle imposte dirette (compensandolo parzialmente con quelle
indirette), riducendo la spesa primaria del 2,5% del Pil rispetto
al 1997 e rilanciando gli investimenti pubblici.
L'FMI pubblica un documento che fa il punto sulle tendenze
della finanza pubblica italiana nel periodo 1998-2001, lo stesso
orizzonte temporale del Documento di programmazione economica
e finanziaria che i tecnici del Tesoro stanno mettendo a punto
in questi giorni e che verra' presentato a meta' aprile.
Gli economisti di Washington descrivono un percorso di rientro
del deficit ancor piu' ambizioso di quello presentato da Ciampi
a Bruxelles (1,2% del Pil nel 2001). Per spingere l'indebitamento
a quota zero entro il 2001, secondo il Fmi, occorre ''una riduzione,
pari al 2% del Pil, degli oneri sociali (che provocherebbe una
discesa del 4% del differenziale fra il salario lordo e quello
reale dei lavoratori)'' ed un taglio ''di importo leggermente
minore delle imposte dirette (parzialmente compensate da un
incremento di quelle indirette).
Oltre alla rimodulazione del carico fiscale, lo studio del
Fmi - costruito sulla base del precedente Dpef e dei dati raccolti
nella missione dello scorso dicembre - indica altre due condizioni
necessarie per centrare il prestigioso traguardo del pareggio
di bilancio: il rilancio degli investimenti pubblici, che nel
1999 dovrebbe crescere del 3,8%, in linea cioe' con le stime
del Governo ed una nuova stretta sul fronte delle uscite.
''Una riduzione della spesa primaria del 2,5% di Pil dal livello
del 1997 - scrivono gli economisti del Fmi - e' necessaria.
Questo significa - aggiungono - che tutte le maggiori categorie
di spesa, pensioni incluse, dovrebbero rimanere sul tavolo per
possibili interventi''.
Tre direttrici di intervento sui conti in grado di produrre
una flessione della spesa per interessi e, a cascata, una molteplicita'
di risultati: ridurre la ''vulnerabilita' ai tassi di interesse
dei conti pubblici che, seppur diminuita, rimane elevata'';
anticipare le difese contro ''lo shock demografico che si verificherebbe
sulla spesa primaria al 2010'' e spingere ''il rapporto debito-Pil
al di sotto del 100% nei primi anni del prossimo secolo''. Questi
risultati - sostiene il Fmi - sarebbero assolutamente realizzabili
''senza la necessita' di interventi di rafforzamento che incidano
sul saldo strutturale primario previsto per il 1998''.
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INDICATORI
2001
|
VARIAZIONI
SU '97
|
DEFICIT
|
0
|
- 2,7%
|
DEBITO
|
107,0%
|
-14,6%
|
IMPOSTE
DIRETTE
|
14,7%
|
- 1,7%
|
IMPOSTE
INDIRETTE
|
13,5%
|
+ 1,4%
|
ONERI
SOCIALI
|
13,5%
|
- 2,0%
|
SPESA
PER INTERESSI
|
6,3%
|
- 3,2%
|
SPESA
PRIMARIA
|
35,8%
|
- 2,5%
|
SALDO
PRIMARIO
|
6,3%
|
- 0,4%
|